Festeggiare il proprio compleanno all’ombra di un funerale: è proprio questo rappresenta la data che dà il titolo al nuovo album di Moder, "Otto dicembre", in uscita per Glory Hole Records il prossimo giovedì 3 novembre.
È un album che cita John Fante, campiona Nick Drake e ospita sia jazzisti sia virtuosi dello scratch, e che intorno a quella data costruisce un filo narrativo molto intenso: l'8/12 infatti è sia la data di nascita di Moder, sia quella di morte di suo padre, avvenuta nel 1994. Ma i due eventi sono solo le due colonne portanti del lavoro, che si arricchisce però anche di molto altro: in primis del racconto della nascita di una figlia e poi dell'esperienza teatrale con la compagnia del Teatro delle Albe in uno spettacolo incentrato sulle morti sul lavoro, che è stato portato in scena in diversi teatri italiani. Una storia di formazione sullo sfondo della provincia italiana, un album da ascoltare tutto d’un fiato, traccia dopo traccia, che prende le distanze dalla formula che vede i dischi equivalere sempre di più a una raccolta di singoli.
Qui trovate in anteprima i testi di tutte le canzoni, accompagnate dai disegni di Matteo Biserna.
01. John Fante
Io sono il suon del gong quando non c'è più tempo
i tacchi di mia madre per le scale la mattina presto
il digrignare i denti bestemmie in dialetto
le mani di mio nonno le grida del martello
un'altra notte bianca come la via lattea
che ho bevuto il mondo e adesso sbocco una galassia
le preghiere sottovoce di un amico in gabbia
qua la morte suona dolce come uando sei sott'acqua
quando un come stai? Suona come una minaccia
arrivò pure il silenzio a raccontarci della tua scomparsa
guardo il rumore in lontananza mastico baccano
la penna uccide il pentagramma note di un mortaio
parla piano non dire cazzate
da un po' non mi confesso padre
sento il cuore battere dentro al torace
il suono delle corde il rock e le chitarre
il fruscio gigante delle pagine di John Fante
il suono dei piatti nel lavello
quel fischio nelle orecchie quando perdi sul più bello
l'ansia che gratta nelle ossa se l'hai chiusa dentro
botte contro il muro che era meglio dare al mento
questo è il mio cerchio di fuoco la mia prigione
a fare salti nel vuoto qualcuno poi ci muore
infatti Lanfi è morto scordati il suo nome
da quando il cerchio l'ha chiamato Moder
02. Viale Roma
Io stavo in piedi ad aspettarti tra i cipressi e il fango
a raccoglierci da terra in pezzi di cristallo
tavole da skate cuscinetti di metallo
i buchi sulle airwalk
sulle panchine i lupi che vendevan taglio
fuori dal cazzo che stiamo lavorando
non toccarmi non ti conviene giocavo a fare il matto
che poi mi è andata bene sempre fuori anche con neve e ghiaccio
le sigarette in tasca le cassette nello zaino
in disco solo punk e infatti io non ballo
mi sballo nel parcheggio li di fianco
fanta e martini bianco
come il booster due senza casco
vita quant'è che stiamo duellando
che tanto vinci tu
è una questione di tempo
il cielo semrava blu
quando ollavo sul muretto
fai su fai un filtro fai presto
mentalità da fast food
ingoiavamo per sboccare al cesso
tequila bum bum
chiusi in appartamento
senza riscaldamento
che pacco questa merda non fa effetto
il nostro film avrà un finale perfetto
poi puff hanno cambiato canale sul più bello
Sento come l'ansia salire su
il cielo è come un trucco cade e cola giù
ma so che ci si rivedrà ancora
ci si becca dopo in viale Roma
Poi d'un tratto la tavola la usavo meno
puntati la sveglia alle sette e mezza hai il treno
oh becchiamo i posti cazzo è sempre pieno
col primo scemo dicevo spostati o ti meno
