Di strumenti musicali particolari e nuovi ne nascono ogni anno, dallo Yaybahar alla fantomatica "tastiera del futuro", fino ad arrivare al mega-controller in grado di riprodurre tutti gli strumenti possibili. E poi ce ne sono alcuni nati secoli fa ma che non hanno riscosso il successo sperato (finora, almeno).
Un esempio è l'ottobasso, una sorta di gigante contrabasso a tre corde alto quasi quattro metri, inventato nel 19esimo secolo dal liutaio francese Jean-Baptiste Vuillaume assieme ad Hector Berlioz. Nel suo trattato di strumentazione, Berlioz spiegava come secondo lui lo strumento avesse "suoni di potenza e bellezza considerevoli, pieni e forti senza essere aspri" e che per questo dovesse essere prodotto su larga scala e adottato da tutte le orchestre. Sfortunatamente non fu così, e nell'800 furono costruiti solamente tre esemplari di ottobasso dallo stesso Vuillaume: il primo fu acquistato da un privato durante l'esposizione universale di Londra del 1851, poi donato all'Opera e distrutto durante un incendio nella città britannica pochi anni dopo. Il secondo, costruito per la successiva esposizione universale di Parigi, fu venduto e custodito nel Principato di Monaco, e successivamente nel Conservatorio di Parigi (dove è tuttora, nel museo dell'istituto). Il terzo invece fu acquistato a San Pietroburgo, probabilmente alla corte dello zar. Non è ben chiaro in che modo, ma l'ottobasso russo arrivò poi nella collezione del liutaio viennese Zach senior negli anni 1880 e da qui nella collezione Salzer. La Gesellschaft der Musikfreunde (Società degli amici della musica di Vienna) lo acquisì nel 1924. Oggi è esposto nell'archivio del Musikverein.
E oggi?
Di ottobassi contemporanei e funzionanti ne esistono tre: uno, copia di quelli di Vuillaume, costruito nel 1995 dal liutaio Pierre Bohr e appartenente al musicista italiano Nicola Moneta (il quale si è anche impegnato a costruire un sito ufficiale). Moneta, dopo aver effettuato personalmente delle rilevazioni, ha misurato che il suo ottobasso produce una scala cromatica discendente fino al do di 16,35 Hz, un suono che va a toccare direttamente il sistema nervoso e che non sempre risulta pienamente udibile all'orecchio umano. Il secondo è stato costruito nel 2007 dal liutaio italiano Antonio Dattis, esposto al Musical Instrument Museum di Phoenix, in Arizona. Il terzo invece è di proprietà di Guro Moe, una musicista sperimentale che ha commissionato lo strumento al liutaio tedesco Wolfgang Staab, un professionista che ha lavorato per 25 anni nel restauro e riparazioni di vecchi bassi. Per costruire l'octobass di Moe, Staab ha osservato tutti gli esemplari esistenti e ha cercato il miglior legno possibile sulle Alpi, che fosse leggero e durissimo. Per terminare lo strumento (leggermente più grande degli altri esemplari) ci sono voluti 13 mesi, e il primo concerto si è tenuto in una chiesa di Oslo durante l'Only Connect Festival of Sound. Ne valeva la pena.
(via)
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L'articolo L'ottobasso, uno degli strumenti musicali più rari del mondo di Nur Al Habash è apparso su Rockit.it il 2015-07-13 12:37:00
COMMENTI (3)
Che spettacolo!!
Direi una grave forma di meteorismo! Ma tanto grave!
Da pazzi