Metamorfosi di sospiri e pensieri pop-up che trasformano vecchie foto in paesaggi -italiani - in movimento solo perché osservati dal finestrino di un treno. Il flusso pendolare percepito da Alex Urso è accompagnato dalle tavole-ritratto di Marino Neri e dal brano musicale Calls&Letters di Mr Milk. A cura di Claudia Selmi.
L'altro giorno passeggiavamo.
Mi hai stretto la mano senza aggiungere altro, neanche un cencio di sospiro. Era il silenzio quello che ci scorreva nel sangue, ed io ci ho creduto.
Poi sotto un albero seminudo ci siamo fermati, un pò inaspettatamente come tutto quello che non è previsto eppure piace. Ci siamo guardati come una scena d'altri tempi.
E mi hai detto ti amo.
Intorno era il caos delle foglie tiepide assetate d'autunno. Attorno era l'aria dannatamente pregna di significati.
Nulla sarebbe stato ripetuto in modo così bello e puntuale.
I baci socchiusi, i rimorsi sospesi, la pelle chiara e i brufoli come fiori. Poi le partite al campetto, improvvisato al momento, sistemato su un rettangolo imperfetto di erbetta immatura. Poi le fughe, le notti del dove dormi, le Converse a tredici mila misere lire che non contenevano mai abbastanza il tuo istinto per così dire punk, esploso in quel "Curami" che fin quando lo studierai sui pentagrammi non riuscirai mai ad interpretare. E adesso smetti di contare le battute e curami, se ti racconto di me senza sapere cosa sono diventato.
Ecco, mi vedi? Ora che credo in tutto e credo anche in te
su questo treno che traballa che tra poco cadremo tutti come in quelle scene comiche degli anni trenta.
Un controllore passeggia ha la barba rasata. Dal finestrino i bagnanti e le vedute panoramiche che i poeti hanno smesso di raccontare da quando hanno preso coscienza della realtà.
Un grande sbadiglio, mentre tu mi vedi, mentre una zanzara punge la testa del viaggiatore posto quattro sedili più avanti. È che a pensare a tutto mi sembra di conoscere soltanto la tua voce; ma se ti domando vuoi ballare ancora? tu non rispondi ma annuisci in silenzio
Qual é l'ultima frase che hai detto? Non questa l'altra?!
Ultimamente i viali alberati sono troppo romantici per percorrerli in due.
Uno spreco di foglie a terra a farci da tappeto. Mi piace scalciare come un cavallo il giallo malato del verde autunnale. Mi piace camminarlo scalzo e pungermi con gli aghetti secchi. Mi piace tornare a casa pieno di punture di animaletti antipatici. Sono contento di saziarli e di essere il loro pasto. Dico davvero, é come contribuire alla felicità anche nelle piccole cose.
Qual era l'ultima frase che hai detto?
Col tuo razionalismo del cazzo sai che le canzoni tristi non hanno mai fatto bene ai cani. Ma intanto portami lontano, che qui assorbo tutto.
Correre a Milano sotto la pioggia di notte, cercando riparo tra le tettoie di plastica nei kebab di periferia. Correre in fila indiana anche se siamo in due, andando avanti io per te, perchè voglio prendere tutte le pozzanghere inattese al posto tuo, perchè non voglio farti bagnare. Correre abbastanza veloce da girarmi per secondi piccolissimi e vederti sorridere. Correre abbastanza veloce per dimenticare ogni poesia.
Io che in treno ti sto stringendo senza chiederti il permesso, con il volto che hai girato dalla parte del finestrino perché hai la facoltà di chi asseconda i panorami ed evita di guardare il brutto. Io che goffo ti carezzo un pollice - neanche fosse una mano - con la maestria sbadata di un operaio al primo giorno di lavoro, disincantato eppure deciso.
Ma adesso dillo, che è inutile continuare a nascondersi. Sei piena di controindicazioni, come quei trattati medici pieni d'asterischi e rimandi alla fine del capitolo, dove scopri che quell'asterisco voleva semplicemente dire la smentita di tutto. E allora dillo, se è inutile che continui a leggerti, perché sto diventando cieco a forza di contare gli asterischi che hai sulla schiena.
Sotto questo cielo che non si capisce se e quando siamo finiti. Con quel tanto di grazia che ci rimane stiamo forzando l'ultimo ballo, sudando forsennatamente neanche fossimo professionisti, ed ogni acrobazia è solo un tuffo adattato al vuoto. È l'eleganza con cui affrontiamo il vuoto.
Per ripercorrere questi due anni.
Microrganismi di sentimenti imballati. Come le mansarde deserte,
pieni delle nostre mancanze.
E oggi riesco a sentire l'odore di tutto. Di ogni cosa fatta insieme riesco a sentirne l'odore. Adesso che sei una fotografia e che il peso netto del tuo pensiero equivale appena a quello di un sospiro. Ma riesco a sentire l'odore di tutto. E di ogni chilometro che ci separa riesco a contarne il metro e di ogni metro il centimetro e così via. Mentre respiro quello che di noi resta su caterve di pellicole sbiadite. Adesso che sei una fotografia e che il peso netto del tuo pensiero equivale appena a quello di un sospiro.
Marino Neri:
Nato nel 1979 a Carpi, si affaccia al fumetto partecipando ad alcuni concorsi. Nel 2006 riceve un premio al Festival Fumetto di Lucerna, e vince il concorso nazionale Arena del Fumetto; nel 2007 conquista ex-aequo il primo premio a "Komikazen - Festival del fumetto di realtà". La galleria Ram Hotel organizza quindi la sua prima personale, Il segreto dell'autocombustione. Nel 2008 partecipa al progetto-mostra Futuro Anteriore, ed è selezionato dall'Associazione Illustratori per l'Annual Illustratori. Collabora con illustrazioni e fumetti per la collana "Racconti illustrati spedibili" (Schiaffo Edizioni) e per le riviste Hamelin, Nonzi, Monipodio, Arkitip, Rolling Stone, LaScimmia. Nel 2008 esce il suo primo libro per Kappa Edizioni, Il Re dei Fiumi, pubblicato anche in Francia da Atrabile. Nel 2009 sue storie e disegni compaiono su Internazionale e LoStraniero e avvia una collaborazione con Canicola e la rivista francese Made in China. Immagina e realizza la copertina del disco di Alessandro Fiori "Attento a me stesso". E' al lavoro su un nuovo libro, "La Coda del Lupo", per Canicola.
Lascimmiadellinchiostro.blogspot.com
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L'articolo PIOVONO PIETRE: Qual é l'ultima frase che hai detto? di alex urso è apparso su Rockit.it il 2010-10-13 00:00:00
COMMENTI (1)
non dovevo leggerlo...