(Le luci della centrale elettrica)
A Torino si è tenuta una grande serata che ha riportato l'attenzione sull'uso dell'energia nucleare. No Nuke - fortemente voluta dalle associazioni Terra Madre e Slow Food - ha raccolto molti dei nomi più famosi del panorama italiano, tutti intervenuti senza percepire alcun compenso. Si respirava l'atmosfera dei grandi eventi. Federico Rosa racconta.
A venticinque anni dallo storico concerto tenutosi nel Castello Del Valentino, e a ventidue da Chernobyl, venerdì 24 ottobre 2008 la musica italiana ha espresso la sua posizione a favore dell'ambiente, in particolar modo dalla difesa dei rischi di uno sprovveduto e massiccio uso dell'energia nucleare. Il titolo della serata era appunto No Nuke, appuntamento inserito all'interno della rassegna del Salone del Gusto e di Terra Madre promossa da Slow Food. E' importante sottolineare come gli artisti non abbiano percepito neanche un centesimo dell'incasso (ingresso dodici euro, roba che neanche ti paghi il dj set di Boosta), devolvendo l'intero ricavato al sostegno di progetti di energia alternativa. E' ora di spegnere le luci nell'avveniristico Pala Isozaki, luogo quanto mai bello e quanto mai poco adatto a fare musica. L'aria che tira da queste parti è quella dell'evento, i giovani si dimostrano sensibili al tema e riempiono il palazzetto (si parla di diecimila persone).
Parte Le luci della centrale elettrica, la sua rabbia e il suo talento incantano gli spettatori, chi lo conosceva era curioso di ammirarlo e a chi era sconosciuto ha fatto brillare gli occhi per l'emozione. Ha conquistato non pochi consensi nella serata. Si passa, poi, alla vorticosa ironia di Bugo. Il romantico e folle bohemienne ha intrattenuto la folla alla sua maniera scanzonatoria. Poi è stata la volta dei Linea 77. Dopo un breve omaggio a Vittorio Foa, hanno sparato un set duro e puro, con i migliori successi di oggi e ieri, presentandosi, come al solito in gran forma davanti al pubblico di casa. Poi gli Afterhours. Da brividi sulla schiena la versione di "You know you're right" dei Nirvana, occhi lucidi e pelle d'oca. La loro esibizione - rallentata da numerosi problemi tecnici - ha compreso anche la cover di "Redemption Song" di Bob Marley. Prima del gran finale, largo spazio ai temi seri, con lo stesso fondatore di Slow Food, Carlo Petrini, che ha preso la parola inneggiando ai principi di maggiore attenzione per la cura verso il nostro pianeta, con due attivisti di Greenpeace che sono intervenuti piazzando un manifesto No Nuke, in una coreografica discesa dall'alto. Chiudere in grande stile, a Torino, vuol dire farlo con i Subsonica. I cinque sono saliti sul palco carichi come miccette a capodanno, saltellanti e coinvolgenti come i bei tempi andati. Samuel, tra una strofa (dimenticata) e l'altra, continuava a ripetere al pubblico di aprire gli occhi e di non farsi prendere per il culo.
Nonostante l'acustica orribile, le amnesie di Samuel, i problemi tecnici degli Afterhours, e mille altre cose, non ho mai percepito un clima così coinvolgente che serpeggiava tra il pubblico. Questo dimostra che le rock star nostrane possono creare una coscienza civile, se trovano il coraggio e il modo di schierarsi possono aiutare a far aprire gli occhi a numerose persone. Certo non siamo al livello dell'alzata di scudi della musica americana contro il predominio Bush, ma secondo me, in questa serata di festa (storica), un grande piccolo passo è stato compiuto. E posso dire: io quella sera, c'ero.
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L'articolo No Nuke - Torino di federico è apparso su Rockit.it il 2008-10-24 00:00:00
COMMENTI (1)
io c'ero,è stato proprio un bel concerto!:)