Sguazza tra le onde del Mediterraneo e del Mar Nero, fino in Danimarca e in Svezia attraverso le correnti dell'Atlantico. Vive su fondi sabbiosi fino a 300 metri di profondità e in estate si avvicina fino alla riva; è carnivoro, ma viene anche mangiato, ahinoi, in molti modi da noi umani. Che lo utilizziamo come ingrediente povero in alcuni piatti e nelle zuppe: la gallinella o cappone, nonché capone coccio o Chelidonichthys cuculus è un pesce della famiglia Triglidae. Di particolare ha l'occhio grande, il colore rossiccio e due pinne che in certe pose sgargianti sembrano ali.
In versione molto fantasiosa e più variopinta del solito (vedi la foto quassù) la gallinella fa parte del Pescato Fresco di questa settimana: il format con cui vi facciamo assaggiare la musica nuova, fresca e giovane che non conoscete. Oggi quella di Moretti, Chenopsia e HOOD, caduti/e felicemente in rete assieme al nostro cappone.
Moretti
Il disco comincia con un pasticcio di 30 secondi: strumenti che rotolano l'uno sull'altro in apertura a Moretti ha fatto anche cose buone, il suo primo disco. La presentazione domestica (nel senso di "classicamente cantautorale", ndr) e sarcastica del giovane Federico Oliviero, milanese classe '97. Che nel tempo libero fa il rider per Deliveroo, studia all'uni e, quando si dimentica di dormire, scrive: "Non ho ricordi di me senza la scrittura. Non so come sia iniziata e nemmeno il motivo; so che è sempre stata di vitale importanza", dice. E continua: "Con il tempo ho imparato che la scrittura, la composizione, però, se non ha qualcuno che l’ascolti, è vana e diventa onanismo. Di conseguenza non ho mai accettato che l’unica modalità d’espressione propositiva si riducesse a una sega e ho iniziato a vivere la mia scrittura con e per gli altri".
Nelle sue canzoni scrive di se senza vanità, ponderando le parole e gli accordi con la speranza che chi le ascolta riesca a ritrovarcisi, venirne sedotto o provocato. Un poeta di strada che dice parolacce, ma fa anche innamorare. E ha spesso ragione.
Il suo è un disco d'esordio sgangherato, irriverente, da ascoltare con le orecchie attente e disposte a tutto. "Un bel funerale di canzoni dal carattere più cantautorale, ma anche parodistico e politico - nel senso più ampio della parola", dice Federico a proposito del suo Moretti ha fatto anche cose buone. Dieci canzoni nate da input ambientali e dinamiche che ha vissuto passivamente, ora belle canzoni.
Perché ascoltarlo: per un'esperienza catartica (soprattutto dopo l'ascolto di Vincenzo io ti spacco il culo:))
Chenopsia
19 anni, romana, due singoli all'attivo, tanta dolcezza. Chiara Sardi in arte Chenopsia (dal greco "kenopsia") per indicare quel sentimento che proviamo "quando ci troviamo in un posto solitamente affollato, ma in quel momento completamente vuoto e silenzioso", spiega. Una strada deserta, un parcheggio vuoto, una scuola, un centro commerciale, ad esempio. "Il bello è che la parola non definisce se il sentimento sia negativo o positivo: può essere entrambe le cose. Come la musica può farti sentire inquieta e un po' smarrito, o al contrario libero, spensierato, sognante".
Un progetto nato a caso, con semplicità, dalla bravura de dalla sensibilità di un'autodidatta: "Durante il lockdown, in preda alla noia, decido di acquistare un ukulele", racconta Chiara; lentamente impara, ci canta sopra. Poi, i suoi le regalano la chitarra, comincia a scrivere in un pomeriggio tranquillo in balcone, con gli amici. Due giorni dopo Pavimento (il primo singolo) era pronto: "Lo feci sentire ai miei amici, gli piaceva così tanto che mi consigliarono di mandarla a Matteo, il mio attuale producer. Andai a registrare Pavimento in studio da lui e a fine sessione mi disse che aveva mandato a mia insaputa la canzone a un'etichetta, Luppolo Dischi, con cui poi ho iniziato a lavorare, fino ad oggi", racconta.
Stanza di nuvole è il secondo pezzo di Chenopsia: parla di quei posti sicuri in cui ci rifugiamo dopo giorni distruttivi. Che siano persone o luoghi fisici: "Spesso basta un pomeriggio tranquillo, qualche parola, piccoli gesti da parte delle nostre persone per farci dimenticare i pesi che ci stiamo portando addosso e farci sentire meno pesanti. Ecco, con Stanza di nuvole si intende proprio una stanza dove si respira leggerezza, dove si è liberi di aprirsi ed essere se stessi in compagnia di qualcuno, senza preoccuparsi troppo".
Perché ascoltarla: per tornare a "fiorire in un letto di sogni" come facevamo tutti i giorni, a 19 anni.
HOOD
Otto anime sparse per tutta Italia formano HOOD, un collettivo formato da E1S (Francesco De Fusco, 25 anni, Napoli), LÆRA (Filippo Giovene Laera, 25 anni, Milano), Sawyer (Rocco Tettamanzi, 24 anni, Monza), Flaco (Umberto Marchese, 21 anni, Napoli), D-Broke (Daniele Napoletano, 24 anni, Napoli) e i produttori Sillage (Giovanni Calore, 25 anni, Treviso), Nicolò Bertaglia (24 anni, Mestre) e Vittorio Arnò (27 anni, Milano).
Si conoscono nel 2021, racconta E1S: "Io, Sawyer, Sillage, LÆRA e Nicolò Bertaglia vivevamo a Roma, perché frequentavamo lo stesso master in Music Business. Ci trovavamo spesso a casa di Sillage (che aveva un home studio). Tra un progetto universitario e un altro, per divertirci, facevamo musica insieme. C'era un certo feeling, sempre. Così decidemmo di fondare HOOD. Nel progetto sono stati inseriti, sin da subito, anche gli altri componenti: D-Broke e Flaco tramite me, e Vittorio Arnò tramite LÆRA".
Il nome HOOD non fa riferimento a "quartiere", ma a un luogo immaginario, etereo. Di loro invenzione: "Lì entriamo in armonia con noi stessi attraverso l’incontro con la diversità dell’altro" spiegano. Come si nota dal nostro logo, la scritta 'hood' rappresenta noi
componenti e forma le radici di un albero: la nostra musica, ciò che nasce dal nostro incontro. HOOD rappresenta l’ossimoro della diversità che forma uguaglianza".
Mischiano gli ascolti e i background di ognuno: dal rap/hip hop di D-Broke, Flaco e LÆRA al rock/grunge di Sawyer; dall'rnb/soul di E1S B/Soul al metal di Nicolò, passando dal lo-fi di Sillage per tornare all'hip-hop di Vittorio, che ascolta tutto, purché sia sperimentale. Il risultato è SANT'EMERZIANA, il primo EP del collettivo: sei tracce tutte diverse tra loro frutto dell'unione spontanea di gente diversa, unita dalla passione comune per la musica.
Nell'EP si parla di relazioni tossiche, rabbia, odio, ma anche radici, fratellanza, voglia di amore. Otto giovani artisti al primo EP, una manciata di singoli, e tanto da dare.
Perché ascoltarli: per tuffarsi in tutti i generi e uscirne distrutti/e, ma con la voglia di farlo di nuovo.
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L'articolo Pescato fresco #8: tre nuovi artisti su per la corrente di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2022-11-15 15:00:00
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