Sono i loro i primi a dirlo: "Quando ci siamo seduti per la prima volta intorno a un tavolo è stato chiaro da subito a tutti e tre che avevamo lo stesso fuoco dentro, la stessa passione e gli stessi obiettivi". Si chiamano Vasco Alessandrelli, Giulio Pecci e Federico Zanghì e nella vita hanno tutti un piede nella musica. Capita spesso di vederli in console a qualche dj set a Roma, ma ognuno ha poi il proprio percorso personale. Vasco, per anni organizzatore delle rassegne Trust in Jungle e oggi Reveries, è anche il manager di diversi artisti; Giulio fa il giornalista musicale, oltre ad avere co-fondato la rassegna Quadraro in Jazz; Federico invece fa il videomaker, e nella sua città natale, Siracusa, ha il negozio di dischi Malamore.
Da quando i loro flussi di energia si sono incrociati ecco che è nato Odd Clique, collettivo dapprima dedito all'organizzazione di eventi e, da pochissimo tempo, etichetta discografica. Pochissime le uscite finora, ma la qualità è sorprendente: si passa da Rbsn, il cui duetto con Marco Castello di cui vi avevamo parlato qualche tempo fa è stata la prima uscita ufficiale, alla new entry Coca Puma, che pubblica il suo disco di debutto venerdì – verrà presentato al Monk di Roma in quella data – e di cui vi parliamo già da tempi non sospetti, dopo averla portata sul palco de La Notte dei CBCR lo scorso gennaio (la vedremo anche a MI AMI a fine maggio). Si muovono nel territorio del – prendete questo termine con le pinze – jazz, qualsiasi cosa significhi nel 2024, ma con un'energia e un'apertura al pop che riesce a fare presa immediata. Insomma, è qualcosa che si sta muovendo dal sottosuolo e che non passa affatto inosservato. Per questo li abbiamo raggiunti per farci raccontare la loro storia.
Siete tutti attivi in ambito musicale da parecchio. Ma perché aprire una label?
Ti abbiamo descritto per sommi capi quanto i nostri percorsi siano diversi a livello professionale (volendo anche di vita), ma poi anche naturalmente portati ad incontrarsi e completarsi nel momento in cui si lavora a qualcosa. Questa convinzione è stata sicuramente una delle cose che più ci ha convinto a lanciarci in questa meravigliosa follia: differenze che si completano insomma, che arricchiscono il lavoro finale oltre che noi stessi. Ma chiaramente a monte di tutto c’è la musica. L’idea dell’etichetta nasce perché siamo tutti e tre convinti che a Roma (e per estensione in Italia) ci sia una scena diffusa ed eterogenea ma con tratti comuni, che viene raccontata poco e male. Al di là di pochissime eccezioni, pensiamo a Jazz:Re:Found, mai sintetizzata in una formula comprensibile ad un pubblico trasversale - dal clubber al jazzista.
Com'è il suono di Odd Clique e verso che direzioni volete andare?
ODD Clique non ha un suono ma tanti. Fanno capo a una matrice comune: le musiche afrocentriche. Possiamo quindi dirti nu-jazz, soul, hip-hop, psichedelia, elettronica intrisa di groove, l’universo brasiliano, quello italiano vicino alla ricerca in questo senso - da Piccioni a De Piscopo, passando per Carella e Battiato. La direzione è quella di trovare una voce polifonica. Riuscire ad essere identificabili rimandando sempre plurali nell’espressione. In questo la commistione tra mondo italiano e tutto ciò che c’è fuori è per noi uno spunto di riflessione fondamentale e molto affascinante. Non a caso Muro, il primo brano che abbiamo pubblicato, è cantato mezzo in inglese e mezzo in siciliano nel botta e risposta tra Rbsn e Marco Castello.
Qual è il significato del nome Odd Clique?
ODD in inglese significa “strano” o “bizzarro”. “Clique” invece è sinonimo di gruppo, di “cricca”. Ci piace giocare su questo accostamento. Da una parte per contrasto ironico, perché pensiamo non ci sia nulla di bizzarro a immaginare la musica come piace a noi: senza barriere ma allo stesso tempo valorizzando le differenze. Ma anche in senso pratico. Le nostre serate ospitano sempre più di un live oltre che dj set in apertura e chiusura che declinano tutte le sfumature della club music contemporanea. Dall’altro lato si gioca sul fatto che comunque bisogna essere veramente dei pazzoidi per lanciarsi in un progetto del genere con l’intensità che ci anima.
Fate dischi ed eventi. Perché questa doppia natura?
Siamo partiti con gli eventi e ad un certo punto l’etichetta ci è sembrata l’evoluzione naturale del percorso. È quello che ti dicevamo prima: esiste una scena interconnessa di musicisti eccezionali. L’abbiamo iniziata a raccontare con gli eventi, costruendo situazioni di livello alto entro cui far esprimerli - molti di loro non avevano ancora avuto un pubblico di quel tipo con i loro progetti personali. L’etichetta è il lato editoriale, di approfondimento e anche in qualche modo il tentativo di estendere ulteriormente l’abbraccio verso l’esterno. Di fissare un discorso insomma, sintetizzarlo, dargli valore e riconoscibilità.
