Com'è cambiata la musica nella televisione italiana (pagina 2)

Da Top of the Pops a TRL, passando per Arrivano i nostri e Superclassifica Show: qual era (e qual è) lo spazio dedicato alla musica nella televisione italiana.

Daniele Bossari e Carmen Consoli a Select MTV
Daniele Bossari e Carmen Consoli a Select MTV
24/07/2015 - 15:20 Scritto da Redazione

I giochi e i quiz

Karaoke (Italia1 1992/1995 - 2005) / Sarabanda (Italia1 1997-2004, 2005, 2009) / Furore (Rai2 1996-2001, 2003, 2007 una sola puntata speciale)



(Nella foto, il celebre uomo gatto di Sarabanda)

I giochi simbolo della musica in Italia sono tutti collocabili nel decennio che va dagli anni 90 ai 2000 e hanno praticamente tre volti totem: Fiorello, Enrico Papi e, staccato di varie lunghezze nella memoria del pubblico, Alessandro Greco. Mediaset si serve della fine degli anni '80 e dei dieci anni successivi per radicarsi nel cuore dei giovani dell’epoca proprio grazie alle trasmissioni musicali. Forte del successo di Non è la Rai, il programma di Boncompagni che dal 1991 domina la pausa pranzo degli studenti italiani servendosi di adolescenti discinte che cantano, ballano e giocano in un delirio di ambiguità, l’anno successivo, il 1992 la tv di Berlusconi prova la carta della piazza, utilizzando una parola giapponese che entrerà nel linguaggio comune: karaoke. Il gioco è semplice: due o più persone si sfidano cantando sulla base, mentre il testo scorre in sovrimpressione. Fiorello col codino e le giacche dai colori pastello sulle magliette nere scalda la folla, imita, canta bene e per 4 anni sarà il più grande showman italiano. Il pubblico impazzisce, le piazze sono piene, si fanno strada nuovi interpreti ma anche fenomeni in stile Corrida, il proto-talent di Corrado.
Nel 1995 cambia qualcosa, sia Non è la Rai che il Karaoke chiudono per far spazio a due giochi più tradizionali: Furore di Alessandro Greco e Sarabanda di Enrico Papi. Il primo è un format francese riproposto dalla Rai, in cui due squadre formate da vip o da concorrenti a tema (tipo Suore contro Preti) si affrontano in varie sfide musicali: la canzone interrotta, il karaoke, il cambio della vocale e via dicendo. Riproposto da Bossari prima e Cadeo poi in una puntata speciale del 2007 per poi essere interrotto, non ha mai lanciato definitivamente il suo conduttore storico. Diversa sorte ha avuto invece Sarabanda, il gioco musicale simbolo per eccellenza. In onda dal lunedì al sabato, dal 97 al 2004, sempre sotto la conduzione di Enrico Papi, che in quegli anni diventerà il volto icona del trash in televisione. Qualche gioco? Pentagramma, spaccasecondo, fuori uno e il 7x30 finale, in cui i concorrenti dimostravano la loro bravura dovendo indovinare 7 canzoni in 30 secondi, partendo dalla base midi senza testo. Piuttosto sopra le righe erano i campioni di Sarabanda, diventati nel tempo simili ai lottatori del wrestling. L’uomo Gatto, Valentina, Fragolone, Testina, Tiramisù e tutti gli altri, riuscivano ad indovinare una b-side di un oscuro album prog degli anni '70 grazie ad una sola nota in un decimo di secondo, entrando nel cuore degli italiani ma anche diventando fenomeni da baraccone. Proprio l’estremizzazione di certi comportamenti ha portato il pubblico negli anni a disamorarsi della formula del quiz musicale, che oggi è praticamente sparita, se non contiamo i tentativi un po’ pietosi di riesumare il karaoke con Pintus.

I talent show

Amici di Maria de Filippi (Italia1 2001-2003, Canale5 2002-2015) / X Factor (Rai2 2008-2010, Sky Uno 2011-2015) / The Voice of Italy (Rai2 2013-2015) / Operazione Trionfo (Italia1 2002, Rai2 2011 come Star Academy) / MTV Spit (MTV 2012 - in onda) / Bravo Bravissimo (Canale5 1991-1995, Rete4 1995-2002) / Popstar (Italia 1 2001-2003)

