Lo scorso fine settimana si è tenuto, a ridosso della città di Napoli e precisamente nel quartiere di Soccavo, la terza edizione del NaDir (Napoli Direzione Opposta) Festival, manifestazione musicale indipendente e autofinanziata prodotta da attivisti e appassionati del settore culturale cittadino per innestare il gusto per la fruizione della musica attraverso una nuova prospettiva.
(One Dimensional Man, foto di Agnese Mari)
Tre giorni di concerti e non solo: fra dibattiti e presentazioni che incontrano varie sfaccettature d'arte, la matrice rock dell'evento si caratterizza con variazioni sul tema; fra gli headliners ci sono gli One Dimensional Man, c'è Mecna ed i Marlene Kuntz, cui è affidato il compito di portare a degna conclusione il NaDir.
Nella giornata di sabato abbiamo raggiunto il Centro Polifunzionale di Soccavo, location designata che grazie al lavoro dei volontari si spoglia degli eccessi di cemento per diventare a tutti gli effetti la cornice ideale per una manifestazione del genere. Fra espositori e area food&beverage molto curata in termini qualitativi e di varietà della proposta, è tempo per i primi gruppi in scaletta, che suonano con una certa puntualità: Travel Gum e La Bestia Carenne hanno il compito di scaldare la zona stage con le prime note della serata, e ci riescono proponendo i rispettivi lavori discografici più recenti, “Travel Vol. 1” e “Coriandoli”; peccato per l'affluenza momentaneamente bassa che non omaggia col giusto numero di timpani presenti la performance delle due band.
(Sula Ventrebianco, foto di Guglielmo Verrienti)
Sale il numero di presenti al calare del sole: è tempo dei Sula Ventrebianco, terzo act in programma. I musicisti partenopei capitanati dal carismatico Sasio Carannante fanno gli onori di casa al NaDir; forti delle molteplici partecipazioni nel corso degli anni a questa manifestazione, dimostrano di essere pienamente a loro agio sullo stage del Centro Polifunzionale: l'impatto sonoro è robusto, sostenuto al meglio dal lavoro dei fonici che ottimizzano l'impianto e la sensazione è quella di una ventata di stoner rock acido al punto di scuotere il pubblico dal torpore iniziale. Mai eccessive le pause fra i brani ed i parlati introduttivi alle canzoni: abbiamo a che fare con una band che meriterebbe più attenzione dall' intero panorama italiano, i tempi sono maturi ed i Sula dimostrano di poter ambire ad importanti evoluzioni.
“Pensavamo di non suonare quest'estate, ma ci hanno fortemente voluto in due situazioni specifiche e allora le abbiamo accettate facendone aggiungere qualcun'altra” (Marlene Kuntz)
Riverberano ancora le distorsioni nell'aria quando è tempo per gli headliner di introdursi al NaDir Festival: è la volta dei Marlene Kuntz, chiamati ad esibirsi nella serata conclusiva della tre giorni a Soccavo. Fin da subito è concreta la “botta” ritmica: Bergia & Saporiti dimostrano un buon feeling e le dinamiche batteria/basso colpiscono per coesione, forse il sound è un minimo sbilanciato verso il secondo strumento, a tratti invasivo nell'intera durata del concerto, ma sicuramente efficace.
(Marlene Kuntz, foto di Guglielmo Verrienti)
Ho osservato il live tenendo occhi e sensazioni oggettive, e le quasi due ore contornate da due encore e concluse con “La canzone che ho scritto per te” mi lasciano la sensazione di un ottimo esempio di rock in bilico fra cantautorato e melodie violente, stile e sensualità che diventano carne ed ossa nella figura del frontman Cristiano Godano. Ho sentito pareri contrastanti da parte dei fan più affezionati: setlist che non ha soddisfatto totalmente, band un po' incerta (forse frenata dalla prima apparizione live di questo minitour estivo), ma alla fine restano gli applausi ed i boati che si sono susseguiti da parte del pubblico accorso, in tarda sera, in buon numero.
(Gazebo Penguins, foto di Guglielmo Verrienti)
Si conclude così il NaDir Festival, una piccola realtà in continua crescita animata da ottimi valori etici e tante persone che hanno campeggiato al Centro Polifunzionale di Soccavo per prestare il loro servizio alla manifestazione. In piena periferia di Napoli c'è spazio per la bellezza, per la musica ma soprattutto per stare bene fra sorrisi e conoscenti.
C'è una forte idea artistica (che può piacere o meno) e la volontà di sperimentare variazioni in line-up: ingredienti che possono contribuire in modo determinante alla sana evoluzione di questo evento.
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L'articolo Napoli Direzione Opposta: il live report della terza edizione di Nadir Festival di Giandomenico Piccolo è apparso su Rockit.it il 2017-07-01 00:00:00
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