Il Premio Tenco è considerato il premio della canzone italiana per eccellenza: il più prestigioso, il più longevo, il più attento allo spessore culturale del cantautorato del nostro paese, e soprattutto il primo ad aver usato la dicitura “canzone d’autore” (inventata proprio da Enrico de Angelis, il direttore artistico). Una rassegna che si tiene tutti gli anni a Sanremo e che fa da contraltare "colto" al più popolare Festival, slegato da logiche televisive e soprattutto curato artisticamente da gente di sicuro più preparata di Carlo Conti.
Ogni anno i nomi dei musicisti candidati, nominati e vincitori attirano fiumi di discussioni e commenti, segno che nonostante l’aspetto impolverato del Premio, attorno a questa manifestazione c’è ancora un grande interesse. Per questo abbiamo pensato fosse giusto avanzare delle proposte affinché quello che di fatto è l’unico vero premio per la canzone italiana si assicuri lunga vita e rifugga alla tentazione di diventare un museo, con tanto di teche e statue commemorative.
Prima però, lasciateci spiegare una cosa fondamentale, una cosa che spesso non sanno neppure i giornalisti o gli addetti ai lavori: la differenza tra Club Tenco, Premio Tenco e Targhe Tenco.
Il Club Tenco è stato fondato a Sanremo ‘72 per sostenere la canzone d'autore (non solo italiana). Lo Statuto recita: "Lo scopo del Club è quello di riunire tutti coloro che, raccogliendo il messaggio di Luigi Tenco, si propongono di valorizzare la canzone d’autore, ricercando anche nella musica leggera dignità artistica e poetico realismo". I membri del Club assegnano ogni anno dei riconoscimenti nel corso della "Rassegna della canzone d'autore", presso il Teatro Ariston di Sanremo, alla quale vengono invitati i nomi più interessanti della canzone d'autore. I premi si suddividono in due categorie: Il Premio Tenco, e le Targhe Tenco.
Il Premio Tenco, nato nel ‘74, è un riconoscimento alla carriera di artisti che hanno dato un contributo significativo alla canzone d'autore internazionale. Si divide in due tipologie, quella per cantautori e quella per operatori culturali, e viene assegnato dal Club Tenco.
Le Targhe Tenco, nate nell’84, sono invece un riconoscimento per la migliore musica italiana dell’anno, e vengono assegnate (secondo diverse categorie) dal Club Tenco assieme ad una giuria di più di 200 giornalisti musicali italiani di varia estrazione.
Da questo viene la nostra prima proposta.
1. Semplifichiamo
La struttura dei premi, lo avrete capito, è piuttosto complicata, e soprattutto oscura ad una grandissima parte del pubblico (perso anche tra due diversi siti con contenuti che spesso si sovrappongono). La cosa migliore è puntare alla chiarezza, facendo diventare le Targhe nient’altro che le diverse categorie all’interno del Premio Tenco, lasciando il titolo principale come premio alla carriera. Ricapitolando: un solo Premio Tenco, che all’interno abbia riconoscimenti per il miglior album, la miglior canzone dell’anno, premio alla carriera e così via.
2. Trasparenza nella scelta dei giurati
Il prestigio di un premio dovrebbe essere direttamente proporzionale a quello della persona (o del gruppo) che lo assegna. Peccato che da nessuna parte ci sia scritto chi faccia parte del Club Tenco, né sia indicata la testata di provenienza della folta schiera di giornalisti musicali chiamati a votare per le Targhe. Abbiamo contattato l’organizzazione dei Premi e ci è stato spiegato che il Club è un’associazione culturale formata da circa 140 persone (quasi tutte di Sanremo e dintorni) nella quale si entra solo se presentati da due soci. Ogni 3 anni i membri votano un direttivo di 9 persone che gestiscono gran parte delle attività, compresi i Premi. In quanto ai 230 giornalisti selezionati, non ci sono invece criteri particolari se non (si legge sul sito) che “sono scelti per la loro riconosciuta competenza personale specifica, non per rappresentanza di testata”. Si sa che ogni anno se ne aggiungono circa 10, per compensare quanti nel frattempo decidono di non partecipare più come giurati. Chi entra è giurato a vita, e all’interno del gruppo ci sono sia figure storiche come Mollica o Fegiz, sia giovani provenienti da piccole webzine.
