Abbiamo ancora nelle orecchie l'eco dei suoni e della bellezza di potersi ritrovare (distanziati e mascherinati ma) tutti insieme al MI MANCHI festival, quando apprendiamo la notizia della morte di Michele Merlo, causata da una leucemia fulminante. Aveva 28 anni, viveva la musica, basta questo per stringere il cuore anche a quelli come noi che non gravitano troppo attorno al talent Amici, di cui è stato semifinalista nel 2017 col nome d'arte di Mike Bird.
Michele, nonostante non avesse ancora neanche 30 anni, aveva già alle spalle una carriera sia come cantante che come scrittore, il suo romanzo Cuori stupidi uscito l'anno scorso è stato best seller tra i teenager. Mentre in cronaca si dibatte sulle troppe ombre dietro la morte di un artista così giovane e in salute (pare sia stato stato respinto dall’ospedale di Vergato e poi insultato dai sanitari del 118), preferiamo approfondire un aspetto di Michele che non tutti conoscevano: la sua parentesi indipendente con Maciste Dischi, col nickname di Cinemaboy.
Nel 2017, il cantautore vicentino decide di tornare a un percorso iniziato prima della sua partecipazione ad Amici, che lo vede scrivere in inglese e tentare la via della produzione ricercata, tra i The Weeknd, i The Neightborhood, James Morrison il nu soul. Questa la spiegazione di Michele al tempo dell'uscita di Cinemaboy: "Era il mio nickname di Myspace e serviva un nome fuorviante dal contesto televisivo per far arrivare a più persone il mio lavoro, provando a superare il preconcetto del talent. Mi sono sempre sentito un po’ decontestualizzato all’interno di Amici, tanto che a volte mi chiedevo il perché fossi ancora lì dentro".
Un disco romanticissimo, tutto d'amore, scritto di pancia e dedicato a una ragazza, che il giovane cantautore definiva "sbarbato, che appartiene al Michele di 4 anni fa". Il proseguimento di un progetto che precedeva il talent e la sua degna conclusione. Prodotto da Federico Nardelli, Cinemaboy è un album molto godibile, spendibile anche all'estero vista la vasta gamma di influenze (dalla black music al dream pop) che lo caratterizzano. La voce di Michele funziona benissimo nel contesto, sia esso con la cassa dritta e i synth come in Teenage Dream, oppure con la chitarra, in una dimensione intima e tipicamente indie folk della conclusiva Mary. Un disco da riscoprire, nel rispetto della memoria di un ragazzo che viveva per la musica e che si è spento troppo presto.
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L'articolo Cinemaboy, il lato indipendente di Michele Merlo di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2021-06-08 10:32:00
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