"Music meets here". Questo lo slogan del PopKomm, la più grande fiera di musica continentale. Berlino diventa il luogo d'incontro ideale della cultura musicale europea, e tutti gli operatori del settore si incontrano per tre giorni densi di appuntamenti, di scambio e confronto. C'era anche l'Italia, con uno stand poco efficace. Ecco il report di un nostro inviato speciale, ivi residente. Daniele Baroncelli, music analyst, racconta.
"Music meets here" recita lo slogan del PopKomm, ed in effetti la sensazione è proprio quella. La tre giorni di Berlino si rivela una occasione unica di ritrovo per la musica internazionale ed in particolare per quella europea, che è dettagliatamente rappresentata. Berlino come luogo d'incontro ideale della cultura musicale europea. Quattro padiglioni che, oltre alle solite major, ospitano gli stand delle associazioni nazionali che promuovono la musica prodotta nei loro stati. Tre sale conferenze dove si affrontano i temi più caldi del settore musicale: copyright, globalizzazione e localizzazione musicale, rapporti tra industria musicale e politica, il fattore del turismo nei festival, il ruolo della televisione via internet nella musica, etc. Tutto questo si svolge durante il giorno, alla spazio fiera di Berlino, dove l'ingresso è riservato ai soli operatori musicali (costo di ingresso per i non-espositori: 270 Euro) ed ai giornalisti. Poi alla sera, gli eventi aperti a tutti gli appassionati: decine di showcase e concerti nei club di tutta la città, con i nuovissimi nomi della musica internazionale, rigorosamente indipendenti. I prezzi degli eventi sono più che accessibili. L'unico problema è quello di arrivare nel posto prima che il buttafuori vi guardi negli occhi e vi dica che è tutto pieno.
Era importante che Rockit ci fosse quest'anno al PopKomm, perché la fiera ti proietta in una dimensione internazionale che in Italia è poco visibile. Recuperare un pass stampa per la fiera non è semplicissimo. Mi viene concesso un singolo pass, dopo una procedura di certificazione estrenuante, in pieno stile tedesco.
Visitare la fiera è una esperienza decisamente interessante. Gli stand che si incontrano sono principalmente quelli delle associazioni nazionali, che vengono al PopKomm per promuovere la loro musica all'estero. La maggior parte degli stand sono sontuosi, e prevedono anche una area con i tavolini, dove vengono offerte bevute agli ospiti. Gli stand di singole etichette sono pressoché inesistenti, visto l'alto prezzo degli spazi espositivi. La funzione di questi stand nazionali, prima ancora che commerciale, è di incontro e di confronto. Sono questi i luoghi ideali per confrontarsi sul mercato musicale dei propri paesi, per discutere sulle strategie di promozione musicale, per comprendere la percezione che si ha all'estero della musica prodotta nel proprio paese, per sviluppare partnership transnazionali. Oltre a questo, gli stand sono anche delle importanti risorse per chiunque voglia recuperare informazioni riguardo alle varie realtà che operano nel settore musicale di quel paese: etichette, festival, agenzie di booking, riviste musicali, etc. Le varie associazioni nazionali avevano prodotto un catalogo informativo, che includeva tantissime informazioni sulla propria scena musicale.
Il PopKomm costituisce quindi una grossa opportunità per promuovere l'immagine musicale nazionale. Rappresenta un punto di incontro imprescindibile, dove le varie associazioni nazionali cercano di non farsi trovare impreparate. Una nota di merito va allo stand spagnolo, a mio parere lo stand più accattivante, qualità che gli ha permesso di essere anche tra i più visitati. Altri stand molto visitati, quello francese e quello britannico. Ben allestiti anche gli stand canadese, olandese, svedese, finlandese, danese, austriaco, belga.
L'unico paese europeo deludente era palesemente l'Italia. Da alcuni, lo stand italiano (gestito da Audiocoop, l'associazione che organizza il MEI, la fiera di musica di Faenza) è stato addirittura definito "imbarazzante". Ci si è accontentati di attaccare al muro dei poster pubblicizzanti il prossimo MEI, come se quella fosse la cosa più importante che l'Italia musicale ha da comunicare. Dove era il servizio di promozione alla musica prodotta in Italia? Dove era il catalogo informativo che tutti gli altri stand nazionali avevano? Dove era il minimo di gusto che eppure in Italia abbiamo e che nell'istallazione dello stand era completamente assente? E soprattutto, siamo sicuri che Audiocoop abbia le competenze necessarie (sia in ambito musicale che promozionale) per rappresentare la musica italiana all'estero?
La musica italiana esce dal PopKomm con le ossa rotte. E purtroppo non è solo una mia impressione, ma un sentimento comune che ho percepito da tante persone straniere con cui ho parlato alla fiera. Lo stand italiano non aveva niente da offrire. Forse questo è anche uno dei motivi per cui la gente a cui consegnavo il ROCKIT'mag si mostrava molto interessata e voleva saperne di più sulla musica italiana. Per la cronaca, una ragazza dello stand nazionale spagnolo è rimasta completamente rapita dal magazine. Ha visto il nome dei Giardini di Mirò sul numero dedicato al "MI AMI 2006" (il festival organizzato da Rockit) e ha cominciato a dirmi che aveva comprato recentemente "Punk... not diet!" e che le era piaciuto tanto. Era molto curiosa della musica indipendente italiana e mi ha chiesto come fare a conoscere nuove band italiane. La cosa assurda è che allo stand di Audiocoop nemmeno si era fermata, e già questo può dare una idea del successo che ha avuto lo stand.
Molto meglio che l'Italia non venga rappresentata al PopKomm, almeno fino a che non si svilupperà qualche associazione veramente consapevole delle potenzialità musicali italiane e che sappia rappresentarle anche a livello internazionale, facendo leva su tutte le risorse di qualità che in Italia pur esistono, ma che associazioni come Audiocoop, da quel che si è visto al Popkomm, non sanno né individuare, né valorizzare. Serve inoltre la capacità di sviluppare un disegno di comunicazione a tutto tondo, che riesca a caratterizzare la nostra musica e a pubblicizzare i suoi caratteri di unicità.
Il PopKomm 2006 fa emergere con forza la necessità che la musica italiana cominci ad organizzarsi in modi storicamente nuovi, per valorizzare tutte le risorse che ha.
Link: Il sito della manifestazione
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L'articolo PopKomm 2006 di Daniele Baroncelli è apparso su Rockit.it il 2006-09-25 00:00:00
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