Si è appena conclusa la 20esima edizione del Musica W Festival di Castellina M.ma (PI). Un traguardo invidiabile per una manifestazione dalle caratteristiche rare: un festival totalmente gratuito ed insieme una festa di paese su una collina toscana. Ampi parcheggi con un sacco di volontari e area camping rendono il soggiorno ancora più gradito. Dentro si mangia bene, si beve bene e ci si può perdere nel mercatino tentacolare, piuttosto fricchettone, come nella migliore tradizione del Granducato (dal Pistoia Blues all'Arezzo Wave). Quest'anno il cast è ricco e mi faccio 4 dei 5 giorni in totale. Il perchè lo capirete da soli.
Mercoledì 13 agosto: primo giorno, affluenza un po' sottotono, ma si rifarà ampiamente. Nel second stage suonano i Camillocromo, una sorta di banda itinerante che fa dallo swing alla musica balcanica, bravi-ma-basta. Sul main stage mi raggiunge un po' d'imbarazzo alla vista dei Fantasia Pura Italiana, alfieri di quel cantautorato teatrale un po' comico suonato da Riccardoni (nome in codice per quelli che amano smodatamente la tecnica), che proprio non è il mio genere. Regina della serata Levante, la cui band piuttosto tonica reca due Nadar Solo e un Bianco. La torinese incanta gli astanti, non tantissimi in verità perchè la Toscana non è così indie, in generale. Ha una gran voce, quello sì. Qualche goccia di pioggia non ammazza nessuno e la serata finisce bene.
Giovedì 14 agosto: storicamente il Musica W ama il metal e le sue varie declinazioni, quindi immaginatevi il megabordello per la serata Red Fang. Aprono i Noon e sono una sorpresa, con le voci maschili e femminili a rincorrersi dentro un'atmosfera blacksabbathiana. Per quanto mi riguarda, la migliore band della serata. I Mr. Bison sempre in rodaggio con la nuova formazione e i Nudist con la loro doppia batteria, post-metal potente, preciso e cattivo, precedono il main act. Non c'è un posto libero in tutta l'area festival. I Red Fang salgono sul palco e vanno di mestiere, col pilota automatico. La gente impazzisce. Li avevo già visti una volta, in Italia iniziano a essere famosissimi, una delle band di punta di quello stoner rock simpatico e un po' per tutti, che però non convince fino in fondo. Cioè, erano altri tempi quando i capi erano i Kyuss. Comunque pienone, gente contenta, quindi di cosa stiamo parlando?
Venerdì 15 agosto: come tutti gli anni, ferragosto è la serata dedicata allo ska e al reggae e io non partecipo ad avvenimenti in levare. Suonavano i Figli di Madre Ignota, tantissima gente, bene così. Io sono stato a casa.
Sabato 16 agosto: serata record di presenze per quest'anno. Sul second stage c'è Cisco (ex Modena City Ramblers) e, come dicevo prima, a vederlo ci andate voi. Ha sempre un bel seguito, inspiegabilmente. Main stage di carattere. Aprono gli In Zaire, combo di rock/sperimentale/psichedelia/afro/beat osannata fuori misura. Non so, ma assistendo al loro live ci sento odore di maniera. Però li ho visti suonare dietro una coppia di anziani che sono stati lì tutto il tempo a sorbirsi crescendo spaccaorecchie con una tale grazia che m'ha rimesso al mondo. Poi arrivano gli Appaloosa e si cambia registro. Sono la migliore live band italiana, senza dubbio. Il batterista, dinoccolato e sgangherato, non perde un singolo colpo, va dietro alle basi senza cuffie e monopolizza la visione. Gli altri si intrecciano in trame matematiche, si inseriscono negli spazi, agiscono e reagiscono all'interno di questa macchina perfetta. Il pubblico preso benone, balla fino allo sfinimento. La sorpresa arriva al live set (che credevo dj set e invece) degli Apes On Tapes, che confermano tutte le cose belle che abbiamo già detto dell'album e ne aggiungono di nuove. Hip-hop ed elettronica, remix, inediti, live vocals. La serata finisce nel migliore dei modi.
Domenica 17 agosto: ultima serata, dopo l'afflusso record del giorno prima, c'è il ripiglio. Sul second stage suonano i Folkabbestia che perdo volentieri, in favore degli Ornaments, che colorano di un rappacificante nero la notte, abbassando i bpm e l'accordatura, in attesa degli Alcest, band francese di shoegaze con influenze black metal che letteralmente incanta, ti porta per un'ora e qualcosa in un altro mondo nel quale fluttuare, avvolto dalle chitarre sature ma al contempo dolcissime, dalle voci soavi e dalla sezione ritmica tipicamente metal. Capelli lunghissimi, invidiabili. Un concerto da ricordare nel cuore, proprio. Finisce così la ventesima edizione e non resta che attendere la prossima, in questa che è per la costa tirrenica, l'unica reale occasione di confronto coi festival italiani di spessore. Ottima organizzazione, avanti così.
P.S. Qualche giorno dopo, a rota di palco, vado a vedere i Marlene Kuntz che suonano qui vicino. Un evento da segnare alla voce "cose da non fare mai più".
---
L'articolo La ventesima edizione del Musica W Festival di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2014-08-17 00:00:00
COMMENTI