Certo che chiamare un disco bestof2020, tutto minuscolo e tutto attaccato, sa un po' di presa per il culo. Ma best de che? Ok che i Monty Python ci hanno insegnato a guardare sempre al lato positivo della vita, però non che ci sia tutto sto meglio da ricordare dell'anno che ha sconvolto per sempre il nostro mondo. E infatti bestof2020 è un ep di 7 tracce che non arriva alla mezz'ora di durata complessiva. La firma dell'autore è anch'essa tutta in minuscolo: t vernice, già noto come Toni Vernice – a sua volta storpiatura del suo vero nome da parte di un ubriaco, ma questa è un'altra storia –, cantautore diviso tra il Piemonte e l'Abruzzo.
La strada di bestof2020 in effetti però inizia proprio nell'infausto anno del titolo. Più precisamente il 5 giugno 2020, quando fa la sua comparsa nella compilation di Asian Fake Hanami, assieme ad altri artisti che abbiamo imparato a conoscere nell'ultimo periodo, come Deriansky, Memento, Alda e Ceneri. Il brano con cui faceva la sua comparsa era due euro, che pur non comparendo in bestof2020, anticipa benissimo le atmosfere di stiracchiato pop psichedelico di cui brilla l'ep. Due euro è una sorta di ode alla gioia delle piccole cose, come trovare una moneta a terra, che fluttua su un morbidissimo intreccio di chitarra, basso e batteria. Groove con dolcezza e quotidianità che si fa sogno a occhi aperti, due ingredienti centrali nella formula magica di T.
Già la doppietta d'apertura del disco, d'altronde, parte proprio da qua. "Che brutta che sei, Pianura Padana, dal treno". Attacca così T Vernice in pianura padana, prima traccia dell'ep, senza però una nota di vero livore nella voce. Il grigio del panorama, a cui fa da contraltare l'arrangiamento onirico e la soffice melodia, è amplificato dal motivo per cui T è su quel treno, ossia la corsa disperata per aggiustare una relazione che ormai è destinata a finire. Così come plastica, dove scenari di catastrofi naturali fanno presagire come l'amore del protagonista non possa che fare la stessa, drammatica fine, prima di riprendere il tema poi in giro di notte, dove il sole scende l'orizzonte per lasciare spazio a sonorità più buie.
C'è un senso generale di ironia obliqua che fa sorgere spontanea la domanda "Ci è o ci fa?", ma poco importa la risposta: siamo già dentro lo sgambettato funk di sto benissimo, dove con tono quasi atipico T Vernice celebra la routine della vita da single, mentendo a sé stesso nel suo dire: "Non ho niente di cui lamentarmi". Perché è evidente come le ferite di questo cuore infranto non si siano ancora rimarginate, al punto che bestof2020 sembra diventare una sorta di esercizio terapeutico per buttare via le ultime, dolorose scorie di questa relazione. In questo senso funziona alla grande il canto tragicomico di balsamo, coi suoi richiami brasileri, il suo ritmo sincopato e il suo falsetto battistiano – riferimento onnipresente e inevitabile –, dove il sapore di papaya è l'unico, evanescente ricordo di una storia da superare.
C'è giusto il tempo di scatenarsi un attimo su correre, hit vivace e caleidoscopica, per arrivare alla placidità di un weekend pigro con talkingheads, in cui la band di David Byrne è più che altro un punto di riferimento per il videoclip, omaggio di Once in a Lifetime. Qua ci si trova a sciogliersi del tutto nella mente di T Vernice, un lento e consapevole abbandono con un sorrisetto sfacciato sulle labbra di questo Fantozzi scombinato prestato alla musica italiana.
E così scivola via bestof2020, che a questo punto svela del tutto la sua autoironia. Gli amori al capolinea sono il meglio dell'anno perché evidentemente il peggio è stato quel che è stato, quindi tanto vale ridere un po' di sé stessi, metabolizzare la malinconia con il riuscire a ridere di sé stessi, il tutto tirandone fuori un piacevolissimo psych pop da spiaggia torrida. Dannati Monty Python, dannato T Vernice, avevano ragione anche 'sto giro.
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L'articolo La nuvola dell'impiegato T Vernice di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2022-07-29 14:49:00
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