L'anno 2021 portò al genere umano la nefandezza del covid variante delta ma anche la possibilità del vaccino, portò l'Italia in vetta del mondo con i risultati incredibili conseguiti nella musica mainstream coi Måneskin che vincono l'Eurovision, nel calcio con la nazionale che si aggiudica Euro 2020 e nelle Olimpiadi di Tokyo con l'oro mai neanche sognato di Marcell Jacobs ai 100m, la gara simbolo dell'evento. Uno tsunami di gloria e felicità che fa tanto morale e si aggiunge a un fatto incontrovertibile: l'italo reggaeton non funziona più come prima. Abbiamo già giudicato i tormentoni 2021 prima della loro reale esplosione e già tirava aria di disfatta per il ritmo latino posticcio e il ritornello con le parole tattiche in spagnolo.
Una sensazione diventata realtà quando sia io che il direttore Dario Falcini, ognuno situato in una diversa costa italiana, abbiamo ravvisato girando davanti agli stabilimenti balneari con il braccio fuori dal finestrino e la camicia alla Magnum P.I., l'assenza di Giusy Ferreri o dei Boomdabash, prontamente sostituiti da quella macchina acchiappatutto che è Mille di Fedez/Orietta Berti/Achille Lauro, ma sopratutto da Musica Leggerissima di Colapesce Dimartino che dopo essere diventata la canzone dell'inverno, d'estate ha continuato a fare il botto. Da 22 settimane è in classifica FIMI e non accenna ad uscirne, anzi. Pochi giorni fa a Casa Azzurri, gli atleti italiani festeggiavano le medaglie intonandola a cappella e se questo non è successo planetario, ditemi voi quale.
Anche Claudia Durastanti su Internazionale ha avuto la stessa sensazione, segno evidente che non ci siamo del tutto rincoglioniti con l'annichilimento solare, ma per provare la nostra tesi siamo andati a guardare le classifiche FIMI e lì l'evidenza si fa verbo: Blanco e Sfera sbaragliano la concorrenza (ma quelli sono milioni di ascolti teenageriali, poco adatti alla balneazione), seconda ovviamente Mille, terza Malibù di Sangiovanni, vero vincitore dell'estate commerciale. La prima sensazione reggaeton è targata Elettra Lamborghini con la sua Pistolero, poi arrivano anche tutti gli altri successi, senza fretta, senza prendersi la medaglia d'oro. Ci sono, è innegabile, ma non sbancano tutto come hanno fatto negli anni precedenti, e ci sembra già un gran segnale.
Tornando agli stabilimenti balneari, alle piscine all'aperto e agli aquagym, ma anche ai ristoranti e ai pub con musica all'esterno, che fanno un po' le veci delle discoteche chiuse, questa estate non la smettono di mettere un po' di musica leggera anzi leggerissima. Un successo, quello dei sue outsider Colapesce e Dimartino, che sembra raccogliere l'eredità delle canzoni per l'estate di Franco Battiato nella prima estate in cui il Maestro ha lasciato la forma terrestre per unirsi al cielo, quando i tormentoni non erano fatti un tanto al chilo solo per far muovere i culi ma per durare, grazie alla qualità.
Lo so, sembra di parlare di mobili in legno, ma provate a fare un trasloco con i mobili Ikea già montati per rendervi conto di quanto sarà difficile che reggano alla prova furgone. Ecco, il parallelismo sarà anche azzardato, ma le hit reggaeton degli scorsi anni (e quelle di quest'anno) sono come la libreria Billy che crolla non appena staccata dal muro, mentre le canzoni che durano nel tempo hanno una struttura del tutto diversa.
Prendete Summer on a Solitary Beach: parla di spiaggia solitaria, di annegare, di andare alla deriva, eppure quell'estate la ascoltarono tutti come già avvenne con la hit di Giuni Russo (scritta da Battiato) Un'estate al mare: apparentemente perfetta canzone estiva, nasconde il sottotesto di una prostituta che dalla strada sogna le vacanze estive. Stessa cosa per Vamos A La Playa dei Righeira, successone estivo che parla della paura tutta anni '80 della bomba nucleare. In un'intervista Colapesce mi ha rivelato che tutte le hit profumano un po' di morte, e pure se la frase era provocatoria, era piuttosto pertinente alla sostanza di cui parlavamo prima.
C'è un motivo se Musica leggerissima è diventata una tale hit: ha un sacco di livelli di lettura. È l'unico pezzo che parla esplicitamente di depressione, che fa da contraltare a una musica ballabile, anche se tutta in scala minore, che ti entra in testa e non va più via neanche con le bombe. Ha il suo balletto, seppur ironico e ha una struttura cantautorale che non la fa venire a noia dopo i primi 30 ascolti. In caso qualcuno sentisse la stanca per la versione originale, è uscito anche l'ep di remix fatti da geni di ieri e di oggi come Giorgio Moroder, Cerrone, Ceri, Fabio Fabio e Get Far.
Potrebbe essere l'inizio di una nuova stagione per la canzone estiva, meno caciarona e più focalizzata al contenuto, alla forma e alla sostanza. Ci auspichiamo che sia così, che non si torni nel 2022 alle 20 canzoni latine tutte uguali, che si fondono tra di loro in un magma che odora di olio abbronzante e disinfettante per le mani.
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L'articolo "Musica leggerissima" é il piú bel tormentone dell'era recente di Redazione è apparso su Rockit.it il 2021-08-04 09:59:00
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