Dalla #10 alla #6
#10
Andrea Poggio - Controluce
La Tempesta Dischi
Un gioco che però è molto serio e composto, finendo così per creare qualcosa di peculiare e a tratti straniante, come ad esempio nella title-track, dove si incastrano un'orchestrazione puntellata di fiati e un andamento melodico quasi da musical disneyano, e un senso di solitudine compiaciuto e desolato nel testo, racconto di una camminata fra persiane chiuse, silenzi, luci al neon. [Leggi la recensione]
#9
Colapesce - Infedele
42 Records
Realizzato insieme a Mario Conte e Iosonouncane, “Infedele” è un manifesto di intenzioni: “Ho fatto come volevo” è una frase semplice che racchiude il senso di scelte complesse, e Colapesce qui assorbe energie da tanti generi musicali, dal passato e dal presente, dalla tradizione e dalla ricerca, per cantare un’infedeltà che diventa percorso obbligato per chi non vuole fermarsi. [Leggi la recensione]
#8
Rkomi - Io in terra
Universal
Una copertina kantiana vede Rkomi con il cielo stellato sopra di sé e la legge morale dentro di sé, anzi meglio: con la zona, il quartiere, direttamente sotto il culo. Su un marciapiede, a rimarcare la confidenza che intende mantenere con un certo ambiente. Come vuole il titolo poi, è letteralmente in terra, con tutta la consapevolezza che una posizione del genere richiede. Seppure in procinto di alzarsi e intraprendere il proprio viaggio, il ragazzo di Calvairate sembra quindi non dimenticare tutto ciò che è stato finora. [Leggi la recensione]
#7
Edda - Graziosa Utopia
Woodworm
Il passato è il suono sporco dei Ritmo Tribale, l’effetto sorpresa e la visceralità di “Semper biot”, la consistenza di “Odio i vivi”, il rumore di “Stavolta come mi ammazzerai?”. Il presente è il passato che torna sotto mentite spoglie. Vale anche per Stefano “Edda” Rampoldi. Vale anche per “Graziosa utopia”, quello che, a tutti gli effetti, può considerarsi il disco più pop del cantautore milanese. [Leggi la recensione]
#6
Ghali - Album
Sto Records
Si può preferire il Ghali più ignorante e trappone di “Sempre Me”, ma gli va dato atto di avere tentato un’altra strada. E di averlo fatto con un album solido, che funziona, cresce con gli ascolti, e che sembra destinato al successo. Vedremo come andranno le cose, ma quello che per il momento è già certo è che Ghali Amdouni sta cambiando il pop italiano. È il benvenuto. [Leggi la recensione]
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L'articolo Top It 2017: i 20 dischi dell'anno secondo Rockit di Redazione è apparso su Rockit.it il 2017-12-20 12:00:00
COMMENTI (9)
Primo posto giusto: grande rivelazione Giorgio Poi.
Anch'io avrei messo sul podio Futuro Proximo.
Non è presente in classifica un giorno nuovo dei sick tamburo?....A. I. U. T. O.
Mi allineo per un istante ai commenti precedenti riguardo la mancanza di Futuro Proximo di Umberto Maria Giardini. Davvero inspiegabile! Per quel che mi riguarda ho ascoltato molta musica italiana, o meglio più del solito, vista la vacuità delle proposte internazionali. Ho apprezzato molto il fresco esordio di Pietro Berselli, di Halfalib, il post-rock dei Malmo con il loro Manifesto della Chimica Romantica e del side-project Stella Maris per non dimenticare del sempreverde Paolo Benvegnù fedele a se stesso, ma con qualche tocco di attualià sonora.
U.M. Giardini mai !? mah... chissà ?
Il meraviglioso mondo della discografia.
Graziosa Utopia di Edda, secondo me, meritava almeno il podio ...
Ma perché non c'è Umberto Maria Giardini? (ex Moltheni)
Ciao Gagia, anche tu leggi Blow Up, è il mio preferito in assoluto e anche se ci sono sempre morti in copertina ed è costretto a fare letteratura retromaniaca (sempre letteratura è perchè chi scrive è 20 spanne sopra gli altri giornali). Ho visto che Cosmo è tra i tuoi preferiti, la nuova canzone "quando ho incontrato te" è l'ennesimo capolavoro italiano dell'anno, davvero un genio uno che ti invita a mettere il turbo e ballare ma che poi tira fuori una melodia così popolare e nello stesso tempo complessa (cambia continuamente fino a esplodere nel refrain). Ciao
Ciao. Paolo Benvegnù ha pubblicato l'ennesimo capolavoro (H3+). Se lo sono dimenticati un po' tutti (tranne Blow Up). Mmmmhhhh...
Oltre a futuro proximo mancherebbe in primis Massaroni Pianoforti e Fitness Forever che per me sono grandi dischi. Inoltre il disco di Rkomi è spinto da Rockit ma non è un gran disco anche se il personaggio saprà stupire in futuro. Ho visto molta voglia di coprire tanti generi che ci può stare ma quest'anno la classifica di Rockit non raggiunge secondo me la coerenza di quelle passate.
Ma perchè Umberto Maria Giardini non c’è mai e Edda c’è sempre? “Futuro Proximo” merita.