Di tutte le categorie i talent sono i programmi a tema musicale più seguiti dal pubblico, e senza dubbio hanno segnato e stanno segnando le classifiche di vendita di dischi in Italia. Il grande successo di pubblico è dovuto principalmente all'immedesimazione degli spettatori con i concorrenti, gente normale "che ce la fa" (sottintendendo che tutti, anche quelli che guardano il programma dal divano di casa, potranno diventare un giorno delle star). Come se questo non bastasse, il fatto che la trance agonistica sia spalmata su un lungo periodo di tempo (ogni programma dura in media 3 mesi, al contrario per esempio del Festival di Sanremo che dura una settimana), induce gli spettatori a una maggior affezione nei confronti dei concorrenti, fortemente esposti personalmente ancora prima che artisticamente nei “confessionali” e durante le strisce quotidiane; inoltre in tutte le serate ad esclusione delle ultime, i concorrenti presentano delle cover, quindi brani già noti e molto amati, scongiurando il naturale effetto-diffidenza creato dall'ascolto di una canzone inedita. Fa anche molto gioco il fatto che il giudizio sia affidato a volti della musica stessa o comunque addetti ai lavori (Morgan, Mika, Mara Maionchi, J-Ax etc), che spesso sono i veri monopolizzatori delle attenzioni del pubblico.
Come saprete, i talent show sono ormai diventati i veri motori delle vendite di dischi in Italia: quando era trasmessa su reti Rai, X-Factor assicurava al vincitore un contratto discografico e la partecipazione a Sanremo, ora non è più così (rimane solo il contratto discografico), ma la partecipazione a Sanremo è comunque praticamente certa, così come accade anche per i vincitori di Amici di Maria De Filippi.
Bonus: non possiamo non ricordare Popstar, uno dei talent più teneri e assieme trash della storia della tv italiana. L'edizione del 2002, presentata da Daniele Bossari, vide come vincitrice la formazione delle Lollipop, che non ricordiamo di certo per le doti canore, mentre dall'edizione del 2003 uscirono le Lucky Star, in cui militava una allora sconosciuta Emma Marrone che avrà più fortuna partecipando e vincendo Amici sette anni dopo.

I reality

Music Farm (Rai2 2004-2006)

Posto che tutti i talent show sono anche dei surrogati di reality con tanto di scene registrate di nascosto, dialoghi negli sgabuzzini, pianti e lacrime e baci, l'unico vero reality musicale italiano è stato Music Farm, andato in onda per ben tre anni su Rai2. Il reality univa vecchie glorie e artisti dalla carriera in declino e le chiudeva in una sorta di beauty-farm con fisioterapisti, massaggiatori, parrucchieri, dentro la quale tra una sauna e l'altra dovevano anche preparare dei brani da cantare la sera dello show, in diretta. Un reality che non aveva assolutamente nessun senso, e che siamo contenti sia stato sepolto quasi 10 anni fa, e mai resuscitato.

I canali musicali

Rock TVMTVDeejay TVVideomusic (chiuso) / TMC 2 (chiuso) / Viva (chiuso) / All Music (chiuso) / Qoob (chiuso)

Di tutti i canali musicali che hanno accompagnato le adolescenze di tutti noi, quello avvolto da un'aura leggendaria e sovranaturale è senza dubbio Qoob. Apparve sulle nostre frequenze senza preavviso con il nome di Yos, e una mattina ci ritrovammo di colpo in cameretta un canale assolutamente rivoluzionario per contenuti e linguaggi. Nella realtà era una costola della stessa MTV (costola poi rinominata Flux), ma proponeva solo videoclip "underground" e ricercati alternati a corti, video arte, serie animate, comedy e documentari. Un magnifico esperimento che purtroppo non ebbe poi alcun seguito in Italia, né in tv né online.



Pensate di conoscere altri programmi tv dedicati alla musica che abbiamo dimenticato? Segnalatecelo nei commenti

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L'articolo Com'è cambiata la musica nella televisione italiana di Redazione è apparso su Rockit.it il 2015-07-24 15:20:00

COMMENTI (3)

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  • Krishoes 9 anni fa Rispondi

    Tra i grandi Festival inserirei anche l'Eurovision Song Contest

  • pentapartito 9 anni fa Rispondi

    vi siete dimenticati di Jammin che negli anni 90 andava in onda su Italia 1, c'era musica dal vivo e, almeno nelle prime edizioni, qualche tentativo di sperimentazione di nuovi linguaggi per l'Italia, poi arrivò la Maugeri e divenne una noia mortale

  • nicko 9 anni fa Rispondi

    Per quanto mi riguarda, IL programma dei miei pomeriggi liceali era "Help" di Red Ronnie su TMC2, un caos colorato e autoreferenziale dominato dalla strabordante personalità del suo autore, conduttore, dittatore, che ebbe però il grandissimo merito di portare in tv le band cosiddette "emergenti", ovvero i ragazzini che mandavano i demo e che venivano selezionati per suonare nel finale.