Ci è parso di riacchiapparla davvero, quella normalità che da 2 anni stiamo disperatamente cercando di ritrovare. O almeno, ci piace pensare che sia così, guardando quanto attorno a noi ha ripreso a ingranare a pieno ritmo, sapendo quanto abbiamo chiesto a gran voce che si tornasse a fare musica dal vivo. Un entusiasmo esploso a ottobre, quando finalmente il governo aveva annunciato l'aumento delle capienze dei locali. Sapevamo che rimanevano delle criticità, e pure grandi, sapevamo che le difficoltà sarebbero ritornare presto. Eccole, puntuali e inevitabili.
Così almeno indicherebbe l'annuncio, avvenuto oggi, della cancellazione delle date del Blitz Tour di Cosmo, previste per il 21 dicembre a Torino e per il giorno successivo a Padova. Si trattava del seguito del suo concerto evento all'Alcatraz di Milano dello scorso 23 novembre: un evento pensato per guardare in faccia la paura con un sorriso e per concederci una lunghissima festa, convincendoci che sì, si può fare, come direbbe Gene Wilder in Frankenstein Junior.
Cosmo ci aveva creduto più di chiunque altro nel poter portare la musica a casa sua, nei club, con il pubblico presente per davvero. E aveva fatto bene, era necessario tenere acceso il fuoco di quella speranza. Per mesi si è battuto in prima linea per tornare a suonare in maniera sicura e responsabile, dopo l'incubo del lockdown.
Ora, in pieno dicembre, con Natale in vista, cadiamo di nuovo in un baratro di incertezza, mentre ci scivola per le mani l'euforia che ci aveva fatto saltare di gioia appena due mesi fa. Contagi che continuano a salire in maniera inesorabile, regioni che cambiano colore e si torna al semaforo dell'anno scorso, i punti interrogativi tornano a essere tanti, non c'è un contesto che ci faccia dire che si può tornare a fare musica dal vivo senza preoccupazioni.
Per esempio, proprio Padova, come tutto il Veneto, da lunedì 20 dicembre tornerà a essere in zona gialla. Impensabile, quindi, realizzare un concerto come Blitz con queste limitazioni. Difficilissimo, con queste differenziazioni, pensare a dei tour, eventi impegnativi, costosi, che necessitano di certezze. Potrebbero arrivare a breve nuove cancellazioni, insomma, tocca essere pronti anche a questo scenario.
Di buono c'è che, a differenza dell'anno scorso, abbiamo un vaccino, le terapie intensive non stanno collassando su loro stesse, c'è margine per essere fiduciosi nel futuro, ma il presente richiede ancora pazienza. Ne abbiamo avuta tanta, eppure altra ne servirà. Non è colpa di nessuno.
Anche perché, al di là dei problemi di chi organizza, la preoccupazione ha preso, di nuovo, gli spettatori. Sacrosanto. La prospettiva che una serata possa mettere in pericolo la propria salute o quella dei propri cari o anche "solo" costringere a passare le feste in casa è qualcosa che rischia di sovrastarci, finendo per far rinunciare a noi in primis a partecipare a concerti o altre attività fondamentali (lo abbiamo ripetuto sempre) eppure cui in un momento del genere si finisce per rinunciare.
L'epopea di Cosmo è lo specchio di quanto è stato complicato quest'anno – e di quanto evidentemente lo sarà fino all'ultimo – per la musica tutta, per chi la ama e per chi ha continuato a crederci fino all'ultimo per poi scontrarsi con tutti gli ostacoli possibili. Ma senza intestardirsi, e questo è fondamentale, a mettere a repentaglio la salute delle persone. Lo scenario che si prospetta per le prossime settimane rischia di sconfortare, dopo tutto quello che abbiamo passato e che speravamo fosse il passato. Non cadiamo in questo errore, non abbassiamo la guardia né perdiamo la gioia di fare ciò che amiamo.
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L'articolo Per la musica l'inverno sta tornando: niente panico, né disfattismo di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2021-12-15 14:40:00
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