È proprio vero che quando vai per la prima volta al Primavera Sound stai già pensando alla seconda, e in effetti è difficile restare immuni al fascino dell'evento che ogni anno, da 18 anni, anima il Parc del Fòrum di Barcellona. Da completa debuttante al festival, nei giorni precedenti ho guardato il programma e studiato la mappa del luogo, ma la verità è che non ero affatto pronta ad affrontare l'esperienza che mi aspettava, o almeno non lo ero abbastanza, nonostante abbia amato moltissimo farmi sorprendere ad ogni passo dal fascino del Primavera Sound. Ma se il 2018 è stato l'anno delle sorprese, per il 2019 non dimenticherò alcune cose importanti, per non restare neanche una volta con l'amaro in bocca di aver perso un concerto incredibile o di aver sottovalutato un evento o una location nascosta.
1. Preparazione atletica
Per arrivare dal palco Seat alla spiaggia (i due estremi del festival), ci vogliono circa 50 minuti a piedi. Gli organizzatori si spostano a bordo di golf cart o bici elettriche, ma il problema non sono solo le distanze, ma anche i molti dislivelli del Parc del Fòrum: ci si ritrova spesso a salire e scendere dalle scale, e per resistere circa 12 ore al giorno ci vuole l'adeguata preparazione. Nonostante il mese di certo non pigro di preparazione del MI AMI Festival (e conseguenti km macinati al Magnolia), soprattutto il secondo giorno è stato duro da affrontare. Promesse per il prossimo anno: prepararsi atleticamente, scarpe ancora più comode, tanta idratazione ma soprattutto aspettative realistiche (vedi punto 2).
2. Programma credibile
Uno degli errori che ho commesso da principiante è stato quello di riempire il mio calendario di eventi in maniera un po' disordinata, costringendomi a fare su e giù per il Fòrum senza pensare a ottimizzare gli spostamenti e quindi anche la permanenza davanti ai palchi. Di alcuni concerti sono riuscita a vedere solo 10 minuti, perché non avevo considerato in fase progettuale il tempo che ci avrei impiegato a migrare da un'area a un'altra del festival. Per il prossimo anno mi riprometto di organizzare il mio programma anche pensando a questa necessità, per non avere rimpianti, anche rinunciando a qualche concerto grande in favore di artisti più piccoli e meno conosciuti (ma spesso sorprendenti).
3. Maggiore attenzione agli eventi fuori festival
Una delle esperienze più esaltanti fatte durante questo Primavera Sound è stata fuori dal Fòrum, quando siamo andati all'Auditori di Barcellona a sentire Michael Stein e Kyle Dixon dei Survive suonare la colonna sonora di Stranger Things. Al buio completo, con una scenografia minimale fatta solo di tubi al neon e fumogeni, ci siamo ritrovati per 60 minuti in un sottosopra simulato che è stato molto più di un concerto, ma una vera e propria esperienza multisensoriale. L'impegno per il prossimo anno è quello di prestare maggiore attenzione a ciò che il Primavera ha da offrire fuori dai concertoni al Fòrum, perché spesso si tratta di gemme nascoste e preziosissime.
4. Minore organizzazione con gli amici
Sembrerà estremo, ma una delle cose che ho imparato in questi tre giorni è che è inutile cercare di far combaciare i propri desideri con quelli degli amici, si rischia solo di castrarsi a vicenda. La cosa migliore è perseguire i propri scopi per scoprire molto presto che al Primavera non si è mai soli: è incredibile la quantità di persone già note che si incontrano in giro, e non parlo solo di addetti ai lavori. È proprio vero che al Primavera ci vanno tutti, dal compagno delle elementari che non vedevi da allora a tuo cugino strano, e prima o poi sotto un palco o in fila per un perrito caliente incontri proprio tutti. La cosa paradossale, è che ho avuto più difficoltà a cercare intenzionalmente delle persone o rispettare degli appuntamenti presi in precedenza: la cosa più naturale è spostarsi per il festival e lasciare che le cose vadano da sé.
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L'articolo Quattro modi in cui mi preparerò al prossimo Primavera Sound di Chiara Longo è apparso su Rockit.it il 2018-06-04 11:34:00
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