La nostra proposta è di ridurre i giurati a 100 persone, indicando la testata di provenienza e cercando quanto possibile di bilanciare l'ago dalla parte del web perché è dove, di fatto, si parla più spesso e più lungamente di musica. Sarebbe una buona cosa anche non limitarsi a selezionare giurati provenienti solo dal giornalismo (o dalla tv), ma allargare ad altri ambiti ugualmente rilevanti per la musica italiana: organizzatori di festival, rassegne di concerti, curatori di servizi streaming, app, radio. Infine, porre un limite di partecipazione di 10 anni per ogni giurato.
3. Nuove categorie
Un’altra proposta riguarda invece le categorie delle Targhe Tenco: al momento esistono quella per il Miglior Disco dell’anno, Miglior Canzone, Miglior Opera Prima, Miglior Album in Dialetto e Migliore Interprete. Una cosa che non ha assolutamente alcun senso nel 2015 è il Premio per il Miglior Interprete: a quello pensano già i talent show. Proponiamo, al suo posto, di inserire un riconoscimento opposto, ovvero quello per il disco più innovativo, capace di spostare ancora più in là la linea di confine della canzone italiana, che ha bisogno di ricordare il proprio passato ma soprattutto di immaginare un brillante futuro.
4. I soldi, e tutto il resto
Il Premio Buscaglione è un riconoscimento appena nato, eppure ha messo bene in chiaro che quel “Premio” nel nome corrisponde a qualcosa di vero e tangibile. Il primo premio consiste infatti in 3000 euro e nella possibilità di esibirsi in 5 dei festival partner della rassegna, il premio della critica dà diritto a 1500 euro e alla possibilità di esibirsi in 10 dei festival partner della rassegna, mentre altri riconoscimenti consentono ai vincitori di essere inseriti in compilation e di presentare i propri pezzi durante una trasmissione radio della Rai. Senza pensare necessariamente ad un montepremi così ricco, sarebbe bene pensare ad un supporto almeno per il vincitore nella categoria migliore opera prima, che nel 99% dei casi coincide con un musicista emergente. Se non ci sono risorse per questo supporto, una proposta diversa e di grande effetto mediatico: far sì che la leggenda della musica di turno che viene invitata al Premio canti o collabori durante la manifestazione con uno dei musicisti emergenti (e non il contrario, come spesso accade in questi contesti).
5. Un restyling per rimanere rilevanti
Non è sempre stato così, i manifesti e le grafiche delle passate edizioni erano decisamente interessanti, ma oggi basta aprire il sito e la pagina Facebook del Premio Tenco per capire che avrebbero bisogno di una bella rinfrescata. A parte il lato estetico (che sembra un dettaglio ma è quel che fa apparire una cosa italiana così italiana, nel senso negativo del termine), sarebbe bello se il Premio sfruttasse appieno le possibilità di internet, per esempio rendendo disponibili sul proprio canale YouTube gli estratti più interessanti delle esibizioni e delle premiazioni. Per non parlare di Instagram, Snapchat, Twitter e tutto il resto.
Una risorsa importantissima è l'archivio: scommettiamo che ci sono centinaia di foto, video e audio bellissimi e rari. Perché non renderli disponibili al pubblico mettendo tutto online, rilanciando così la rilevanza storica alla rassegna.
Il Premio Tenco è un evento incredibilmente importante per la musica italiana che va valorizzato. Queste sono le 5 proposte che Rockit ha elaborato per salvaguardarne la rilevanza anche in questi tempi di cambiamenti così rapidi e radicali. Da parte nostra siamo disponibili sin da subito a collaborare attivamente con il Club Tenco per la messa in pratica di ciascuna (o tutte) le proposte di cui abbiamo scritto, così come siamo aperti ad ogni tipo di suggerimento, confronto, critica e collaborazione. Aspettiamo le vostre impressioni nei commenti.
UPDATE:
Franco Zanetti, direttore di Rockol.it, ha rilanciato sull'argomento proponendo altre soluzioni
---
L'articolo Le nostre cinque proposte per un nuovo Premio Tenco di Redazione è apparso su Rockit.it il 2015-10-15 13:47:00
COMMENTI (2)
Si potrebbe anche allargare al rock più propriamente detto (e ad altri generi), capisco il senso di stringere il campo ai cantautori, ma visto che ultimamente si è aperto a Caparezza, ai Baustelle, alle luci della centrale elettrica, perchè non dividere in più categorie? Chi ha detto che il rock e l'elettronica, ad esempio, non possano avere lo stesso spessore culturale del pop/cantautorale?
Targa per il miglior Live? Indispensabili, a questo proposito, giurati che siano organizzatori e promoter (magari non i soliti noti).