“Le Migliori” è il nuovo disco di Mina e Celentano uscito lo scorso venerdì, a 18 anni dal primo lavoro insieme intitolato “Mina Celentano”. Sì, quello con la copertina con i paperi, quello di “Acqua e Sale”, quello che ha venduto 1 milione e 600 mila copie.
A quanto pare, non c’è una vera ragione per cui i due hanno voluto rompere questo lungo silenzio: un giorno si sono sentiti al telefono e hanno avuto voglia di rimettersi al lavoro. Il titolo dell’album, invece, è nato da un commento di Celentano, un augurio di compleanno a Mina: “Comunque auguri piccola! Tu ed io siamo LE migliori".
Della copertina, molto bella, sappiamo che è un plagio che a pochi giorni dall’uscita del disco ha gettato una luce poco lusinghiera sull’intero progetto: è infatti una copia abbastanza fedele di un famoso scatto del blogger Ari Seth Cohen, al quale erano stati inizialmente chiesti i diritti dell’immagine, poi reputati troppo cari.
Oltre alla versione “normale”, il disco è uscito anche in versione deluxe (nel quale ci sono delle conversazioni tra Mina e Celentano registrate di nascosto), e più avanti uscirà anche un cofanetto: tutto quello raccontato finora, più altri due inediti.
Infine, ci saranno tre serate su Rai Uno dedicate alla coppia: la prima il 12 dicembre, durante la quale non compariranno i due artisti e non ci sarà nemmeno un presentatore. “Ci saranno quattro persone vestite come Mina e Celentano sulla cover del disco, che, chiacchierando di spalle, racconteranno il percorso della serata". Gli altri due show invece andranno in onda dopo Sanremo, ma ancora non è chiaro su cosa saranno incentrati.
Ne ho tralasciati un paio, ma queste sono le informazioni che Claudia Mori (moglie di Celentano) e Massimiliano Pani (figlio di Mina) hanno raccontato ai giornalisti durante una presentazione alla stampa alla quale ovviamente gli artisti non avevano nessuna intenzione di presenziare. E queste sono anche le uniche cose che troverete sui giornali italiani riguardo questo lavoro: gli aneddoti divertenti, gli autori delle canzoni (Mondo Marcio, Paletti, Benny Benassi, Francesco Gabbani, Toto Cutugno etc), i tanti generi musicali esplorati nelle canzoni, la sempre viva complicità dei due.
Anche perché l’unico trait d’union della tracklist è la presenza stessa delle voci di Mina e Celentano. Il resto è una fastidiosa confusione che si fregia di toccare molti generi: “techno” (o almeno così lo definiscono), tango, reggae, rap, canzone melodrammatica, tutti passati sotto il trattamento impietoso di una produzione plastificata secondo la quale è una buona idea mettere il vocoder a Celentano o farlo rappare (brrrr).
L’effetto, ovviamente, è disastroso: nella migliore delle ipotesi somiglia a quei rifacimenti in chiave moderna di grandi classici di cui sono pieni gli scaffali degli autogrill. Nella peggiore, è la triste farsa di due anziani che provano ad essere giovanili, ma senza alcuna ironia.
(se vi interessa, a 1:46 parte il rap di Celentano)
Ovviamente questo disco non scalfisce e non mette in discussione in alcun modo la fondamentale eredità musicale che i due hanno costruito in Italia negli ultimi 50 anni: di artisti che sono invecchiati male ne è pieno il mondo, e non ci strapperemo i capelli per questo.
Quello di cui è interessante parlare, invece, è l'ennesima conferma della morte cerebrale della stampa musicale del nostro paese: passino i grandi quotidiani nazionali (sui quali non si legge una stroncatura dagli anni ‘70, probabilmente) ma quando persino le testate specializzate liquidano la faccenda con le informazioni del comunicato stampa e poco più, c’è qualcosa che non va. È così rischioso affermare che “Le migliori” è una sonora schifezza?
Cosa succederebbe se i giornalisti musicali scrivessero quello che pensano davvero sui nuovi dischi di Mina, Celentano, Vasco Rossi, Jovanotti, Zucchero, Giorgia, Nek, Gianna Nannini e tutti gli altri?
La verità è che, a parte qualche cantante piccato, non succederebbe assolutamente niente: i fan continuerebbero a riempire gli stadi e a comprare dischi, Mollica continuerebbe a parlarne a Do Re Ciak Gulp e lo spazio sulla poltrona accanto a Fazio rimarrebbe disponibile. Quindi, per l'amor del cielo, concediamoci questo lusso: una stampa musicale che prenda delle posizioni chiare, che guidi gli ascolti, che racconti delle storie.
