Se nei "Notturni di Rockit" gli artisti rivisitano una canzone svelandone un lato nuovo, fino a quel momento oscuro, nello spin off narrativo “Racconti Notturni” svelano una loro storia sconosciuta, ci parlano di una notte della loro vita a cui sono particolarmente legati. Potrebbe essere una notte in studio, ma anche una notte di quando avevano dieci anni, una notte fuori casa o una notte insonne. In occasione dell'uscita di una speciale versione digitale del disco Milano parla piano che contiene anche la cover di Razzi Arpia Inferno e Fiamme, perla dei Verdena reinterpretata proprio per Notturni di Rockit con i Coma_Cose, abbiamo chiesto a Wrongonyou di raccontarci una sua notte speciale. Ecco il racconto che ne è nato, raccolto da Valerio Millefoglie.
Grottaferrata, provincia di Roma, una notte del 2012 in una camera di dieci metri quadrati: una nottata lunghissima in cui non sono andato mai a dormire e ho scritto Killer, quello che si può definire il mio primo successo. Su uno scaffale l’intera discografia di Jack Frusciante ed Elliot Smith. Su una bacheca appesa alla parete: la scaletta autografa di un live di Bon Hiver, un plettro dei White Lies, reperti di una vita da fan boy, da primo della fila dei concerti. Sullo schermo del computer Mars Attacks, film del 1996 diretto da Tim Burton, all’ennesima mia visione, e che comincio a rivedere quando è già sera tardi.
Ci sono tanti attori che adoro, e alcuni agli esordi come Jack Black, che avevo amato in School of Rock e che qui ritrovavo repubblicano e militarista. È un film sugli alieni, ma completamente diverso dal genere. Con un humour dal retrogusto amarissimo. La canzone, come i protagonisti del film, si muove al confine tra amore ed egoismo. Marte è nel titolo della pellicola, però è tutta la storia è ambientata sulla terra, il pianeta Marte rimane sempre misterioso, me lo immagino rosso, attraversato da continue bufere di sabbia che in qualche modo arrivano ad ispirarmi anche alle pareti verde acqua della mia camera.
C’è quella parola, “Mars”, che torna più volte nel film e che comincia a girarmi in testa, infatti il testo della canzone è composto da due frasi che si ripetono in loop, sotto un crescendo musicale: “I wanna go to Mars, to kill you into the fire”. Quando guardo un film io imbraccio quasi sempre la chitarra e così nascono questi primi versi. Stoppo il film, apro Audacity, un programmino musicale che usavo allora, e comincio a registrare. Mi rendo conto però che si è fatto tardissimo, quindi lascio perdere, mi appoggio al letto e torno a vedere il film sperando che mi faccia addormentare.
Il giorno dopo devo svegliarmi alle sei: all’epoca, studente di storia dell’Arte, lavoravo come custode al museo di Santa Maria in Cappella a Trastevere e per essere puntuale all’apertura delle otto dovevo partire da Grottaferrata alle 6:30 del mattino. Il criceto in testa però continua a girarmi nel cervello, quindi stoppo di nuovo il film e mi metto a lavorare in cuffia con questo mantra “Mars, Mars, Mars”, tanto che sono felice dell’obbligo di dover andare al lavoro altrimenti non staccherei più.
Ciò che mi ha stupito è che quella notte mi ha strappato ad una certa mia pigrizia, su cui aveva preso avvento la passione. Stavo facendo qualcosa che valeva la pena di fare. Avevo solo una lampadina accesa e quando ho scostato le persiane mi sono reso conto che era quasi arrivato il giorno. Ho lasciato la chitarra, mi sono messo giacca e cravatta e sono uscito di casa. Ho passato altre notti di lavoro, ma nessuna come quella.
Killer poi è stata la canzone che mi ha portato a tutti, che mi ha fatto girare il mondo senza aver alcun contratto, è entrata in playlist americane, mi ha fatto suonare in festival europei. Quella notte, si può dire, è cominciata la mia carriera musicale.
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L'articolo Racconti Notturni: Wrongonyou e la notte degli alieni killer di Wrongonyou è apparso su Rockit.it il 2020-04-04 08:49:00
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