Guardistallo, sulle colline pisane da cui si vede il mare, è un borgo di poco più di mille abitanti risalente al 1144. È il luogo in cui vuoi non vuoi mi sono trovato ad abitare e ad amare, prendendo in consegna casa dei miei nonni, aggiungendo qualche quadro che ai miei nonni non sarebbe piaciuto e una linea fibra super veloce, perché è importante rispettare la tradizione ma anche provocarla, per vedere cosa succede.
Quello che è capitato al paese di Guardistallo segue proprio questo assunto, in bilico tra tradizione e rinnovamento, ed è una fortuna poter assistere a un cambiamento che sposa il paese senza snaturarlo. Non avrei mai immaginato che il teatro che disterà sì e no 50 metri da dove abito, diventasse un luogo d'arte con incontri eccezionali e una musica che esce direttamente dalla mia formazione, dai Litfiba e i CCCP, dalla storia della musica indipendente italiana.
Il teatro Virgilio Marchionneschi è un gioiellino, va detto. All'italiana, 180 posti, tenuto come un cofanetto, eppure ultimamente poco usato, fin quando Antonio Aiazzi, che con Gianni Maroccolo dopo aver registrato l'album Mephisto Ballad, cerca un posto per fare le prove ed entra in contatto con Sandro Ceccarelli, il sindaco di Guardistallo, e con le associazioni culturali locali come La Piccola Parigi - che è anche il soprannome del borgo. È il 2021, Antonio sta cercando un luogo per provare, che sia affacciato sul mare. Il sindaco è ben contento che il teatro rinasca a nuova vita. Di lì a poco Aiazzi diventa il direttore del teatro e immagina un futuro fatto di residenze artistiche, uno studio di registrazione, mostre, convegni, spettacoli, produzione musicale, cultura. R.A.M., Residenza Artistica Marchionneschi.
Tutto avviene a quattro passi da casa mia ma io, distratto, non me ne rendo conto finché non vedo uscire dal teatro in una serata piuttosto gelida d'inverno, Gianni Maroccolo e Edda che stanno chiudendo l'album di quest'ultimo, Illusion, che uscirà il 23 settembre prossimo, proprio nel teatro. Rimango piuttosto rincoglionito dall'evento, saluto gli artisti incredulo, dopo poco entro in contatto con Aiazzi che mi spiega la sua visione. Penso di aver avuto gli occhi come quelli dei manga mentre mi parlava. Sognavo. And this is how I met my (artistic) fathers, a casa mia.
Anche se non serve, occorre ricordare che Antonio Aiazzi è membro fondatore e ex tastierista dei Litfiba da Desaparecido a Pirata, poi di nuovo nella band come collaboratore a più riprese, mentre Gianni Maroccolo è ex Litfiba, ex CCCP e CSI, produttore e bassista tra i migliori d'Italia. Gente che ti parla del concerto in cui è stato registrato il live Aprite i vostri occhi dei Litfiba, oppure dello scatto di Luigi Ghirri per la copertina di Epica Etica Etnica Pathos dei CCCP e te stai lì davanti, ti dai un tono ma dentro ti sciogli come i gelati scordati sui balconi.
Ho amato particolarmente l'ironia di un paese che ha la chiesa nel mezzo della piazza e la messa domenicale come ritrovo della comunità, che ospita musicisti per provare un progetto tardo dark come Mephisto Ballad, che Antonio mi spiega così: "Con Gianni abbiamo pensato di riprendere un brano Litfiba molto particolare, EFS44 che appare nel primo EP Litfiba. Una sorta di “non brano” perché in realtà era una specie di estratto di una performance del 1981 fatta al teatro di Rifredi a Firenze. La Mephisto Festa. Una sabba più che una performance, fra musica distorta, atonale, luci strobo e fumo arrivava una bara dal fondo della sala, trasportata in spalla dagli amici più pazzi che avevamo. Dentro la bara Piero, che arrivato sul palco iniziava una sorta di danza macabra. Il brano che accompagnava questa allucinazione era appunto era appunto Mephisto Festa. Poi il tutto finiva con i tre brani più dark che avevamo".
Dal giugno del 2021 il teatro Marchionneschi è stato luogo di prove per importanti progetti, tra cui la partecipazione di Aiazzi e Maroccolo insieme ad Andrea Chimenti e Beppe Brotto per l'evento Invito al viaggio all'Arena di Verona, il tributo a Franco Battiato. Dal 23 al 31 luglio del 2022 il teatro ospita la mostra fotografica Descrizione dell'attimo, in cui vengono esposte le foto riguardanti i live dagli anni '80 ad oggi, dei fotografi Lucia Baldini, Cesare Dagliana, Marco Olivotto, Marco Pacini, Stefania Talini e Antonio Viscido, insieme a scatti tratti dalle registrazioni di Desaparecido a opera di Aiazzi, ed è un piacere enorme trovare artisti, fan e semplici curiosi che vagano nel teatro e parlano con gli artisti, sentir parlare del backstage dietro scatti iconici che hanno fatto la storia della musica italiana alternativa al mainstream.
