“Non sappiamo quando, quanto, e se arriveranno dei soldi”. Fa un certo effetto sentire il gestore di uno dei propri negozi di dischi di fiducia risponderti così, parlando dei ristori concessi da parte del governo a questo tipo di attività ai sensi del DM 26 maggio 2021, con il quale sono stati messi a disposizione 2 milioni e 500mila euro, come annunciato dal Ministero della Cultura. Eppure Moreno Micoli dell’Angolo della musica, storico negozio di Udine, in via Aquileia, brancola ancora nell’incertezza assoluta riguardo a questi contributi, quando ormai sono passati 5 mesi dall’annuncio del provvedimento.
Conosco L'Angolo della musica da una vita: è qui che ho comprato i miei primi dischi – prima cd, poi vinili –, un sacco di regali di amici e parenti arrivano da lì e ricordo ancora quando, a 15 anni, mi sono trovato la mattina presto a fare la fila per prendere il biglietto del concerto degli AC/DC – una di quelle sbandate musicali adolescenziali per cui non riesco a non provare un certo imbarazzo oggi – che si sarebbe tenuto nel maggio del 2010. Pur non essendo mai stato un assiduo frequentatore, è un posto del cuore che mi dà sempre una sorta di sicurezza per la sua apparente immutabilità ogni volta che ci passo davanti. Ma ora, come tanti, non se la sta passando bene: “La situazione economicamente è ancora difficile, tutto quello che ruota attorno alla musica è in molti casi ancora fermo o con possibilità future di ripartenza”, mi racconta Moreno.
Abbiamo visto come il Covid abbia colpito anche queste realtà, passate magari in secondo piano rispetto al dramma diffuso dei locali di musica dal vivo: su tutte, la chiusura del Mariposa, storico negozio sotto – letteralmente – al Duomo di Milano, è stata particolarmente dolorosa. Motivo per cui l’erogazione di questo contributo, per tante attività, è una vera boccata d’ossigeno, tanto che anche la FIMI aveva chiesto al governo di intervenire al riguardo in più occasioni. Ora che la lista dei negozi che hanno accesso al fondo è stata resa disponibile, si aspetta solo che questi soldi arrivino.
Mi faccio dire da Moreno com’è funzionato il meccanismo dei contributi per il settore negli ultimi anni: “Inizialmente sono stati erogati dei contributi generici a cui potevano accedere tutte le attività, poi a maggio scorso è stato annunciato questo provvedimento specifico per i negozi di dischi. I requisiti erano il codice Ateco Negozio di dischi 4763, l'indicazione dei ricavi di sola vendita musica 2019 e quelli del 2020, l'Iscrizione dell'attività al registro della questura e il Durc (Documento unico di regolarità contributiva, ossia l’attestazione della regolarità dei pagamenti agli enti INPS, INAIL e Cassa edile, ndr)”. Sulla base della documentazione consegnata, la Direzione generale Spettacolo dovrebbe ripartire il contributo in misura proporzionale al calo degli introiti derivanti dalla vendita di dischi nel periodo dal 1° marzo 2020 al 31 dicembre 2020 rispetto al periodo 1° marzo 2019 al 31 dicembre 2019.
Seguendo queste indicazioni, Moreno ha presentato la domanda per accedere ai contributi lo scorso 22 giugno. Il 9 settembre successivo, però, è arrivata la notifica del rifiuto della richiesta, per un problema con il codice Ateco del negozio. “Un paio di giorni dopo abbiamo presentato ricorso e ci è stato subito accettato, ora figuriamo nella lista dei negozi che rientrano tra gli aventi diritto. Però è passato un altro mese e mezzo e ancora non abbiamo avuto altre indicazioni al riguardo”, prosegue a spiegarmi Moreno.
Al momento ci si trova a un punto di stallo che, se da un lato è mitigato dalla riapertura, dall’altro vede lo spettro della crisi del vinile avvicinarsi minacciosamente: la produzione mondiale sta arrancando nella distribuzione dei nuovi dischi, principalmente per la chiusura, causata sempre dalla pandemia, di alcuni stabilimenti che fornivano le materie prime per la produzione. A questo si aggiunge il terribile incendio che ha distrutto uno degli unici due impianti al mondo che si occupano di realizzare dischi laccati, aggravando ulteriormente la situazione e non di poco. Ora non resta che fare affidamento nel Ministero, sperando che questi aiuti – fondamentali, arrivati a questo punto – arrivino al più presto, prima che il drammatico stato in cui già versa l’industria diventi catastrofico.
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L'articolo Per i negozi di dischi accedere ai ristori è un’impresa di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2021-10-26 15:12:00
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