"Music meets here". Questo lo slogan del PopKomm, la più grande fiera di musica continentale. Berlino diventa il luogo d'incontro ideale della cultura musicale europea, e tutti gli operatori del settore si incontrano per tre giorni densi di appuntamenti, di scambio e confronto. C'era anche l'Italia, con uno stand poco efficace. Ecco il report di un nostro inviato speciale, ivi residente. Daniele Baroncelli, music analyst, racconta.
Visitare la fiera è una esperienza decisamente interessante. Gli stand che si incontrano sono principalmente quelli delle associazioni nazionali, che vengono al PopKomm per promuovere la loro musica all'estero. La maggior parte degli stand sono sontuosi, e prevedono anche una area con i tavolini, dove vengono offerte bevute agli ospiti. Gli stand di singole etichette sono pressoché inesistenti, visto l'alto prezzo degli spazi espositivi. La funzione di questi stand nazionali, prima ancora che commerciale, è di incontro e di confronto. Sono questi i luoghi ideali per confrontarsi sul mercato musicale dei propri paesi, per discutere sulle strategie di promozione musicale, per comprendere la percezione che si ha all'estero della musica prodotta nel proprio paese, per sviluppare partnership transnazionali. Oltre a questo, gli stand sono anche delle importanti risorse per chiunque voglia recuperare informazioni riguardo alle varie realtà che operano nel settore musicale di quel paese: etichette, festival, agenzie di booking, riviste musicali, etc. Le varie associazioni nazionali avevano prodotto un catalogo informativo, che includeva tantissime informazioni sulla propria scena musicale.
L'unico paese europeo deludente era palesemente l'Italia. Da alcuni, lo stand italiano (gestito da Audiocoop, l'associazione che organizza il MEI, la fiera di musica di Faenza) è stato addirittura definito "imbarazzante". Ci si è accontentati di attaccare al muro dei poster pubblicizzanti il prossimo MEI, come se quella fosse la cosa più importante che l'Italia musicale ha da comunicare. Dove era il servizio di promozione alla musica prodotta in Italia? Dove era il catalogo informativo che tutti gli altri stand nazionali avevano? Dove era il minimo di gusto che eppure in Italia abbiamo e che nell'istallazione dello stand era completamente assente? E soprattutto, siamo sicuri che Audiocoop abbia le competenze necessarie (sia in ambito musicale che promozionale) per rappresentare la musica italiana all'estero?
Molto meglio che l'Italia non venga rappresentata al PopKomm, almeno fino a che non si svilupperà qualche associazione veramente consapevole delle potenzialità musicali italiane e che sappia rappresentarle anche a livello internazionale, facendo leva su tutte le risorse di qualità che in Italia pur esistono, ma che associazioni come Audiocoop, da quel che si è visto al Popkomm, non sanno né individuare, né valorizzare. Serve inoltre la capacità di sviluppare un disegno di comunicazione a tutto tondo, che riesca a caratterizzare la nostra musica e a pubblicizzare i suoi caratteri di unicità.
Il PopKomm 2006 fa emergere con forza la necessità che la musica italiana cominci ad organizzarsi in modi storicamente nuovi, per valorizzare tutte le risorse che ha.
Link: Il sito della manifestazione
---
L'articolo PopKomm 2006 di Daniele Baroncelli è apparso su Rockit.it il 2006-09-25 00:00:00
COMMENTI