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Questo il pensiero di Marok riguardo i luoghi magici in cui fare musica: "Non me ne voglia nessuno, ma ho sempre sofferto a suonare e registrare musica in uno studio di registrazione. Raramente si ha la possibilità di lavorare in full immersion e si è spesso condizionati da orari e da altri aspetti a cui necessariamente ci si deve adattare. Ho sempre preferito adattare spazi (spesso anche improbabili) come casolari e teatri trasformandoli in studi di registrazione, cercando di vivere la registrazione di un disco come un momento creativo da condividere insieme 24/24. Io e Aiazzi (e Magnelli), iniziammo presto a farlo; ricordo notti interminabili trascorse nella cantina di via de bardi per sperimentare e registrare i primi esperimenti di Beau Geste. Da quelle nottate la mia scelta di continuare con questa filosofia di lavoro e, di conseguenza, e di condividerla con gli altri in quasi tutti i miei progetti: Cccp, Marlene Kuntz, Csi, Pgr, Alone, Ig, Edda, Mephisto Ballad, Acau, e molti altri. Questa è una delle molteplici opportunità da cui nasce la mia scelta di collaborare al progetto di Antonio Aiazzi e del Comune di Guardistallo, relativo alla nascita di una vera e propria Residenza Artistica al Teatro Marchionneschi".
Non solo magia, ma anche attitudine, etica: "Apparentemente un desiderio visionario, ma nella realtà una forte esigenza condivisa da una bella fetta di umanità che ha scelto di recuperare abitudini perse dalle potenzialità infinite. Che ha scelto di procedere con un ritmo più lento e di affrancarsi dal tipico “così fan tutti”. In un’ epoca dove tutti siamo connessi a maggior ragione si deve pensare che produrre “arte”, mettere in circolo idee, incontrarsi, condividersi e fare comunità, in contesti simili alla Piccola Parigi. Nel mio piccolo ho sempre ricercato di non omologarmi al mondo, di vivere i miei sogni in modo indipendente ed è forse per questo che ho deciso di sposare questo bellissimo progetto, perché lo sento affine al mio sentire"
Spero siate arrivati fin qui perché, in un libro, questa sarebbe stata l'introduzione e da qui inizia la storia, che però è talmente difficile da mettere in parole che alla fine procedo per sensazioni. Mercoledì 27 è un giorno come un altro, esco dopo il lavoro a bere un Moscow Mule rinfrescante nella piazza del paese e Antonio mi ricorda che la sera, al teatro, ci saranno le prove aperte del concerto che lui, Maroccolo e Beppe Brotto faranno il giorno dopo a Radicondoli, all'interno di un altro progetto di borgo d'arte.
Alle 21 salgono sul palco per le prove e io mi voglio solo immaginare quelli che passano per caso di lì, per vedere le foto della mostra e si ritrovano ad ascoltare arrangiamenti toccanti di canzoni come Annarella dei CCCP, Pioggia di luce dei Litfiba o Aria di rivoluzione di Franco Battiato, suonati con pianoforte a coda, basso, synth ed esraj, uno strumento indiano e nepalese che apparentemente sembra simile a un sitar ma si suona con l'archetto e produce suoni tipo violoncello e viola, mutuati dal bending delle corde in stile indiano.
Sarà per la musica, per il borgo che vive la propria vita ignaro e contemporaneamente curioso degli artisti che si mischiano agli anziani di paese al bar, stando attenti gli uni a rispettare le esigenze degli altri e ad ascoltarne le storie, sarà perché avrei voluto riprendere tutto il concerto ma a un certo punto il cellulare si è scaricato e mi ha obbligato ad ascoltare e basta, con gli occhi chiusi, in contemplazione, ma alla fine mi sono commosso e ho provato un sacco di gratitudine.
In questi giorni in cui si parla un sacco di concerti dai prezzi impossibili, major del booking, numeri di streaming gonfiati e canzoni da ascoltare velocemente, col dito sul pulsante dello skip per passare a quella dopo dando il minimo dell'attenzione possibile, è stato un tale sollievo poter assumere la musica senza distrazioni, immergersi nei suoni e tornare a galla con la testa libera, come dopo una meditazione. Tornare all'essenza, spegnere il telefono e godere. Mi auguro che sempre più borghi d'Italia diventino luoghi d'arte, è un movimento salvifico e necessario.
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L'articolo La Piccola Parigi è il borgo della musica in Toscana di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2022-07-29 10:21:00
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