A volte ho come l'impressione che diamo per scontate le nostre città. Ho avuto questa percezione martedì 15 giugno, attorno alle 22, quando mi sono trovato a gettare un occhio ai Bagni Misteriosi, la monumentale fontana che Giorgio De Chirico ha concepito pensando alle acque della sua città natale, Volos, e donato a Milano nel 1973. Nel frattempo, dal palco montato dall'altro capo dei Giardini della Triennale di Milano, arrivavano le note della cover che chiudevano l'esibizione di Tatum Rush: Figli delle stelle.
Insomma, in quel momento è sembrato tutto abbastanza perfetto: Il sogno di una notte di mezza estate, come da citazione shakespeariana che introduceva questo secondo appuntamento (dopo la tre giorni al Circolo Magnolia) con la rassegna itinerante MI MANCHI, nata per colmare il vuoto e l'attesa di MI AMI, e che nel frattempo sta acquisendo un'anima tutta sua.
Triennale è un luogo speciale, un posto che, così, potrebbe esserci solo a Milano, e che rende unica l'offerta culturale di questa città. Merito anche dei suoi Giardini, un enclave all'interno del grande polmone di Parco Sempione, e della capacità dell'attuale gestione della struttura di reimmaginare ogni giorno questi spazi e la loro funzione, raccogliendo le sfide della contemporaneità con la propria proposta museale e il proprio calendario di eventi.
Tra questi, la serata di ieri, che ha visto avvicendarsi sul palco Claudym, Tatum Rush e Ceri, assieme a numerosi ospiti. Un triplo live caratterizzato da tanta elettronica (e amore per gli anni '80) e voci potenti, che non sarà semplice dimenticare. Per Claudia Maccecchini, classe 1993, bravissima illustratrice e songwriter intima e allo stesso tempo superpop era il primo concerto ufficiale della propria vita, per di più nella sua città. L'emozione, che si percepiva evidente nei suoi saluti iniziali, è svanita subito, e Claudym ha messo in mostra la sua voce capace di dare vigore a testi profondi e molto personali, particolarmente adatti a quel momento in cui il giorno lascia il passo alla notte.
Dopo di lei, ecco Tatum Rush, artista di origini italo-svizzero-americane che pare proiettato qua da un'altra epoca storica. La sua musica offre delle conferme in tal senso. Tatum porta sul palco tutta la sua storia musicale e la sua voglia di ballare e far ballare tutti quanti, anche con il culo piantato su una sedia. Il suo è un cocktail di pop, R'n'B, funky che affonda nelle strade di Los Angeles e poi ti porta sui dancefloor dei club estivi della nostra Riviera. La sua performance è intensa e fisica, rafforzata da una ballerina che mette in scena il "Tatum World", continuando a sorseggiare drinks (alkemici) e variare costumi. Al resto pensano un bellissimo duetto con Laila Al Habash in Rosè e la chiosa con Alan Sorrenti.
Il pezzo, Figli delle stelle, era stato negli scorsi mesi pubblicato da Tatum con Ceri, che attorno alle 23 sale sul palco per chiudere la serata. Anche per lui si tratta di una prima volta, la prima occasione di portare dal vivo il suo Ep solista Insieme, in compagnia di numerosi amici. Ceri è alle sue macchine, da cui alterna ballate sintetiche, loop e beat che abbiamo imparato ad amare in questi mesi. A duettare con il super produttore, uno dopo l'altro, salgono sul palco gli amici See Maw, Colombre, Ginevra. C'è della magia, cui Ceri concede il bis su richiesta del pubblico.
Ora, in una giornata di afa hardcore, fa quasi un fresco da mettersi la maglia, "merito" del microclima causato dall'umidità del parco, che svanisce appena si torna all'asfalto. Ormai è quasi mezzanotte, la serata si conclude. Accanto al capolavoro di De Chirico, cui lancio l'ultimo sguardo prima di riprendere la strada di casa, c'è un ragazzo che si è addormentato secco su una sedia. "C'è chi dà questa città ancora più scontata di me", penso. Poi lo guardo meglio e mi sembra davvero sereno, un bambino, e penso che la musica può tutto e, perché no, pure questo.
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L'articolo MI MANCHI: per sempre figli delle stelle di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2021-06-16 13:15:00
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