La vimba, nota anche come abramide russo o zahrte, fa parte della grandissima famiglia dei Ciprinidi (Cyprinidae). È diffuso in tutto il bacino del Danubio e dall'Elba alla Russia europea, ma anche nel Mar Baltico, Mar Nero, Mar Caspio e Mar d'Azov fino a raggiungere Svezia e Finlandia meridionali. Nel periodo riproduttivo la specie si sposta risalendo i corsi d'acqua, così da effettuare le deposizione delle uova in zone con fondali pietrosi.
Il volto della vimba è abbastanza buffo, visto che la mascella superiore sporge al punto da sembrare un naso, mentre pare che un udito molto ben sviluppato. Per questo gli e vi facciamo ascoltare tre artisti che vale la pena di far risalire dagli abissi della nostra musica: Vulva De Leyva, Florilegio e Maëlys.
Vulva De Leyva
I Vulva De Leyva è da qualche mese che li annusiamo, in attesa dell'occasione giusta per parlarne. Quell'occasione arriva oggi, lo stesso giorno dell'uscita del loro nuovo album Cosa è?. Non che ci fossimo messi d'accordo: figurarsi se Lennard Rubra – frontman della band che a sua volta si chiede Ma chi cazzo è Lennard Rubra?, in una delle tracce del disco – e soci avvisano, non hanno manco Instagram (motivo per cui li amiamo dal momento in cui abbiamo scoperto della loro esistenza). Ma stamattina li abbiamo ascoltati e non abbiamo resistito: chitarre sghembe, ritmiche frenetiche e melodie spezzettate, per un rock che è tutto inciampi, rincorse e pause sigaretta. Un po' come se avessero mescolati gli spartiti di Captain Beefheart e Beach Boys tra di loro per suonarli a una qualche sagra del liscio in Romagna. Tra l'altro, se ci dite quand'è la prossima noi veniamo.
Perché ascoltarli: Per cercare risposte più assurde delle domande che ci facciamo.
Florilegio
La copertina potrebbe essere uscita da Woodstock, e invece siamo nel 2023. Sogno abisso notturni è la psichedelia secondo Matteo Polonara, aka Florilegio, il quale si serve di colori iridescenti per diradare il nero che avvolge i suoi pensieri. Questo si traduce in canzoni in cui la brillantezza degli arrangiamenti, dal groove fluido ed energico, si scontra con la disillusione dei testi, coperti di una nebbia crepuscolare, per creare un ibrido in cui si colgono le lezioni di Tame Impala e Smiths. A tutto questo si aggiunge la sempre gradita comparsata di Ruben Camillas in Abissi, brano tra l'ASMR e il trip lisergico.
Perché ascoltarlo: Per dare una mano di colore alle insicurezze.
Maëlys
Senza numero civico, come se ci si trovasse sperduti lungo una via infinita. E casa qual è? A chiederselo è Maëlys, nome d'arte di Marilisa Scagliola, dopo un periodo passato qua è là per l'Europa. Dopo un disco in inglese qualche anno fa, ora la cantautrice torna con sette tracce in italiano, dove sopra ogni cosa si manifesta il bisogno di stabilità. Pop tra acustico ed elettronico, investito di una luce fredda, che parla dritto al cuore di chi come lei si trova disorientato in un mondo irriconoscibile. Potrebbe volerci ancora un po' per trovare il nostro posto, ma a volte basta una manciata di canzoni per sentircisi più vicini.
Perché ascoltarla: Per ritrovare l'equilibrio anche quando sembra non esserci.
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L'articolo Pescato fresco #27: tre nuovi artisti negli affluenti del Danubio di Redazione è apparso su Rockit.it il 2023-05-02 10:30:00
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