ridevo ma se partivi io c'ero
che se volan due schiaffoni mica mi tiro indietro
sembrava un vicolo cieco ma se vai ti seguo
mescolavo i Sangue Misto coi Lag wagon
gli altri dicevan genio per i nove in storia
che poi mi hanno bocciato perchè non andavo a scuola
cazzo me ne frega del diploma
e intanto quell'estate son l'unico che lavora
lanfi non si trova
l'ho visto l'altra notte in viale roma
mano nella mano con l'angoscia
in una città nuova stavo sui binari
guardavo avanti poi pensavo indietro ed espiravo draghi
solo quindici anni e troppi morti accumulati
i morti presto i vecchi li chiamano sfortunati
ho ricordi scordinati di quei giorni scorticati
adolescenza mi dispiace ci hanno scollegati
fai su fai un filtro fai presto
mentalità da fast food ingoiavamo per sboccare al cesso
il nostro film avrà un finale perfetto
poi puff hanno cambiato canale sul più bello
Sento come l'ansia salire su
il cielo è come un trucco cade e cola giù
ma so che ci si rivedrà ancora
ci si becca dopo in viale Roma
lamentarsi non serve
se non hai soldi tocca fare il lavapiatti la vita fa differenze
in cattive acque senza salvagente
perchè il padre manca come i soldi in banca contano le assenze
giravo solo in strada fantasmi nei tombini
io sempre giù di tono voi sempre su di giri
certe cose non le puoi nascondere
e intanto la mia tavola è li che prende polvere
Sento come l'ansia salire su
il cielo è come un trucco cade e cola giù
ma so che ci si rivedrà ancora
ci si becca dopo in viale Roma
03. Mauro e Tiziana
Quando ho aperto gli occhi era notte tarda
io non ricordo niente erano gli anni ottanta
quelli di Craxi e dell'alta finanza
sognando Manatthan
dei fantasmi nei parchi con gli aghi alle braccia
l'Italia che vince tre a uno ai mondiali di spagna
l'Italia di Pertini di Zoff quella di di Smaila
Rino Gaetando che lascia Aida senza salutarla
Bologna salta mentre suina un disco di Dalla
era l'Italia dei tempi di abbondanza
l'Italia di stai zitto riempi la pancia
la domenica snata gazzetta e fernet branca
il mondo cambia e la lotta di classe è al bar non in piazza
mi hanno battezzato tra il mare e la campagna
acqua benedetta tra le saline e la spiaggia
un bambino non conosce il male non sa dargli una faccia
io disegno sorrisi su pezzi di carta
mio padre lavorava e non aveva niente in tasca
mia madre stava a cas con mia sorella in pancia
io già volevo scappare di qua
chissa cosa pensava mio padre alla mia età
Ma da quant'è che non guardi su
non dovevamo vederci più
guido senza meta con quel disco in loop
in tasca ho cinque euro e un pacchetto di winston blu
hai visto bene come vivo
come posso spiegarti come scrivo
per cambiare basterebbe un tentativo
e intanto un altro giorno è finito
e io correvo sui prati avevo i vestiti strappati
i canditi le giostre i gelati le estati sui viali
le elementari i dettati Baggio e Schillaci
imparavi a farti furbo o a nascondino contavi
in primavera in bici senza mani
d'inverno poi ti ammali
l'autunno foglie gialle dipingevano i rami
han detto siete tutti uguali ma ci hanno mentito
chi nasce senza niente in mano chi ha il poker servito
il primo bacio il primo tiro al gusto di proibito
poi mio padre è morto senza preavviso
quel giorno lo sfondo si è fatto grigio
di colpo ti cambia il mondo ho salutato il porto mi sono trasferito
ti sei mai sentito niente sai fa un male cane
morire per le feste il giorno di natale
è il tuo regalo da scartare immaginavo di volare
mi aggrappavo al cielo mi scordavo di tornare
in classe dicevano cresci adesso esci
io parlo ancora coi muri perché sanno tenere i segreti