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L'articolo Il disco di Mina e Celentano è orribile, ma i giornali raccontano un'altra storia di Nur Al Habash è apparso su Rockit.it il 2016-11-17 11:00:00
COMMENTI (44)
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In effetti è triste, ma purtroppo non ci si può fidare più di nessun "esperto" per quanto riguarda il panorama musicale. L'unico consiglio che ho da dare a tutti è di ascoltare la musica che vi piace, di cercarla dappertutto, anche se non la conosce nessuno, anche se non piace a nessun altro, e di decidere voi se è buona musica o no. Io ho trovato quest'album di qualità bassa, non ne vedo proprio lo scopo a livello artistico, ma mi fa morire "Se mi ami davvero", in cui la bellissima voce di Celentano viene stuprata da un Vocoder o da non so quale effetto messo sulla stessa voce che canta "Arcobaleno", allo stesso tempo mi fa ridere e venire i brividi. Buona giornata a tutti.
Finalmente qualcuno che la dice l'ovvio: Giorgia ha smesso di fare una buona canzone da anni, la Mannoia è uno scempio edulcorato, Ferro sembra la copia di Renato Zero ma peccato che alla suà età Zero sperimentasse ancora e molto. Quindi le classifiche piene di Liga, Vasco, Pausini e Jovanotti. Uno schifo se consideriamo che sono usciti dischi zeppi di grandi canzoni come quello di Cosmo e dei Cani. Ma se guardate ai giornali specializzati non cambia molto: Mucchio e company hanno ormai la morte perenne in copertina, da Bowie a Cohen fino al nobel di Dylan: sono stati bravi ma mi piace credere che personalmente trovo più stimolante scoprireun gruppo niuovo che spacca come i Gomma o i Pop X piuttosto che ascoltarmi l'ennesima versione di halleluiah. Baci a tuttiu
@pipporullo Ciao Pipporullo, sono di Roma. In effetti sono tornata a casa per Natale, grazie.
magari è di Ariccia... ah bella!, tornatene a magnà la porchetta!
Cercherò di essere gentile... farò del mio meglio.
Vorrei suggerire al "giornalista", (lo chiamo così per ragioni di comodo e perchè ho detto che farò del mio meglio) se è vero che si chiama Nur Al Habash, di limitarsi a commentare musica della sua terra, anzi voglio spingermi oltre, suggerirei che sarebbe bene che tornasse nella sua terra, magari con un biglietto di sola andata, ne abbiamo tanti rimpiazzi...
L'album è bello!!!
Voglio essere gentile.
Stroncare senza argomentare è da problematica adolescenziale.
Sono stato gentile.
Il disco è bello.
Vorrei tanto capire quale disco abbia ascoltato il giornalista che ha scritto l'articolo.
Premesso che la musica di Celentano mi piace molto ed ho quasi tutti i suoi cd ma con questo non vuoi dire che non ho un lato critico.
Prima di fare qualche commendo sia positivo che negativo, un disco andrebbe ascoltato almeno per 15 giorni di fila.
Posso solo dire che questo nuovo disco...e' proprio nuovo nel genere (tralasciando l ultima canzone, è un richiamo voluto solo a base strumentale nel singolo di lancio).
Ogni canzone ha una sua storia, qualcosa di innovativo, di diverso... il contrasto tra la voce di Adriano (parlata in alcune canzoni) e la voce melodica di Mina, fanno si che il disco sia veramente variegato e non monotono.
Il fischiettio di Adriano all'inizio di un suo brano... se non sbaglio... che ci faccio ancora qui... riporta il tutto ad una realtà di bar... come se la canzone fosse raccontata al bar... qualcosa che entra nelle mente della gente...
Il disco è certamente bello... melodico... duro...sentimentale... politico (il bambino con il fucile). Essendo io, un semplice ascoltatore... potrei scrivere delle cose anche sbagliate. Ma chi scrive per professione, dovrebbe informarsi o almeno ascoltare. Poi è normale che dalle due voci più belle al mondo ci si aspetta semplice di più
"Le migliori" è pronto a dare tanto, ma chiede una cosa sola: stare al gioco (aperte e chiuse virgolette, tratto dalla liquidazione della "faccenda con le informazioni del comunicato stampa e poco più"...)
La "testata specializzata" ha detto la cosa fondamentale su questo disco, cosa IMPIETOSAMENTE sfuggita all'autrice di questa che solo per comodità chiamerò recensione.
E questo "gioco" (visto che la musica non è fatta solo di quelle fascinazioni che tanto piacciono a chi deve etichettare anche sé stesso come "indipendente, ricercato, impegnato") è un pezzo pregiatissimo di produzione musicale, oltre al fatto che (non ergendomi a recensore di nulla posso dirlo) penso ne sia molto godibile l'ascolto.
I recensori sono ormai diventati come i musicisti che recensiscono: gente cui la cosa migliore che riesce è sbattere in faccia agli altri con insistenza il proprio ego.
Elvinet, nessuna rabbia. Solo critiche motivate a questo pezzo che invece non riesce a motivare nulla delle cose che dice. Che poi non è una vera stroncatura, hanno usato questo disco per autopromuoversi: noi siamo quelli che diciamo la verità, non come i grandi giornali coi loro critici servi, etc. etc.
Ma gli è andata malissimo.