È uscita jeans, dei Tauro Boys feat. Psicologi. È una canzone molto romana e molto italiana, generazionale e stagionale.
La maledizione della terza generazione (Schumpeter: “In tre generazioni si va dalla tuta da lavoro alla tuta da lavoro”, o per i cinesi “La ricchezza non sopravvive a tre generazioni”) ha portato invece a un prodotto che sintetizza tutto quello che è stato un ventennio di musica.
A Roma la prima generazione (1992-94: DPG, LOVE GANG) ha inventato un genere, latinizzando la trap in un composto di gangsterismo e stornellismo. I Tauro Boys sono la seconda generazione (1996), che ha reso post- / alt- / universitario un suono e un immaginario diversamente low-edu. Gli Psicologi sono la terza generazione (2000) e hanno chiuso il cerchio tra rap e indie, tra cantautorato e rock & roll, tra musica da liceo e musica per young professionals che sistemano le slides sulla metro.
In una traccia che si appoggia magistralmente al mood di risveglio primaverile (ormonale e sociale insieme), cinque dei parolieri più interessanti < 25 cristallizzano un canone nuovo: “Ho fatto un sogno, ma non c’eri dentro”; “Toglierci i jeans per sentire di esistere”, “Ma quando sei sola nella stanza, è a me che pensi”, “È una mostra di design, non te ne frega un cazzo”, “Linkami il tuo cuore dentro ai miei DM”.
Sotto, nelle note, c’è la definitiva fusione dell’ideal-tipo del brano e del beat, del suono di Garage Band e della chitarra vera presa su Mercatino Musicale. Fuori, tra gli ascoltatori, c’è per la prima volta una massa unica, anche se non cosciente. È proprio lei, finalmente, la musica pop.
L'autore è dottorando in Sociologia a Trento. È redattore di CTRL e curatore di Manaròt
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L'articolo "Jeans" di Tauro Boys + Psicologi: un haiku di Davide Gritti è apparso su Rockit.it il 2021-04-15 10:21:00
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