e già volevo scappare di qua
chissà cosa pensava mio padre alla mia età
io sono il figlio di Mauro e Tiziana del loro sangue
figli di Gastone e Verdiana di Maria e di Walter
quanta strada alle spalle e quanta ancora da farne
queste sono solo storie io amo raccontarle
Ma da quant'è che non guardi su
non dovevamo vederci più
guido senza meta con quel disco in loop
in tasca ho cinque euro e un pacchetto di winston blu
hai visto bene come vivo
come posso spiegarti come scrivo
per cambiare basterebbe un tentativo
e intanto un altro giorno è finito
04. La volpe e l'uva
Io vi ho tutti qui vicini vivisezionati
Che quando scrivi non vivi dividi tutto in frasi
oh sì mami nocche rotte al freddo zero gradi
nascosti nei giubbotti occhi rossi un po’ ossidati
ostinati a stare tra i detriti in mezzo ai casi umani
gomme dei motorini tracciavano confini immaginari
pomeriggi scanditi da quei cd graffiati
tentativi falliti noi marciti emarginati
ve lo sareste immaginati
che un giorno non ci saremmo quasi salutati
e ci siamo abituati
il destino muove fili e a noi ci ha slegati
più che fratelli meno che amici ci siamo capitati
mi hai detto ti ho visto in tele è stato bello
ma era meglio quando la notte faceva da mantello
il cd nello stereo è ancora quello il resto è diverso
l'anima ha le toppe il tempo lascia il segno
ancora appresso al rap / come 15 anni fa
qualcuno c'ha / l'azienda qualcuno la felicità
qualcuno fa / ancora i festini ad Mdma
e Marco come sta? E Andre dove sta?
È strano spesso ci chiediamo dove andiamo
ma il tempo passa presto e non andrai lontano
Cazzo! Sono le quattro parla piano
sto sopra i marciapiedi che sanno come mi chiamo
tu metti tutto in replay
pure la cotta per lei
arerò le ossa dei morti William Blake
may day mi sono perso
dentro questa nebbia
torno a casa presto
ora che ho qualcuno che mi aspetta
ha ragione lei non sono mai cresciuto
mic a muso duro
per rubarvi il posto che non ho mai avuto
3000 gradi fahrenheit le barre le chiudo
rima dopo rima la voce gira sai cosa sputo
l'hai saputo
Nico è uscito è stato anni in cura
Martina l'ha lasciato non riusciva era troppo dura
non credere a nessuno specie quando giura
non chiedere troppo alla vita la volpe e l'uva
sono le 4 e diluvia e non so che chiedere
ho raccolto i dubbi nei bordi di un posacenere
questa è per Ivan che era già un ometto
cresceva suo fratello e sorrideva preparato al peggio
marco come sta filo dove sta?
Ci vediamo presto se dio vorrà
Andre come sta? luca come sta?
ci vediamo presto se dio vorrà
05. Tra i denti
Stanotte le ore si fan piccole gli nocchi fessure
pomate al cortisone contro le scottature
occhiali da sole vampiri alla luce
io che parlo alle note in queste stanze mute
fai due conti hai ragione ma sbagli il modo di porti
hai costruito una prigione solo coi tuoi sogni
perdi colpi perdi soldi ai ferri corti
io non capisco quanti rischi corri
cristo quanto mi sconvolgi
hey tu perché cazzo mi ascolti
che in fondo a fare 4 rime siamo bravi in molti
e i sentimenti li ho nascosti tra i miei mille sforzi
ci vediamo sempre sbronzi sempre negli stessi posti
sempre con gli stessi stronzi
io che urlo sempre ai sordi
tu che le risposte ce le hai sempre quando me le porti
i miei rimorsi tra maglie sgualcite calzini sporchi
mi strappo rime dalla carne in queste notti insonni
non ho altro sudore freddo sangue caldo
e più si avvicina il traguardo
e meno voglio attraversarlo
qui nessuno è sceso in campo
quando ho chiesto il cambio
e il mio futuro è come il fumo non riesco a afferrarlo
io colleziono fallimenti archivio ogni mio sbaglio
