(Mauro Ermanno Giovanardi dal vivo - Foto da internet)
Lo scorso ottobre, a Urbino, si è conclusa la settima edizione di Musical Box. Il concorso, da sempre attento alle nuove proposte della scena indipendente, ha premiato la cantante salernitana Denise. Quest'anno i finalisti non hanno potuto esibirsi, come di consuetudine, al festival Frequenze Distrurbate e per questo è stata organizzata una serata ad hoc con un ospite d'eccezione: Mauro Ermanno Giovanardi dei La Crus. Enrico Veronese racconta.
Ingannevole fu il titolo più di ogni altra cosa. Le Frequenze Disturbate si fanno ancora aspettare, ché l'edizione 2007 non si è celebrata, e la bagarre è slittata all'autunno. Musicutopia si regge sullo spirito di Fabrizio Antonelli, figura per la quale si ha la soddisfazione di togliersi dalla sedia, che fronteggia con Musical Box pure i capricci altrui. Salite le scale, Urbino appare rinserragliata sotto gli ombrelli e brulicante di fauna Erasmus: la cronaca dice che potrebbe succedere di tutto, tra i caseggiati a schiera nella foresteria cattolica.
Manifesti annunciano l'headliner Mauro Ermanno Giovanardi, nel mentre il giorno dopo si attende Morgan per un ghiotto piano-solo che mi fa pentire di vivere distante.
Intanto c'è della musica da ascoltare, sentire, valutare. Dalla scrematura nei mesi precedenti soltanto cinque band hanno accesso alla finale: dodici minuti di esibizione più intervista nei cambi-palco. Non amo i concorsi.
All'appello flettono gli Shadow Line, manco partiti dalla Capitale per indisposizione di uno dei membri: peccato, mesi di attesa svaniti come una bolla.
Apre Denise, da Salerno, con due scudieri e una damigella su un palco perfino troppo grande per lei, che si imbarazza timidamente nel rispondere. La ricetta è gradevole, già sentita ma corroborata da pezzi che stanno in piedi da soli: magari statica, scandita da programmazione, glockenspiel e fisarmonica. Una vocina opportuna ricopre i brani con poche pulsioni aggiuntive rispetto al disco, il chitarrista Alessandro di Liegro pare crederci di più.
Dopo di lei i veterani: Olocombustioni Paniche, assieme dal 1990. C'era Schillaci ai mondiali e i padovani già erano un gruppo. L'atmosfera teatrale penalizza il loro wave mood, specie nel singolone "Clean face": epici nella volontà e nelle premesse, vivono della voce potente in dote ad Andrea Longato. Fino alla terza band compresa, è il festivalino delle voci.
Pip Carter Lighter Maker, modenesi: incedere bluesy, spirito che vorrebbe essere Jennifer Gentle ma si ritrova Doors, 60 a manetta. Dal vivo forse i più convincenti, tra California e "Paperback writer", anche se da birreria. Il pubblico li acclama quando improvvisano. Chiudono palinsesto e classifica i Ti Amo Abbastanza: già Pedro The Lion non mi dice niente, figurarsi dei loro cloni pedemontani. Colorati à la vecchi Amari, gli innesti di Andrea Lovisetto (già Les Enfants Terribles) e Marco Lorenzoni dei MR60 non ribaltano la situazione di brani privi di appeal.
Mentre i con-giurati si radunano nei sotterranei per sentenziare come carbonari, sale Joe assieme a Lorenzo Corti, Fabio Barovero e Paolo Milanesi, per eseguire l'abusato repertorio di cover dalla storia italiana. I duemila euro in palio vanno ai Denise, che ci registreranno un disco e proveranno le loro carte sul tavolo del musical daffare, quello a cui si è votato il Fabrizio ducale: borbotterà, ma fra un anno sarà ancora in pista.
---
L'articolo Musicutopia-Aspettando Frequenze Disturbate - Urbino di Enrico Veronese è apparso su Rockit.it il 2007-10-18 00:00:00
COMMENTI