I Pluggers che verranno

L’etichetta milanese di Massimo Pericolo (che presto lancerà la sua label Polo Nord) si è inventata una serata di showcase di tutto il proprio roster, per fare sentire un po’ di inediti e mettere in mostra il proprio futuro. Ecco quello che è successo e tutte le novità in arrivo

Oliver Dawson, capo di Pluggers, presenta la serata Siete Pluggers - tutte le foto sono di Francesco D'Otolo
Oliver Dawson, capo di Pluggers, presenta la serata Siete Pluggers - tutte le foto sono di Francesco D'Otolo

La replica della Statua della Libertà investita di un rosso acceso che domina un angolo del District, locale nella zona nord di Milano, sembra scrutare la folla pronta a lanciarsi in un moshpit selvaggio, anche se non si capisce bene quale dovrebbe essere il segnale per scatenare l'inferno. Sul palco ci sono una ventina di ragazzi agitati come non mai: si fanno chiamare Fuck Pop, come ormai più di qualcuno ha imparato a conoscere, e sono loro a dare la botta finale alla serata organizzata dalla loro etichetta Pluggers – chiamata per l'appunto Siete Pluggers – per presentare un po' di anteprime di quello che uscirà nei prossimi mesi. Un esperimento già provato lo scorso anno, durante il quale avevamo scoperto Anna and Vulkan, ma questa volta diventa aperto al pubblico. Un po' come gli screening in anteprima dei film in uscita, solo che con la musica, e con qualche notizia importante da annunciare.

La più importante è per certo quella che riguarda Alessandro "Vane" Vanetti, aka Massimo Pericolo. Non è l'ultimo a salire sul palco, come si poteva immaginare prima dell'evento, ma si fa vivo appena dopo la metà della serata. In quella stessa circostanza, l'anno scorso, aveva annunciato l'uscita di Le cose cambiano, disco che ci è piaciuto parecchio, tanto da finire quasi in cima alla vetta dei nostri dischi del 2023. Ma, ancora più degli inediti eseguiti e dell'annuncio della deluxe edition del disco, è un'altra la bomba sganciata sul palco che gasa i presenti: nasce Polo Nord, la label di Massimo Pericolo, e ha già un artista da presentare sul palco. Si chiama Vmaki, viene dalla zona di Varese come Vane e a un primo ascolto pare parecchio forte, anche a giudicare il gaso generale del pubblico.

Il palco del District
Il palco del District

In generale, la curiosità è alta un po' per tutto il programma della serata, mentre sui visual la scritta "ETICHETTA INDIPENDENTE" si vede sbarrata per dichiararsi, con un misto di ironia e consapevolezza, "MAJOR". La platea è occupata principalmente da ragazzi parecchio giovani, curiosi, lì proprio con l'intento di andare adare una sbirciata a quello che presto si troveranno in cuffia o in un qualche club. Parecchi anche gli addetti ai lavori che scrutano, indagano, analizzano e afferrano quanto più possibile dall'andirivieni tra gli artisti in roster, molti dei quali sono vecchie conoscenze.

È il caso, per esempio, di Sissi, nuovo ingresso nella label, con i suoi inediti che non sembrano discostarsi troppo da quello che aveva proposto fino a ora (cantato sempre benissimo), e di Don Said, rapper siciliano dal flow bello aggressivo in Pluggers da circa un annetto. Chi invece mostra una nuova faccia è Aga, moniker scelto da Dario Pasqualini degli Iside per presentare il suo nuovo progetto solista. Un nome che arriva dalle montagne bergamasche, come attaccamento alla propria terra e come modo per raccontare qualcosa di più intimo rispetto a quello che può esserci all'interno di una dimensione band. E anche i brani sembrano sposarsi bene con il concetto della serata: un beta testing, che fa un passo fuori dall'indie pop a cui eravamo abituati per mettersi alla prova con una sorta di rap su strumentali elettroniche che abbracciano anche jungle e drum 'n' bass.

Un altro da tenere d'occhio è 5070, che sarà anche tra i più trascinatori nel set di Fuck Pop ("Uno per la droga, due per la droga, tre per la droga, quattro indovina per cosa" il verso del collettivo che rimarrà più in testo a fine serata). Il ragazzo sta sul palco con un agio raro, tanto che sembra un musicista consumato, e presenta un terzetto di inedito di un indie pop fresco con qualche occhiolino al punk e all'urban. Così come Anna and Vulkan, più timida, si conferma un talento puro: dopo le sonorità soul, r'n'b e funk del suo ep eccola a esplorare territori che virano verso l'elettronica del Battisti anni '80, senza perdere gli hook mediterranei di chitarra e il cantato in napoletano – tanto che qualche ammiccamento a Tullio De Piscopo è parso di intravederlo.

 
 
 
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Non poteva mancare, anche se non annunciata in serata, Bigmama, la rapper pescata da Pluggers nel 2019 e trasformata nell'arco di 5 anni in un nome conosciuto anche al grande pubblico, con tanto di una partecipazione a Sanremo lo scorso febbraio. Non anteprime, se non un singolo con Nahaze da quello che sarà il producer album di Estremo (poi protagonista del dj set finale per i più temerari), più una passerella dopo un anno di successo incredibile, a cui si aggiunge la barzelletta recitata per riempire i tempi morti lasciati dal problema tecnico con la consolle. "Ciao lesbiche!", saluta mentre indossa una giacca con la schiena dominata dall'effige della Monna Lisa di Botero. Dal suo repertorio canterà solo La rabbia non ti basta, ma è stato reso chiaro che anche qua si stia cucinando qualcosa.

L'aspetto più interessante di questa smitragliata di artisti e brani inediti è concedersi l'imperfezione, l'errore, il buttarsi senza pensare troppo a dove si va a colpire la testa (che comunque il pubblico del District è abbastanza morbido). Si può osare e rompere quel ghiaccio che spesso richiede almeno un paio di live perché non lasci più residui addosso. Un po' schizofrenico e caotico, certo, ma anche parecchio stimolante. Ah, fossero così tutte le major...

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L'articolo I Pluggers che verranno di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2024-10-09 10:31:00

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