Lecito che la cosa non riscontri il vostro interesse, eppure da un pezzo il K-pop non è più un semplice "fenomeno", ma uno dei movimenti più influenti degli ultimi anni. Il nome dei BTS – leggi qua la nostra chiacchierata con le loro truppe di fan italiani –, o quello delle Blackpink, rappresenta oggi uno dei più importanti a livello musicale nel mondo, per numeri e giro d'affari. Eppure in Italia, a parte in alcuni casi e circostanze, di K-pop si sente parlare molto di rado.
Tanto che pochissimi sanno che una delle nuove stelle del genere è italiana. Si chiama Miriam Lucca, ha appena 16 anni, è casertana, ed è una delle componenti delle PRISMA, nuova band K-pop tutta al femminile, destinata magari a spaccare in due le classifiche mondiali. Miriam è la "main voice" del gruppo, cui fanno parte altre quattro colleghe: Gyeongmin, "leader" e coreana come Eunbyeol, "main dancer" del quintetto, Sally, rapper americano-cinese, e Nia, spagnola.
In una serie di videochiamate su Teams, ci siamo fatti raccontare la sua storia, che dice molto anche dei processi con cui nascono nuove forme di musica oggi. L'iniziativa è di Union Wave Entertainment, compagnia con sede a Seul e in Svizzera che si occupa della promozione di artisti e spettacoli made in Corea.
“La prima volta in assoluto che ho ascoltato il K-pop fu nel 2013, ma ho iniziato a seguirlo davvero nel 2015 grazie a una canzone sponsorizzata su YouTube. Da lì in poi sono diventata una fan, finché non ho deciso che volevo farne parte", dice Miriam all’inizio della nostra intervista. "Altrimenti non lo avrei mai scoperto siccome nessuno dei miei amici, ora e a quel tempo, ascoltava K-pop”.
Due anni dopo viene a scoprire che stava per nascere "a tavolino" un supergruppo multiculturale di K-pop, le PRISMA, appunto: “Ho scoperto le audizioni per la band tramite un post sponsorizzato su Instagram, mi sono informata e infine ho voluto partecipare: all'epoca, e ancora oggi, amavo già i BTS".
Inizialmente i suoi nemmeno lo sapevano. "Ci sono state audizione online e offline. La prima fase era solo per le europee. Io ho optato per quella online, anche perché non avevo soldi per mettermi in viaggio e andare nei posti in cui si tenevano i provini. Ho quindi mandato il mio curriculum e i miei video e foto mentre cantavo. Dopo di che, tra tutti le proposte che erano arrivate da mezzo mondo, l’agenzia ha scelto 10 ragazze, tra cui me, per una finale a Parigi".
Quello è stato il momento decisivo, incredibilmente emozionante per una ragazza di appena 16 anni. La prova prevedeva una sessione di canto e una di ballo. "La competizione andava anche in live sulle principali piattaforme di streaming in modo che le persone che guardavano potessero votare. Alla fine l’abbiamo spuntata io e Nia (la collega spagnola, ndr)”.
Negli scorsi giorni è stato pubblicato Breakout, il primo vero singolo delle ragazze. Tutto, ovviamente, è stato gestito a distanza, per via della natura stessa del gruppo e soprattutto per il momento storico. "Ci conosciamo da meno di un anno e vorremmo trascorrere molto più tempo assieme. Il fatto di venire da Paesi diversi aiuta molto da un lato, ma allo stesso tempo rende alle volte le cose più difficili", dice.
"Da un punto di vista musicale ognuno di noi cerca di portare un po’ dei suoi gusti per creare qualcosa di affascinante, mischiando tutte le nostre preferenze e anche le diverse culture". Mentre per l’estetica, tutt'altro che irrilevante nel progetto, penso che uno dei punti di forza del gruppo sia che "inizialmente a tutti fa un po' strano vedere due visi non asiatici quando si parla di K-pop: siamo nel 2020, è il momento della rivoluzione”.
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L'articolo Miriam e le Prisma: se la nuova stella del K-pop viene da Caserta di Mattia Nesto è apparso su Rockit.it il 2020-11-09 12:02:00
COMMENTI (3)
Vai continua così
Forza Miriam!
scusate ma solo a me questo primo singolo ricorda le T.a.t.u. youtube.com/watch?v=8mGBaXP… ?