Nuova Scena 2: godibilissimo intrattenimento tv a base di rap

Sta per arrivare l’ultima puntata di Nuova Scena 2, e questo è quello che abbiamo da dire sul rap show di Netflix: un prodotto che funziona alla grande se non gli si attribuisce "compiti" che non ha

I tre giudici, foto Netflix Press
I tre giudici, foto Netflix Press

In attesa della stagione di Battiti Live e dei suo fratelli, la musica in tv si divide tra baracconate da villaggio turistico, game show da festa delle medie, drammi assortiti e casi umani alla ribalta. Poi c’è X Factor, che ha cambiato le regole del gioco ma ha fatto il suo tempo. Da due anni a questa parte Netflix – piattaforma diversa, pubblico diverso, obiettivi diversi – ha investito su un format internazionale dedicato al rap, che in Italia è stato chiamato Nuova Scena. 

La formula è la stessa di un anno fa. I tre giudici sono gli stessi – Fibra, Geolier, Rose Villain –, così come la scansione degli episodi: prima lo scouting dei concorrenti, poi varie fasi di eliminazione fino a individuare i nomi “forti”, che affrontano sfide via via sempre più professionalizzanti.

A cambiare quest’anno, in meglio, sono fotografia e regia.

Lina Simons e Eos alla Battle
Lina Simons e Eos alla Battle

COSA FUNZIONA

Non c’è paragone tra le prime due puntate “on the road” della serie e le altre sei. Troppo più forti, interessanti, cinematografiche le prime due. Pur non mancando la retorica – quella non manca mai, in effetti –, è bello vedere questi ragazzi rappare sui tetti delle case basse pugliesi o in mezzo ai Giardini Luzzati di Genova. In una serie che parla sempre di radici e cultura hip hop e che rivendica anche di fare divulgazione nel genere, queste puntate risultano molto più a fuoco e “utili” alla causa. A tal proposito un plauso a chi fa i cast: come guest degli episodi appaiono sì nomi più “chiamati” come Bresh o Luché, ma non mancano volti molto lontani dal mainstream come Kiffa (freestyler torinese) o Dj Double S. 

In generale per gli amanti del rap funziona tutto e alla grande. Le battle di freestyle, i cerchi (o chyper), i feat. eccellenti. Se vi piace questa roba, è difficile non goderne. Se non vi piace, è difficile non riconoscere che sia uno show ben scritto e ben prodotto.

COSA NON FUNZIONA

Molte parti suonano davvero finte. Attenzione, la tv è finzione, soprattutto quando non è in diretta (non a caso X Factor è un programma molto più efficace e godibile fino a quando non inizia la parte in diretta). Non c’è nulla di male. Solo che alcune suonano proprio fake. 

I dialoghi tra i giudici e i loro guest, che li portano in giro a scoprire le proprie città e le rispettive scene, sono credibili come una puntata di The Lady. 

Un’altra cosa difficile da digerire è l’effetto C’è posta per te che trasuda costantemente. Ok, il rap è un genere fatto di storie di riscatto, ma a volte lo “struggle” è davvero troppo. Ognuno con il suo vissuto terrificante, ognuno con i suoi demoni, paure, insicurezza, disagi grandi oppure enormi. Tutti o quasi i personaggi che emergono arrivano con bagagli personali molto pesanti, e gli showrunner ci tornano sopra di continuo. Ce n’era davvero bisogno?

Alcuni dei concorrenti
Alcuni dei concorrenti

I RAPPER

Questo è un non tema, a dire il vero. Non si guarda Nuova Scena per trovare il futuro del rap italiano, come sostengono invece i giudici del programma (ognuno fa il suo mestiere, d’altra parte). Allo stesso modo il futuro della musica pop non passa da X Factor, per fortuna. Tv e musica sono due cose differenti. Ciò che funziona da una parte non sempre funziona dall’altra e viceversa. 

Nel programma funzionano le storie (come visto al punto prima) e i personaggi, sono le cose che il montaggio riesce a fare brillare. Che quelli scelti fossero le migliori penne o i migliori performer del lotto non è così rilevante.

È inoltre un programma molto sbilanciato sul freestyle (per via della sua spettacolarità) e questo premia certi artisti, come Cuta. Tra i volti della stagione appaiono artisti già più o meno affermati nel saturatissimo panorama nazionale come Lina Simons e Camil Way, che non a caso sono anche i più credibili sul palco. Altri invece sono più nuovi e freschi, considerati più “futuribili” ma da un punto di vista strettamente artistico molto deboli.

Se si considera che il rap è un genere dove gli artisti più in hype, spesso, hanno 20 anni circa e a 30 sono già alle prese con l’eterna riproposizione di sé (qualcuno ha detto Money Gang?), considerare emergenti ragazzi di 25 o 30 anni ha poco senso.

Anche sticazzi, però: abbiamo ascoltato delle rime, abbiamo visto uno show fatto bene, ci hanno fatto divertire. Non è affatto poco. 

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L'articolo Nuova Scena 2: godibilissimo intrattenimento tv a base di rap di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2025-04-14 15:43:00

Tag: tvrap

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