Ostaggi dello Stato - Il nostro podcast su Sanremo. Episodio 5: La sagra del Superbowl

Tony Effe che coverizza Califano, Brunori che coverizza Dalla, Carlo Conti che coverizza sé stesso. La serata dei duetti e delle cover vista dallo sguardo intransigente dei nostri podcaster più efferati

Frutto di un AI in evidente stato alterato
Frutto di un AI in evidente stato alterato

Un po’ X Factor, ma senza gli inediti, un po’ tale e quale show. 

Un po’ docufilm di Veltroni su Battisti, anzi no docufilm di Veltroni su De Andrè, anzi no docufilm di Roberto D’Agostino su Califano.

Un po’ matricole e meteore, un po’ gli occhi del musicista, musicista di destra si intende ovviamente. 

Un po’ Zecchino d’oro e un po’ Battiti live. 

Un po’ Che tempo che fa e un po’ Una voce per padre Pio.

Pure un po’ Gigi D’alessio and friends, la replica di quello del 2012 però.

Un po’ halftime show del Superbowl, quando canta Mahmood e il regista si ricorda di aver studiato per fare questo lavoro, e un po’ Voci in piazza di Telelombardia con Benji e Fede all’addiaccio.

Un po’ Teche Te e un po’ serale di Amici, da cui in effetti sono transitati un bel po’ degli astanti.

Un po’ pianobar della Festa dell’Unità normalizzata di Brisighella e un po’ Gialappas’ Show ma sprovvisto del layer dell’ironia.

Un po’ Real Talk, un po’ coito interrotto (e forse non è un caso che lo sperma sia bandito da quel palco).

Un po’ Telegatto e un po’ Hip Hop Tv con i Two Fingerz al Mic.

Sin dalla definizione poco chiara che l’accompagna, la serata dei duetti e delle cover, si capisce che il venerdì di sanremo è tutte queste cose e molto altre. Una serata di caciara rara, in cui ogni anno cambiano le regole come nel wrestling, dove vengono riesumati casi umani, celebrati miti sotterranei e spolpati grandi classici. Dove c’è chi chiama gli amici, chi manca di coraggio e chi sento crescere la voglia, la pazzia, L’incoscienza e l’allegria.

Ed è proprio per questi motivi, per questa sua mancata pretesa, per questo carnevale a volte consapevole e a volte meno, che forse il venerdì è l’unica serata che merita davvero di Sanremo. Ora ci resta la finale, il folle sogno di Lucio Corsi e la sacrosanta paura di Achille Lauro, e poi ci saremo levati dalle palle anche questo Sanremo restaurato. Col 110% e relative polemiche. 

Anche la serata delle cover e dei duetti – il vero Festival, in fondo – è stata celebrata e anch'essa è stata oggetto delle elucubrazioni di Ostaggi dello Stato, il nostro podcast su Sanremo che vi invitiamo a seguire su Spotify. Quello che trovate qua sopra è l'editoriale di inizio puntata, per tutto il resto vi rimandiamo all'ascolto completo del nostro gioiellino audio.

Troverete in questa entusiasmante puntata:

Matteo Zanobini che ormai vede il traguardo (tornare a casa propria, anzitutto), dal backstage dell’Ariston
La leggenda Johnson Righeira che parla della sua storia d'amore e indifferenza con l'Ariston
Andrea Govoni su come ne esce la figura di Califano dalle grinfie di Tony Effe
Le Feste Antonacci costretti a guardare il festival
L'esperto di plagi Michele Bovi e le somiglianze che (non) ti aspetti delle canzoni in gara
Silvia Violante Rouge Fashion Style Vol. 4

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L'articolo Ostaggi dello Stato - Il nostro podcast su Sanremo. Episodio 5: La sagra del Superbowl di Redazione è apparso su Rockit.it il 2025-02-15 15:44:00

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