Classe 1995, bolognese doc una storia da raccontare in 12 capitoli. Luca Jacoboni, in arte Fosco17, ha pubblicato l'8 novembre il suo album di debutto Dodici mesi, che fa seguito all’uscita, a marzo, di un primo EP dal titolo Prima Stagione e alla partecipazione a Sanremo Giovani nel 2018 con il singolo Dicembre. Qua sotto, in anteprima per Rockit, il minidoc che accompagna l'uscita del nuovo album. A seguire due chiacchiere con Luca.
Il tuo disco è una sorta di romanzo in musica. Come scegli le tue storie?
Non le scelgo, in realtà. Quando scrivo vengono fuori riferimenti al mio immediato presente. Per questo spesso non racconto storie che ho vissuto in prima persona, ma quelle di qualcun altro. Quando non sono io il protagonista posso permettermi di viaggiare con l’immaginazione e inventarmi una sceneggiatura, senza sentirmi un bugiardo.
Ci sono scrittori che ti hanno influenzato particolarmente in questo processo?
Lo ammetto: sono un pessimo lettore, affianco al letto ho una libreria piena di libri che mi fissano, aspettando di essere letti. Mentre scrivevo il disco una delle cose che ricordo di aver letto è Bassotuba non c’è, di Paolo Nori, e a suo modo è stato fondamentale.
Perché il concept dei 12 mesi? Cosa è successo nei tuoi ultimi 12 mesi?
Odio i concept album, ma odio anche dare nomi alle cose, non sono bravo. È successo, peró, che stavo scrivendo un sacco di canzoni (la maggior parte le butto), un giorno le ho contate e quelle che mi piacevano erano dodici, l’ultima si chiamava I Nostri Dodici Mesi. Ho fatto due più due... ed è uscito il nome del disco.
So in che ordine cronologico sono state scritte, quindi è facile vedere come sono cambiato nei dodici mesi in cui le ho fatte. Poi, in realtà, le ho disposte in altro modo, se uno ci fa attenzione può seguire i cliché di qualsiasi storia.
Cosa porterai in giro live?
Siamo solo in due sul palco, ma suoniamo più che possiamo. Avrei voluto un’orchestra ma purtroppo è fuori budget. Dovrete quindi accontentarvi del mio faccione e di quello di Luca Rizzoli (un batterista magico). Live le canzoni prendono una seconda o terza vita, sicuramente molto meno riflessiva, ma più strafottente e aggressiva. Fare musica in studio è la mia cosa preferita al mondo ma non c’è posto in cui mi senta bene come sul palco. Se vi capita fossi in voi passerei.
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L'articolo Nell'ultimo anno Fosco17 è cambiato parecchio di Redazione è apparso su Rockit.it il 2019-11-29 12:00:00
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