Sei un mito, Gli anni, Lo strano percorso, Rotta X casa di Dio, Una canzone d'amore e Come mai. È passata a malapena mezz’ora e Max Pezzali ha già fatto fuori alcune delle cartucce più importanti dell’arsenale. Metà delle 60mila persone a San Siro ha già perso la voce e l’altra metà (compreso il sottoscritto) sta intasando Instagram con stories che contengono caption come “EPICO”, “NO VABBÈ PIANGO”,“STO MALE”.
Per festeggiare il trentennale della sua carriera, l’ex frontman degli 883 si è inventato due date, 120mila persone in totale, una produzione mastodontica, e ha impacchettato tutto sotto il nome di SAN SIRO CANTA MAX. E così è stato. Letteralmente, San Siro ha cantato Max per due ore abbondanti.
A un certo punto del concerto si lascia scappare la parola “tour”. Poi si corregge: "Vabbè, sono solo due date, ma è come se fosse un tour". Applausi, che qualche minuto dopo si fanno urla. "Era l’8 giugno 1990 e io e il mio migliore amico eravamo proprio lassù, sul terzo anello appena inaugurato. Ho sofferto di vertigini tutto il tempo". Cerca di riprendere un po’ di fiato dopo la prima infilata di canzoni del live. "Era Argentina-Camerun, la prima partita dei Mondiali di Italia ‘90. Ora vorrei invitare sul palco questo mio amico, che è arrivato direttamente da Parigi".
Mauro Repetto entra, ovviamente, correndo. Lo stadio lo accoglie con un boato. Soliti capelli arruffati e ricci ma completamente grigi. Gli hanno messo addosso una specie di guscio di quelli che usano i motociclisti per riparare spalle e schiena. Solo che non è in tessuto ma in rete, ed è anche ricoperto di laser rossi accesi. Si toglierà tutto l’armamentario molto presto (anche perché a Milano ci sono minimo 30 gradi), ma non prima di ballare come un tarantolato sulle vecchie glorie: Hanno ucciso l’Uomo Ragno, Non me la menare, S’inkazza. C’è qualcosa di davvero singolare nel vedere due ultracinquantenni fare mosse che qualsiasi chiropratico sconsiglierebbe e cantare: “Perché, in effetti, nessuno ti caga, sei troppo tesa, fai troppo la figa”. Ma loro erano gli 883 e sempre lo saranno, quindi tutto ok.
Se però un ritorno della coppia Pezzali-Repetto c’era già stato 10 anni fa per il ventennale, ad aggiungere ulteriore pathos c’è stata un’altra reunion a sorpresa: quella di Paola e Chiara. Su Nord sud ovest est, entrano le due sorelle Iezzi al seguito di trombettista e sassofonista. Visibilmente emozionate, giocano la parte delle coriste degli 883, che è stato ufficialmente il loro primo passo nella musica, quando erano poco più che ragazzine. Tutto attorno, ledwall e corpo di ballo completano l’atmosfera di un grande karaoke a cielo aperto.
Dopo un piccolo medley acustico, sale sul palco J-Ax, che in questa storia rappresenta l’unica nota amara. Come quando a una festa arriva il preso male di turno e getta un po’ di ombre in una situazione che non ne aveva minimamente bisogno. "Max questo non lo direbbe, quindi lo dico io", dice l’ex Articolo 31 dopo aver cantato con Max Sei la mia hit. "Ci siamo conosciuti negli anni ‘90 e siamo diventati subito amici perché tutti nella musica ci schifavano. Ma il 90% di queste persone ora non fa più un cazzo e noi stiamo facendo San Siro!". Boh.
Dimenticata molto presto questa piccola parentesi di celodurismo rancoroso che nessuno aveva richiesto, il live può arrivare al suo climax finale. Nessun rimpianto, Con un deca, La dura legge del gol (che in uno stadio ci sta sempre bene), di nuovo Come mai. Lacrime, accendini accesi, magari tra gli spalti anche qualche proposta di matrimonio sulla versione acustica de Gli anni: per com’è andata, questa cosa di San Siro Canta Max la farei anche a cadenza mensile.
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L'articolo Non saremo mai pronti a rinunciare agli 883 e agli anni '90 di ClaudioBiazzetti è apparso su Rockit.it il 2022-07-18 12:00:00
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