Niente suona come il tufo di Open Sound

Su, giù e letteralmente dentro Matera si svolge un festival unico nel suo genere, con artisti e produttori che si mettono in gioco con la tradizione lucana e portano le loro sperimentazioni a scavare dentro le grotte della città. Il nostro racconto dell'incredibile edizione di quest'anno

tutte le foto di Avie Studio
tutte le foto di Avie Studio

Non fai in tempo a salire che è già ora di scendere. Matera funziona così; e se conosci bene la città, sai che esiste anche una parte "in pianura", o almeno così si dice, ma io ho sempre camminato in salita. Certo, qualche volta c'è anche una discesa, ma sapete che dura sempre troppo poco. Open Sound esprime e narra il concetto di Land Music Experience, una ricerca sui paesaggi e sui territori attraverso suoni, ritmi e riti ancestrali proiettati verso il futuro. Ideato, prodotto e curato dall’Associazione Culturale Multietnica, questo progetto è una vera e propria immersione nella conoscenza del territorio lucano. Ogni ospite arriva consapevole di far parte di un mosaico ricco di storia, e ogni esibizione ha la forza di essere unica e irripetibile. 

Scriverlo può sembrare strano e figlio di un comunicato stampa, ma rende pienamente l’idea di ciò che accade: dovete mettere da parte ogni vostra idea su come funzioni un live set, un concerto o un DJ set. Per cominciare, parliamo della location dove si svolgono queste attività: il cuore pulsante di questo festival è Casa Cava, l'unico centro culturale ipogeo al mondo, riconosciuto come luogo di prestigio dalle riviste internazionali di architettura e simbolo della parabola storica e della rinascita culturale di Matera. Nato come cava di tufo, poi abbandonato e utilizzato come discarica, questo spazio è stato infine trasformato in un centro dedicato alla creatività giovanile. All'interno di questo luogo, che lascia sinceramente senza parole, mi siedo e vedo Venerus durante il venerdì del festival realizzare un live set sperimentale in cui l’artista si diverte, prende ispirazione da tutto ciò che sta vivendo in prima persona e suscita grande interesse nel pubblico che ha riempito lo spazio. Non è un festival dove si balla la techno in un parcheggio di 5 km quadrati fino alle 7:00 del mattino. Dimenticate tutto questo e sedetevi: è davvero un'esperienza unica. 

Il pubblico è educato, comprensivo e partecipe, diventando protagonista di questo festival. Non ci sono 5000 persone, lo spazio non lo permetterebbe, ma ogni individuo presente contribuisce a un dialogo più ampio che nasce dal territorio, si sviluppa nella performance e viene arricchito dall’interazione con il pubblico. Molti sono giovani under 25, qui per ascoltare dal vivo i Thrucollected, capaci di rompere ogni schema. Dentro Casa Cava si canta, e la voce di Altea risuona per tutta la città. Una città che rimane illuminata fino al mattino, dove il silenzio diventa il suono più raffinato, un luogo dove perdersi osservando un panorama che lascia davvero senza parole. Il live dei ragazzi trascina il pubblico, e mi rendo conto che forse sono già troppo vecchio, ma l’energia che trovo in tutto questo ripaga ogni chilometro percorso. La prima giornata si concluderà in un locale nella parte “in pianura”, ma io non ci andrò, perché per me la parte in pianura non esiste. Resterò invece a parlare di Matera e delle idee degli organizzatori fino a tarda notte, mentre la città, sempre illuminata sullo sfondo, sembra pronta per un set cinematografico.

Non solo festival e performance: durante queste giornate è stato presentato anche il primo progetto discografico di Open Sound, "OSA 2.3 Reliving Lucania", disponibile sia in vinile che in digitale grazie alla collaborazione con Hyperjazz Records. Questo progetto segna un momento cruciale nell'evoluzione della ricerca e della sperimentazione sonora di Open Sound. Realizzato con il sostegno della Fondazione Matera-Basilicata 2019, il disco è il risultato del percorso intrapreso nel 2023 con "OSA", il format distintivo di Open Sound, in cui suoni ancestrali e contemporanei si fondono attraverso una call, una residenza co-creativa e uno show finale inedito, ora immortalato su disco per aggiungere e consolidare un nuovo capitolo. Registrato interamente in presa diretta durante la performance esclusiva di OSA 2023, l'album è un caleidoscopio di sonorità che richiamano radici, paesaggi, rituali e mistero. Tra i protagonisti troviamo il produttore e autore del lato B Maxwell Simons, selezionato tramite la call OSA di Open Sound, insieme a Rocco Rampino come guest producer, l'arpista lucana Daniela Ippolito e le creazioni visive di Walter Giordano, che hanno ispirato l’artwork del vinile. Il disco è stato stampato da Greenyl, realtà specializzata in vinili innovativi, riciclabili e privi di PVC, prodotti con energia rinnovabile autoprodotta, rendendo "OSA 2.3 Reliving Lucania" uno dei primi dischi a basso impatto ambientale.

