Cosa è “La SAD”? Dipende a chi lo chiedi. Secondo la barra di ricerca browser sono Theo, Plant e Fiks, un collettivo artistico che fonde la nostalgia pop-punk anni 2000 e le paturnie emo-trap della generazione Z. Attenendosi ai commenti social, “Ennesimo prodotto pop capitalista”, “La morte della musica” ed “Il Team Rocket”. Stando invece al resoconto delle centinaia di fan che in pochi giorni hanno mandato sold-out la loro prima data ai Magazzini Generali, la Sad è una famiglia (con annesso cartellone innalzato tra la folla che dichiara: “Fiks sei mio padre”).
Sono tre psicologi, sono casa, sono un tiepido ricordo di ciò che ascoltavamo al liceo. Che esso sia post-ironico o nato da un bisogno genuino di creste multicolor, occhi ribaltati e lingue di fuori, il significato attribuito al trio ed alla sua rumorosa presenza nel panorama musicale italiano rimane strettamente personale per ognuno. In fondo tutti quanti, almeno una volta e a modo proprio, sono stati nella sad.
Il concerto del 17 gennaio ai Magazzini Generali di Milano è l’apripista di un tour italiano ed europeo che porterà in giro la loro nuova repack STO NELLA SAD DELUXE (rigorosamente in caps lock). All’appello non mancava nessuno degli artisti che hanno collaborato con Theo, Plant e Fiks al progetto: in ADDIO sale il collega Jack Out, il veterano Dario dei Dari ci delizia col tormentone cross-generazionale Wale, Youv Dee prende un volo da Parigi per rappare la sua strofa in INFERNO e VillaBanks è in tuta e borsello gucciato in un oceano di giacche di ecopelle e capelli neon. Non mancano le sconcerie, i meme, gli skit che trasformano La Sad in animatori quando fino ad un secondo prima erano disperati sulla traccia. “Siete la nostra ragione di vita”, dichiara Plant con l’autotune acceso prima di procedere ad accendersi un blunt sul palco per praticare “allenamento polmonare”. Subito dopo sale uno “sbirro” sul palco a perquisirli e il trio inscena un pestaggio contro di lui, in uno sketch che si pone esattamente a metà tra Bagaglino e WWE Smackdown.
L’affetto e la premura de La Sad nei confronti della fanbase è reale, evidente anche in una sala piena: li difendono se la security spinge un po’ troppo, li baciano a stampo dopo l’interludio “salone di bellezza” in cui a tre fortunati estratti dalla folla viene applicata una maschera per il viso da tre infermiere sexy. Con il pubblico condividono microfono, sudore, canne di CBD ed i frammenti di Stratocaster blu, rosa e verdi da loro spaccate al termine dell’ultimo brano SUMMERSAD 3. E dopo le nostre conversazioni con i fan una volta spente le luci e calato il sipario, è chiaro che l’amore sia reciproco e viscerale.
“La cosa più bella è stata trovare altra gente come me, esternare con vestiti e capelli quello che sento dentro”, ci raccontano Luca e Riccardo, che si sono conosciuti in un gruppo Instgram di fan della band e sono finiti al concerto assieme. “Siamo sempre stati giudicati negativamente come ‘quelli strani’ e ci siamo ritrovati e aiutati tra noi nella sofferenza reciproca”. Con Luca c’è anche Arashi, la sua fidanzata, anche lei incontrata grazie alla comunità online della Sad. “Io sono nella sad per colpa del mio passato, ma grazie alla loro musica provo ad uscirne”, dice. Per vedere tutti i volti dietro il movimento più colorato e sad d’Italia potete sfogliare la gallery qui sopra.
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L'articolo Loro stanno nella Sad di Vittoria Brandoni è apparso su Rockit.it il 2023-01-18 14:00:00
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