Quinta uscita della rubrica di Rockit “Magazzino Tecnologico Italiano”, appuntamento tutto e sempre conferito alla musica italiana techno ed house. Regole della rubrica: nessuna classifica, ordine sparso nella scelta dei cinque artisti proposti e tanti sottogeneri musicali a questi collegati. Si riparte con:
Neverdogs
All’inizio degli anni ’90, in Italia, la figura del dj così come la identifichiamo oggi, in maniera del tutto scontata, non rappresentava un’associazione mentale così nitida. Erano quelli, però, gli anni in cui Tommy Paone e Marco De Gregorio facevano gavetta e si proponevano già come abili mixatori mentre, nel frattempo, costruivano tra i file dei loro primi campionamenti una solida base che li avrebbe poi portati verso un’eloquente carriera da produttori, protagonisti in Italia e non solo. Partendo dalla provincia, quella di Catanzaro, e muovendosi verso una città più ricca di opportunità, quella di Firenze, raggiunsero agli albori dei ‘00 il luogo dove far nascere quello che sarebbe poi diventato una delle collaborazioni più solide e performanti all’interno del panorama tech house italiano: Neverdogs. Groove, funky e sonorità mutuate dalla deep house conducono ad un suono palleggiato tra la cassa che mai stanca o avvilisce e un soundscape sempre digitalizzato ad altissima fedeltà. Non è poi sicuramente un caso se bacini musicali e culturali come quella del BPM Festival in Messico hanno avuto il piacere di ospitare i Neverdogs all'interno della loro acclamata scenografia.
Max_M
“Sometimes his music is very unplayable, but I love it. He lives in a country with a lot of problems, and I think his tracks reflect that. […] It's not simple music". Da queste semplici dichiarazioni rivolte a Stanislav Tolkachev apparve già evidente come Massimiliano Magrini, in arte semplicemente Max_M, intendeva la creazione della musica techno: intrinseca, elaborata, ermetica ed impressionista allo stesso tempo, parallelamente sci-fi e reale. E il catalogo della M_REC LTD, label creata a Milano da Max_M stesso nove anni fa, non è nient’altro che lo specchio del suo stile, oltre che divenire la casa di tanti artisti italiani e stranieri abili a saper balzare dallo swing digitale, come dichiarato dalla critica, al primo letfield fino al grigio voluto dell’industrial. Tutti questi aggettivi, sottostili o definizioni valevano, infatti, anche per le produzioni di Max_M. Un mondo sonoro che è possibile, ormai e purtroppo, descrivere solo utilizzando tempi al passato. Colpa del cancro e delle sue storie tragiche che anche nel mondo della musica si porta dietro.
Gianni Firmaio
Nel migliore dei casi, lo spirito musicale portato avanti da “Magazzino Tecnologico Italiano” è possibile racchiuderlo nelle produzioni, ad esempio, di artisti quali Gianni Firmaio. Giovane proveniente come tanti altri dal giro campano, Firmaio risulta essere anche il fondatore, qualche anno fa, di una propria etichetta dal nome Mushroom Smile Record, che ha come obiettivo quello di poter dar sfogo ad amici e giovani coltivatori e produttori di generi come tech house, acid e pura house. Quest’ultimo genere fu non a caso termine di apprendimento agli inizi del curriculum artistico di Firmaio stesso, data la pubblicazione, datata ormai 2011, dell’ep intitolato “Walk With Me”. Certo, fu un’uscita ancora acerba e giovanile, ma che da lì a poco si sarebbe trasformata ed evoluta in una sfilza di campionature tech house senza presunzioni ma prive di critiche, tanto riescono convincenti oltre che facilmente godibili. Riferimenti per possibili approfondimenti di ascolto? “ABC ep” e “Luck ep”.
Leonardo Gonnelli
Stazionando ancora in zona fiorentina, ma saltando invece a piedi uniti più dal lato house, Leonardo Gonnelli è anch’egli, comprensibilmente, un personaggio da segnalare in rubrica. Cassa rotonda ed avvolgente, voci squillanti e medi-alti ben scanditi sono la sua arma d’attacco durante le registrazioni. Carriera costellata da super collaborazioni con nomi altisonanti quali Stefano Noferini o The Mekanism non fanno altro che spiegare quale sia l’outfit musicale di Gonnelli all’interno del panorama house attuale. Non a caso il suo stile è presentato spesso in copertina tra le opzioni disponibili all’interno della famosa Records Deeperfect. Sul fronte live da segnalare, anche per lui, importanti partecipazioni al Sonar Off Week di Barcellona e soprattutto al BPM Festival, cioè, dove la tech house italiana si è potuta, anche per lui e ancora una volta, insinuare tra la piena della bolgia messicana.
Mattei & Omich
“Waves”, “UMC Crew”, “Joynight”, “Joycafe” sono tutti appellativi radiofonici che hanno reso conosciuto nel corso del tempo Patrizio Mattei e Danny Omich alla corte di Radio m2o. In “Magazzino Tecnologico Italiano” risulta doveroso sottolinearne la presenza causa musica del duo davvero pronunciata, ritmata, motivata da un’alternative dance inedita e da blocco interminabile delle meningi su melodie ben studiate e pungenti. Come spesso accade ascoltando hit da possenti incesti tra house e nu disco, l’effetto è quello di saper apprezzare la scelta di sostenere una cassa sempre carica e invasiva ma ancora miscelata al funky (vedi la superhit “God Make Me Phunky”) oppure ad un big beat di ampie smussature (nel loro singolo più celebre “Drop The Bomb”). Tutto ciò fa comprendere come Mattei & Omich siano artisti che a tutto tondo sanno districarsi ai confini della musica house, dove il ciglio di confine è posto in congiunzione a mondi musicali differenti, riuscendo così a non apparire, infine, dei qualunque disk jockey che “passano i dischi” in radio.
Terminata la quinta uscita di “Magazzino Tecnologico Italiano”, occorre adesso spoilerare uno dei nomi principali della prossima uscita, tra due mesi esatti: in piena filosofia techno, sfoggiando sul live set una barba a dir poco socratiana, parleremo di un certo Raffaele Attanasio.
---
L'articolo Magazzino Tecnologico Italiano: la rubrica sulla tech house italiana di Danilo Giordano è apparso su Rockit.it il 2018-05-30 10:24:00
COMMENTI