Uno degli aspetti più affascinanti di questa manifestazione è la discrezione con cui è possibile scoprire attività correlate in luoghi sorprendenti. Un esempio emblematico è il TAM (Tower Art Museum) di Matera, dove sono proiettati due lavori di grande interesse: "Quarantine Scenario" di Casino Royale e Pepsy Romanoff, nato durante la pandemia, e "Suite OSA", una performance collettiva inedita dell'Open Sound 2020, presentata a Matera sulla Terrazza di Palazzo Lanfranchi sotto la direzione musicale di Giorgio Mirto. Apprezzo particolarmente questo spazio per la sua eccezionale selezione editoriale, che include poster, serigrafie e pubblicazioni di case editrici indipendenti. Curato nei minimi dettagli, questo luogo rappresenta un punto di riferimento significativo per l'intera Europa, contribuendo alla ricerca contemporanea nel campo artistico.

Un altro luogo inaspettato e ricco di sorprese sono le terrazze di Ecoverticale, affacciate sul Sasso Barisano. Qui è possibile ammirare una splendida mostra a cielo aperto di Michele Battilomo e Federica Danz. Questo spazio è anche il cuore produttivo del festival, dove ho avuto modo di ascoltare spesso il direttore artistico, Alioscia Bisceglia, condividere la sua visione del festival. È stimolante osservare come si possano tracciare percorsi in luoghi così suggestivi, rendendo questo festival disruptive nella capacità di ridefinire la percezione di un evento musicale incentrato su elettronica e sperimentazione. Non si tratta di una manifestazione caratterizzata da grandi sponsorizzazioni o da video in cui la gente balla techno fino all'alba in qualche hangar, ma piuttosto di un vero e proprio viaggio che esplora la connessione tra tradizione e innovazione della terra, qualunque sia l'ospite coinvolto.

Una delle foto in mostra di Michele Battilomo
Una delle foto in mostra di Michele Battilomo

Con discrezione e un tocco di entusiasmo per la location che ospiterà il suo live set, James Holden si prepara, avendo affrontato qualche salita proprio come me. Durante la giornata, ha approfondito la conoscenza del territorio, ha assaggiato un dolce tipico, il cui nome ora mi sfugge, e si è avvicinato alla sua musica con un nuovo spirito in questa città. Il pubblico, come sempre curioso, è oggi leggermente più maturo, ma la vera vittoria di questo festival è stata quella di riunire una vasta gamma di persone, dai giovanissimi agli adulti innamorati del proprio territorio. C'è Matera, c'è la Basilicata, ma c'è anche un po' del resto del mondo, proprio come quando si giocavano partite di calcio tra la squadra locale e una selezione di giocatori all-star da tutto il mondo.

L'atmosfera è più quella di una festa che di un festival, un momento di scoperta e interesse, come se fossimo immersi in una mostra perpetua in continuo movimento. Nulla è banale: la città è illuminata fino al mattino, e ci sono le ultime salite che mi conducono a una villa, dove mi portano per un saluto finale. James Holden, sorridente, è acclamato per il suo set, e poi c'è la mia ultima discesa, da solo, con l'alba ormai vicina. Finalmente scopro l'esistenza di una parte pianeggiante; la percorro, e alla mia sinistra tutto è illuminato. Suoni e sapori sono ben impressi nella mia mente, mentre il giorno si avvicina con la solita discrezione. Questo, per fortuna, non è il solito report di un festival, ma un sincero "speriamo di rivederci presto", perché certe cose hanno un valore che non si può catturare dentro un foglio Excel.

Open Sound potrebbe diventare il tuo prossimo festival preferito, perché mette in discussione tutto ciò in cui credi e ti permette di vivere davvero il territorio. Stop, sono arrivato. Domani c'è un'ultima salita, ma questo, forse, non vi interessa.

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L'articolo Niente suona come il tufo di Open Sound di Teo Filippo Cremonini è apparso su Rockit.it il 2024-08-13 11:37:00

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