Persona è quasi il disco d'esordio di Fabio Rizzo, ma è in realtà il sesto di Marracash, che torna dopo una lunga attesa, che durava dal 2016 e dal successo di Santeria, assieme a Gué Pequeno. È un concept album molto intimo e personale, il più personale della carriera dell'artista. Quello in uscita il 31 ottobre è un album vero, denso, importante anche per le collaborazioni e i featuring, scelti con cura in base al significato e al mood di ogni canzone. Allo stesso tempo è pieno di simbolismi, quasi surrealista, eppure vero, tangibile, semplice e diretto nella comunicazione. C'è tanta qualità, dedizione e passione, ed è senz'altro un disco che rimarrà.
Marra, assieme a Fabio, cioè se stesso, lo raccontano così: “I brani rappresentano ciascuno una parte del mio corpo; sono fatti di carne, fatti di ossa, fatti di sangue. Lo stesso corpo di Marra, lo stesso corpo di Fabio in condivisione da tempo. Non è la prima volta che li vedete insieme ma è la prima volta che Marra e Fabio si parlano e l'unica in cui sarò io a raccontarli".
Per questo tutta l'estetica del disco si basa sull'anatomia, a ogni traccia è associato un "pezzo" del re della Barona. Ogni canzone rappresenta una parte del corpo di Marracash: scheletro, sangue, nervi, denti, genitali, cervello, polmoni, muscoli, fegato, occhi, pelle, stomaco, cuore. Ci sono anche ego e anima che non sono parti anatomiche, ma sono essenze molto ingombranti per Marra.
"L'idea del corpo e delle sezioni del corpo ce l'ho da parecchi anni", spiega, "ma evidentemente era questo il momento di metterla in pratica e nonostante l'approccio al disco sia stato lungo e travagliato, alla fine è venuto fuori di getto, come sangue da una ferita. Avevo accumulato così tante cose da dire che i pezzi uscivano naturalmente e istintivamente". È un disco personalissimo, non tanto nei contenuti, perché Marracash ha sempre messo molto di sé nelle sue canzoni, quanto nel sound. "Volevo che fosse unico, solo mio, 'personale' appunto, con una 'delivery' unica e diversa. Un prodotto veramente creato da me, come Frankenstein”.
È stato Venerus, racconta, a suggerirgli di intitolare il disco Persona, come il film di Ingmar Bergman del 1966, perché la trama si sposava benissimo con il concept del disco. “Persona significa individuo", prosegue Marra, "ma anche maschera, quella che ci si mette per presentarsi agli altri, il dualismo dell'essere umano che tende a mostrare una parte di sé che poi in realtà non è. È la stessa maschera che indica perfettamente la dicotomia tra l'artista e l'individuo. In questo album Fabio ha dato uno scossone a Marracash, il personaggio che io stesso ho creato ma che la gente ha poi anche cambiato e modellato. Questo disco è più di Fabio che di Marra, è come se mi fossi liberato un po' da questo Marra. C’è un abisso tra quello che la gente pensa di te e quello che tu stesso pensi di te: io ho cercato di gareggiare con me stesso e fare quello che era meglio e giusto per il mio percorso artistico e umano”.
Prosegue raccontando i suoi ultimi due dischi: “In Santeria ho avuto un approccio più libero e leggero, senza influenze o ansie. Status, di quattro anni fa, aveva invece l'intento di dimostrare qualcosa, era una prova di forza". Ora c'è Persona, che è più "istintivo e comunicativo, nasce da due anni e mezzo difficili, cupi, di isolamento e di pensieri e sentimenti negativi, ma anche meditativi e contemplativi. Ho attraversato una crisi personale molto forte, ho vissuto una relazione 'tossica', ma stranamente alla fine questo disco è molto meno cupo di Status".
All’interno dell’album sono presenti 9 featuring, 9 persone a cui Fabio ha affidato una parte del suo corpo per definire al meglio Marra: Coez, Cosmo, Guè Pequeno, Luchè, Madame, Mahmood, Massimo Pericolo, Sfera Ebbasta, tha Supreme. Il featuring secondo Marra è la volontà di rendere le canzoni migliori, aggiungere qualcosa al brano, colmare un talento che lui non ha. Alcuni artisti sono delle vere e proprie scommesse, come Madame e Tha Supreme, alcuni sono conferme, altri sono amici, altri non potevano non esserci, come Cosmo, o Massimo Pericolo, “quello che più mi somiglia, aggressivo ma anche dolce, nelle canzoni e umanamente; semplice e diretto nella comunicazione, ma molto profondo, meno dadaista di altri, concreto, come me”.
Persona è un disco che non può e non deve essere confinato nel genere rap, perché è l'ultima tappa di un percorso musicale, di vita, crescita e maturità che Marracash ha intrapreso da tempo. Se vogliamo definirlo, diciamo che è un rap maturo, “anche se la distinzione di generi non esiste più”, sottolinea. “Persona è trasversale, prende dentro nuove generazioni e gente più vecchia, cresciuta con questa roba. Il bello di una carriera lunga è proprio questo”.
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L'articolo "Persona" è il primo disco di Fabio Rizzo, e il sesto di Marracash di Carlotta Fiandaca è apparso su Rockit.it il 2019-10-29 17:47:00
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