Dalla #5 alla #1
#5
Carl Brave x Franco 126 - Polaroid
Bomba Dischi
Una scrittura che procede felice e sovrabbondante per elenchi ed enumerazioni, tra fumo e birre, si mescola di tutto: frasi che sembrano tagliate e incollate dai nostri Whatsapp, fulminanti cronache quotidiane in una riga, «papiri di cazzate con le emoticon», piccola prosa crepuscolare, e anche quella decadenza spicciola a cui teniamo tanto in quella stagione acerba, ma stemperata da un sentimentalismo senza filtri né mediocre ironia. [Leggi la recensione] [Ascolta il disco]
#4
Brunori SAS - A casa tutto bene
Picicca Dischi
"A casa tutto bene" è un disco meno ironico rispetto ai precedenti, scritto da un uomo che matura assieme alla sua musica. È forse il lavoro più politico di Brunori Sas: politico perché corale, diretto, umano. I cantautori classici raccontavano ciò che vivevano, spinti da esigenze espressive intime e reali. Brunori utilizza i loro strumenti (in primis l'attitudine impegnata) per imbastire una poetica che si trasforma in riflessioni disincantate. [Leggi la recensione]
#3
Ghemon - Mezzanotte
Macro Beats
Ghemon non nasconde che la spinta per la scrittura di "Mezzanotte" sia venuta proprio dal dolore. Un dolore forte che lo ha per certi versi abbattuto e in molte cose ha fatto sì che dovesse ricominciare da zero. Tutto questo è evidente nella scrittura del disco, che emerge subito per una forma canzone più matura, più armonica, più classica, se vogliamo, ma che rivela una maggiore consapevolezza. [Leggi la recensione]
#2
Le luci della centrale elettrica - Terra
Cara Catastrofe
Dalle “Costellazioni” alla “Terra”, brulla o sassosa, spigolosa o sabbiosa. Come Ulisse, che dalla roccia dell’isola di Ogigia torna alla zattera per guardare il cielo dal basso. Il quarto disco delle Luci della centrale elettrica è un grand tour che da Ferrara arriva al Nevada e ritorna nell’Est Europa, in India fino al Veneto. È un panorama post-industriale ma oceanico, in cui la città è vista da fuori e si riconosce nel blu metallizzato nel cielo o nel cemento armato. [Leggi la recensione]
#1
Giorgio Poi - Fa Niente
Bomba Dischi
Le canzoni di “Fa Niente” sembrano tutte rimbombare di ricordi, sono costruite usando le vibrazioni dei giorni che passano. Traccia dopo traccia Giorgio Poi sembra riscaldarsi di un conforto domestico, fino a scivolare in una vasca piena di latte denso che restituisce un pop pacato e pastoso: c’è molto Battisti degli anni '70, un po’ di Rino Gaetano, ma tutto filtrato attraverso i tessuti di una psichedelia rilassata che trova nella formula del power-trio proposto dal vivo il suo compimento, regalandoci il disco dell'anno. [Leggi la recensione]
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L'articolo Top It 2017: i 20 dischi dell'anno secondo Rockit di Redazione è apparso su Rockit.it il 2017-12-20 12:00:00
COMMENTI (9)
Primo posto giusto: grande rivelazione Giorgio Poi.
Anch'io avrei messo sul podio Futuro Proximo.
Non è presente in classifica un giorno nuovo dei sick tamburo?....A. I. U. T. O.
Mi allineo per un istante ai commenti precedenti riguardo la mancanza di Futuro Proximo di Umberto Maria Giardini. Davvero inspiegabile! Per quel che mi riguarda ho ascoltato molta musica italiana, o meglio più del solito, vista la vacuità delle proposte internazionali. Ho apprezzato molto il fresco esordio di Pietro Berselli, di Halfalib, il post-rock dei Malmo con il loro Manifesto della Chimica Romantica e del side-project Stella Maris per non dimenticare del sempreverde Paolo Benvegnù fedele a se stesso, ma con qualche tocco di attualià sonora.
U.M. Giardini mai !? mah... chissà ?
Il meraviglioso mondo della discografia.
Graziosa Utopia di Edda, secondo me, meritava almeno il podio ...
Ma perché non c'è Umberto Maria Giardini? (ex Moltheni)
Ciao Gagia, anche tu leggi Blow Up, è il mio preferito in assoluto e anche se ci sono sempre morti in copertina ed è costretto a fare letteratura retromaniaca (sempre letteratura è perchè chi scrive è 20 spanne sopra gli altri giornali). Ho visto che Cosmo è tra i tuoi preferiti, la nuova canzone "quando ho incontrato te" è l'ennesimo capolavoro italiano dell'anno, davvero un genio uno che ti invita a mettere il turbo e ballare ma che poi tira fuori una melodia così popolare e nello stesso tempo complessa (cambia continuamente fino a esplodere nel refrain). Ciao
Ciao. Paolo Benvegnù ha pubblicato l'ennesimo capolavoro (H3+). Se lo sono dimenticati un po' tutti (tranne Blow Up). Mmmmhhhh...
Oltre a futuro proximo mancherebbe in primis Massaroni Pianoforti e Fitness Forever che per me sono grandi dischi. Inoltre il disco di Rkomi è spinto da Rockit ma non è un gran disco anche se il personaggio saprà stupire in futuro. Ho visto molta voglia di coprire tanti generi che ci può stare ma quest'anno la classifica di Rockit non raggiunge secondo me la coerenza di quelle passate.
Ma perchè Umberto Maria Giardini non c’è mai e Edda c’è sempre? “Futuro Proximo” merita.