Una manciata di canzoni nate dalla necessità di cercare un “antidoto magico per rendere più leggera la mia tristezza e per tornare verso i miei piccoli Everest quando cado nei miei abissi più profondi”. Sono queste le parole con le quali Elisa Massara, per gli amici Elasi, descrive il suo album d’esordio Elasir.
Nove tracce frutto di un lungo e minuzioso lavoro di cesello su suoni, immagini e ambienti durato più di due anni costellati da “confuse metamorfosi, piccole illusioni, profonde tristezze e impreviste felicità”. Un mutevole e perpetuo processo di creazione, distruzione e mutamento compiuto dalla musicista alessandrina in compagnia di quattro amici più che colleghi.
Stiamo parlando anzitutto di Rocco Rampino, il mastermind della direzione artistica di Elasi sin da OASI ELASI, il suo primo EP uscito nel 2022; Matilde Ferrari akaPlastica, partner in crime di Massari nella creazione di buona parte di Elasir; Fresco, al secolo Leonardo Beccafichi, producer “nel cui studio delle meraviglie abbiamo scritto tre brani di questo disco” e Peppe Petrelli, responsabile del missaggio e mastering di (quasi) tutte le canzoni.
Il risultato di questa comunione di intenti è un album che si fa specchio della doppia anima di Elasi, divisa fra sogno e realtà, attratta da sonorità digitali ma capaci di strizzare l’occhio a ghiribizzi analogici. Visioni oniriche che si fondono con la concreta corporeità di impulsi fisici, bisogni primari, vitali e sensuali, punto di incontro tra “le mie anime di DJ, di songwriter e di esploratrice di dischi e strumenti etnici”.
Un viaggio fatto di tanti contrasti sensoriali che, dopo la nostra recensione a caldo (che potete trovare qui), abbiamo deciso di farvi gustare traccia dopo traccia, raccontando il processo creativo dietro al caleidoscopico mosaico musicale che permea la tracklist diElasir.
ICEBERG
Ad aprire il disco d’esordio di Elasi ci pensa ICEBERG, un brano fondato su morbide e sognanti distese di mellotron affiancate a un coro che, per quasi tutta la durata del pezzo, ripete come un mantra “Chiedo alla luna SOS/Chissà, chissà chi sente/Ci scioglieremo come iceberg/Piove, pioverà luce”.
Un ciclico ritornello di onirica gioia dietro cui si cela un monito sull’attuale crisi climatica, fatto di luci e ombre, tra le quali Elasi danza sotto i flash stroboscopici della UK Garage. “Abbiamo registrato 10 tracce della mia voce - racconta Elisa - con formanti e pitch diversi per creare l’effetto voci bianche. Il nostro sogno sarebbe stato quello di registrare il Coro dell’Antoniano, ma abbiamo avuto poco tempo per organizzarci”.
Un ripiego digitalizzato in grado tuttavia di valorizzare la capacità di Elasi nel trasformare la propria voce in un vero e proprio strumento al servizio del brano. Un’unione melodico-armonica che getta le basi per l’ascolto di Elasir.
AMÆMI
Un fanciullesco gioco di parole “A-ma-mi baby/A-me-mi piaci tu” sembra proiettarci in un viaggio fast-forward tra le luci al neon, i distributori automatici e le sale giochi di metropoli giapponesi come Shibuya e Tokyo.
AMÆMI, pur restando nei medesimi paraggi elettro-britannici, affonda in tessiture ritmiche ancora più frenetiche di ICEBERG, abbracciando panorami musicali vicini alla house e dance-pop di artisti come Barry Can’t Swim e Peggy Gou.
Mondi nippo-onirici, resi più vividi dall’aggiunta di strati di cori e voci “sporche” che fluiscono verso un accattivante break di chitarra che irrompe nel drop del pezzo.
ETC
ETC rappresenta la prima parentesi vespertina di Elasir. Una traccia distensiva e minimale che, prendendo spunto dalla fusione tra i ritmi e le atmosfere della breakbeat e della house music, scorre lisergicamente in un ritornello super-catchy, che non sfigurerebbe all’interno di un tormentone estivo: “Que serà, serà, eccetera/Que serà, serà, eccetera.
Un refrain, venuto a Elasi in sogno (come buona parte delle tracce di Elasir), nato dalla voglia di trovare un rimedio “a un momento di profonda tristezza”.
LORELLA
Dopo aver preso un po’ di fiato conETC, si ritorna al centro della dancefloor conLORELLA, un pezzo sensualmente ballabile, immerso tra le fumose luci al neon della italodance anni ’90.