e se vi piacciono così tanto li vendo al dettaglio
io colleziono fallimenti archivio ogni mio sbaglio
e se vi piacciono così tanto
quello che so è che quello che non ho è quello che mi manca
che una manciata di amore non coprirà la rabbia
ho un avvoltoio sulla spalla e un pugno di sabbia
e so che un cuore troppo grande prima o poi si spacca
ogni contatto è negato avvolti dal filo spinato
riavvolgi il tempo sprecato raccogli se hai seminato
io rifaccio da capo mi faccio coraggio
sbaglio rifaccio da capo catena di montaggio
poi sai io ne ho pieni i coglioni
delle vostre opinioni
dei bicchieri pieni pensa di quelli vuoti
dei vostri dischi nuovi dei vostri dischi innocui
del rap del rock dell'indie degli addetti ai lavori
tu che cazzo vuoi che cosa pretendi
le storie più sono vere meno sono avvincenti
hey tu che cazzo vuoi che cosa pretendi
ho solo bestemmie e pezzi di unghie tra i denti
la prima legge è niente per niente
niente è per sempre
noi ci aggrappiamo a dubbi cercando certezze
i pugni fanno meno male di certe carezz
ferite come riassunti scritti sulla pelle
cerchi risposte in ste canzoni dimmi se le trovi
volevo guardarmi dentro se son rimasto chiuso fuori
con queste mani ruberò ogni minuto di speranza/ da quando c'è Matilde so a chi regalarla
con queste mani ruberò ogni minuto di speranza/ se non la farò franca spero solo che lo sappia
06. Il codice di Perelà
Noi
non ci siamo incontrati
siamo andati a sbattere
è questione di carattere
devi insegnarmi a piangere
ci addormentiamo con i sogni sulle palpebre
ma il vetro di murano è troppo facile da infrangere
un tiro mancino dall'emisfero destro
sei l'infinito più mi avvivino più ti perdo
che sta succedendo
qualcuno è sparito qualcun'altro è dentro
dio dammi una mano per dipingere il silenzio
ogni persona è un mondo il mondo è un universo
hey città è tutto chiuso ma abbiamo un conto aperto
prendi tempo mosaici bizantini passeggiate in centro
aperitivi un paio di martini così sei contento
mamma guardami
sono in piedi sui pedali come Coppi e Bartali
come quando mi insegnavi sono grande adesso calmati
scrivimi i tuoi occhi con le mani e dopo mandali
dai parla muovi quelle labbra
come fai a scappare dagli squali senza polmoni e braccia
io sto a galla sotto il peklo dell'acqua
ed ho un segreto so volare sopra sta città fantasma
io sono fatto di fumo come Perelà
adolescenti per sempre come Peter Pan
la vita che continua dopo la pubblicità
mi trovi sempre qua
volevi un altro pezzo rap
proprio te che dagli spalti mi gridavi ole
ho dato tutto a voi senza tenere niente per me
passi nervosi sul parquet
sono il mio dj set
sabato ad antidepressivi gin e schweppes e
mi sollevo sul terreno sulle scie dei jet
la pelle color panna le anime fumè
come i tuoi ray-ban demodè
in battaglia il soldatino senza gamba gioca a fare daitarn 3
bravo te che apparecchi per terra
perché a mangiar la polvere ci si abitua in fretta
che stai nel gruppo con chi aspetta
mentre chi è davanti è solo fa fatica a stare in sella
dai oh siamo un documentario sul disagio
chi sta male davvero ci citerà per plagio
se mi guardo bene mi sono estraneo
fammi un buco in testa e poi col cranio fai un salvadanaio
impara a farti male e a stare muto
a fare padre senza averlo avuto
a pregare senza aver creduto
quando scrivo addosso non ho niente sono come nudo
(Continua nella pagina successiva)
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L'articolo Moder: leggi in anteprima i testi di “8 dicembre” di Redazione è apparso su Rockit.it il 2016-10-31 10:27:00
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