Dopo qualche mese di stop, torna "Pescato fresco", la rubrica di Rockit con cui vi presentiamo tre dischi che ci hanno colpiti particolarmente tra i centinaia che ogni mese si candidano per una recensione sul nostro portale. Vogliamo dare spazio a tutti, e questo mese parliamo di Sebastian O, Evil Knievel e Polemica.
SEBASTIAN O
Sin dal primissimo ascolto si capisce che Sebastian O avrebbe bisogno di un bravo produttore, ma sono molti i musicisti di cui ci siamo innamorati quando erano a uno stato poco più che embrionale. Si capisce anche che le canzoni hanno del potenziale, tra una reminescenza di Damien Rice e certe tendenze folk americane o nordiche, intime e legate ad ambienti acustici e confortevoli. Dalle note biografiche si apprende che Sebastiano Mattiazzi ha militato a lungo in band dal sound del tutto diverso, partendo dal progressive: forse per questo adesso ha deciso di spogliare tutto per arrivare dritto al cuore delle sue canzoni, e questo primo disco si lascia ascoltare con piacere, nonostante la produzione renda talvolta pesante l'ascolto di alcuni pezzi, e certe volte la voce si lasci andare a qualche patetismo di troppo.
EVIL KNIEVEL
In un pomeriggio un po' sonnacchioso in redazione, mentre le autocandidature scorrevano una dietro l'altra senza farci scollare gli occhi dallo schermo, ci siamo ritrovati involontariamente a fare un timido headbanging e tenere il tempo col piedino. Mano a mano che il disco andava avanti, qualcuno inziava ad alzare lo sguardo dal pc e a chiedere "Ma questi chi sono?". Sono gli Evil Knievel da Modena, la band giusta per un po' di rock'n'roll vecchia maniera fatto davvero bene, con qualche momento psichedelico e un'attitudine del tutto selvaggia. E ancora una volta siamo qui a dirci che i tempi saranno cambiati, ma rock'n'roll will never die. Nel leggere la bio si scopre poi che i componenti non sono dei new-comers, ma questo disco contiene una bella dose di freschezza lo stesso.
POLEMICA
Ci avevano fatto rizzare le orecchie con il disco del 2016, "Keep Your Laws Off My Mind", ma questo "Breach" dei Polemica scende ancora più nelle profondità di un rock (o di quello che ne resta, come dicono loro) abrasivo ma groovoso, tipo una versione light degli Shellac: in una parola "thinkrock", perché ancora una volta la politica occupa gran parte delle righe di testo, tra proclami, inviti all'azione e brani-manifesto. Grazie anche alla voce androgina di Hilary Binder, molto quadrata ma capace anche di inaspettati squarci di melodia, il quartetto italo-americano, per dirlo in una parola, spacca davvero.
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L'articolo Pescato fresco: 3 dischi che ci sono piaciuti tra quelli che si sono autocandidati su Rockit di Chiara Longo è apparso su Rockit.it il 2018-07-20 16:10:00
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