Nel brano Elasi, trasformata in una “regina misteriosa che danza in un kimono-farfalla nei più dorati club di Tokyo, Napoli e Parigi” implora di essere amata, con strofe, ritornelli e pre-chorus poliglotti, capaci di giocare con la lingua italiana, francese e inglese (“Love me, amami/Love me, amami”).
“Questa è una traccia che vorrei ballare insieme con tutta l’energia che il corpo ci può regalare sulle dancefloor dei miei set dell’anno che è appena arrivato”.
MARINA (BACHATA)
Forse il brano che più di tutti fa capire la grande qualità e gusto musicale che Elasi ha infuso nella tracklist di questo suo primo album. Dopo lo sballo lisergico-danzereccio andato in scena nella prima metà di Elasir, MARINA (BACHATA) arriva senza fare rumore, accarezzando i nostri volti imperlati di sudore come una piacevole brezza marina.
Un brano influenzato da esotici panorami latineggianti, in bilico tra atmosfere digitali e il tocco analogico di una vecchia chitarra classica Ramirez appartenuta al nonno di Elisa, “quella da cui ho imparato a suonare i primi spartiti da piccola”.
Una seducente bachata, che racconta la storia di Marina, una sirena che, stesa sul bagnasciuga di una spiaggia “aspetta chissà chi in secoli di piogge, luci, lacrime e onde sognando di perdersi su un tappeto volante nel vuoto celeste cullata da questa serenata”.
ABISSI EVEREST
“Tristezza immensa e Illusoria felicità di un amore impossibile”. È questa la vera e propria altalena emozionale su cui Elasi ha costruito ABISSI EVEREST. Un brano con cui la cantante piemontese mette in mostra il suo lato più pop, capace di inglobare al proprio interno velleità analogiche e digitali, contrapponendo sintetizzatori e drum machine a una serie di strumenti acustici e inebrianti tessiture vocali.
Una ascensione musicale dal buio degli abissi oceanici verso l’aria frizzante delle vette dell’Himalaya, capace di riflettere la facilità con cui l’amore sa farti toccare il cielo con un dito, facendoti sprofondare nella tristezza più cupa in un battito di ciglia.
TAIKO
Tre minuti di ipnotismo orientaleggiante, che sembrano sbucati fuori dalla colonna sonora di un film sperimentale nipponico. TAIKO è un lisergico viaggio elettronico, in bilico tra la acid house e la musica minimal, nel quale abbandonare i nostri riferimenti a spazio e tempo, scortati dal barbiturico ritmo di un tamburo taiko giapponese.
Crepuscolari e sinistre tessiture ritmico-armoniche, nelle quali la voce di Elasi ripete ossessivamente “Quante volte ti perdi?”. Un laconico mantra al quale “Soheil (Raheli) risponde con delicatezza intonando una poesia persiana stupenda che sembra una formula magica”.
MUSICA ESPECIAL
Una vera e propria meta-canzone, che racconta il percorso creativo che ha portato alla sua stessa realizzazione. “È un viaggio - racconta Elasi - nelle assurdità della testa testarda di un capricorno che si rifugia nella formula magica e nella salvezza dellaMusica Especial”.
Nata con un ritmo più lento e un sound molto più “acustico”, simile a quello dei Tame Impala, la penultima traccia di Elasir ha subito una “sciacquata di panni nell’elettronica” da parte del DJ e producer della riviera romagnola Sebra Cruz.
Il risultato è un vero e proprio remix del pezzo originale, al cui interno è possibile udire echi di deep house e chill out. “Ci siamo innamorati di questa nuova versione - sottolinea Elasi - e ci siamo lasciati trasportare da questa house especial per tutta l’estate. Non escludiamo comunque di far uscire, a un certo punto, a sorpresa, la versione originale, anche da noi chiamata: la Playa Version”.
TIGRE BIANCA
La chiusura di Elasir è affidata a TIGRE BIANCA. Un brano disteso e fascinoso, immerso in atmosfere ben piantate nella house contemporanea - sono forti i richiami a pezzi recenti comeB.O.T.A. di Eliza Rose & Interplanetary Criminal - ma capaci di estendere le proprie radici verso ambienti più etnici, grazie all’aggiunta di tamburi africani presente nella coda del brano.
La degna conclusione di un disco frutto di un percorso sonoro compiuto da Elisa per “riscoprire quel senso di leggerezza che non riuscivo a trovare se non nella musica elettronica, nei libri di fiabe cinesi e nei disegni di mondi che non esistono”. Un universo magico, lisergico e tremendamente affascinante che inElasir acquista la tangibile corporeità di corpi che ballano a ritmo dell’incantevole musica di Elasi.
---
L'articolo Un punto di incontro tra le anime: “Elasir” di Elasi raccontato traccia per traccia di Luca Barenghi è apparso su Rockit.it il 2025-01-24 11:49:00
COMMENTI