Le prime uscite sono di enorme qualità. Artisti nuovi ma allo stesso tempo che hanno già mostrare di avere del talento e una propria unicità. Come scegliete chi pubblicare? E perché loro scelgono voi (secondo voi)?
Intanto grazie mille per i complimenti, che giriamo in toto ai musicisti. Scegliamo chi pubblicare basandoci esclusivamente sul nostro gusto e le potenzialità che vediamo in un progetto. Pensiamo e speriamo che i musicisti si fidino di noi perché percepiscono uno sforzo orizzontale, non dall’alto al basso. Anche perché non siamo una major e non abbiamo quelle possibilità economiche lì, ma forse più di tanti siamo calati nella realtà che vivono i musicisti tutti i giorni. Noi senza i musicisti e la loro musica non esistiamo e questo è ciò che viene prima di tutto, la bussola che ci indirizza nelle scelte. Allo stesso tempo facciamo in modo di lavorare su quello a cui un musicista (giustamente) non arriva, mantenendo sempre un dialogo costante. Naturalmente siamo agli inizi e gli errori sono all’ordine del giorno, così come le sorprese positive. Ma tutto è frutto di un processo già molto soddisfacente e che vediamo crescere di giorno in giorno.
Cosa deve fare una label oggi?
Siamo un’esperienza neonata quindi non abbiamo l’arroganza di pensare di avere soluzioni pronte all’uso. Come dicevamo prima è un processo, fatto di errori e di cose giuste. Quindi forse la risposta è questa: riprendere a fare errori. Il che non vuol dire fare le cose in modo superficiale, tutt’altro. Significa non avere paura di sperimentare, provare a trovare vie alternative a tutta una serie di strutture che ormai sembrano le uniche possibili. Allo stesso modo conoscendo abbastanza queste ultime per sfruttarle dove conviene. Alla base di tutto poi c’è sicuramente la coltivazione sincera di un pubblico che diventa comunità e viceversa. Un percorso che grazie agli eventi di questi anni possiamo dire di aver già intrapreso. Soprattutto grazi ai rischi che ci siamo presi, componendo line up seguendo esclusivamente la nostra linea artistica interna, non facendo mai riposare sugli allora il nostro pubblico ma provando sempre ad aggiungere qualcosa, una sfumatura, di volta in volta.
A quali realtà guardate all’estero?
Siamo consumatori onnivori di musica, copriamo tutto il globo per ascolti e influenze. Ma se parliamo in modo pragmatico sicuramene Londra e la sua vivacità di questi anni ha segnato tutti quanti in modo forte - anche gli stessi artisti con cui collaboriamo. Il tentacolare Gilles Peterson e i suoi mille progetti (Worldwide FM, We Out Here Festival e Brownswood Recordings) è il nome che viene in mente più facilmente.
Cos'è il jazz oggi e come lo declinate voi?
Neanche i musicisti si mettono d’accordo su cosa sia il jazz, figuriamoci noi! A parte gli scherzi ci piace essere cauti nell’uso della parola. Dire “jazz” e basta nel 2024 non significa quasi nulla, sono successe veramente troppe cose nei cento anni e passa da quando è nato il neologismo. Se proprio vogliamo usarlo allora entriamo in un discorso extra musicale, ma più di ispirazione. Se, giocando con gli stereotipi, il jazz è la musica dell’improvvisazione, dell’approccio libero e collaborativo, dell’invenzione estemporanea allora sì — ODD Clique è jazz.
Che momento è per la musica a Roma?
Un momento che vive la solita dicotomia romana (italiana per estensione): grandissima vivacità culturale in tante bolle medio-piccole supportata praticamente zero dal tessuto politico e sociale cittadino.
Che uscite avete in programma?
Intanto ora ci imbarchiamo in questa folle avventura che è ODD Clique On Tour. A partire dal 26 Aprile fino alla fine di Giugno saremo in giro per l’Italia per cinque date di showcase dell’etichetta, come sempre tra live e dj set. Torino (Hiroshima Mon Amour), Milano (Biko), Roma (Monk), Catania (Magazzini Generali) e Pinamare Riviera dei Fiori per Transtatlantica Festival di Jazz:Re:Found. Lato prettamente discografico è appena uscito il lato b di “MURO”, “Babanero”, una cavalcata psych-soul e afrobeat che lascia senza scampo sia nell’ascolto a casa che tra le mura di un club. È poi di imminente pubblicazione l’album di debutto di Coca Puma, un’uscita che abbiamo co-prodotto con Dischi Sotterranei e che sta già ottenendo grandi riscontri. Tra maggio e giugno infine pubblicheremo anche i Sinnerman, una formazione tra dub, elettronica e afro-jazz che dal vivo è già diventata di culto nei dintorni di Roma - siamo sicuri che sarà così anche nel resto del paese.
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L'articolo ODD Clique, from Rome with stranezza di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2024-04-17 15:34:00
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