La scomparsa di Raffaella Carrà all’età di 78 anni, avvenuta il 5 luglio 2021 dopo una malattia che "da qualche tempo aveva attaccato il suo corpo così minuto, ma pieno di energia", come aveva detto il compagno di una vita Sergio Japino, è ha lasciato un vuoto incolmabile nel mondo dello spettacolo.
"La più bella e la più brava di sempre", scrisse Vasco parlando di lei, così come sono stati tantissimi gli artisti che hanno voluto ricordarla con parole affettuose. C’è chi la chiama "l’unica regina", chi ne parla come "Una stella che brilla di luce propria. Una donna piena di energia, talento e autoironia che ha saputo ispirare generazioni", come fa la Michielin.
Icona senza tempo di libertà e ribellione, la Carrà ha parlato al mondo con il suo linguaggio unico. Nella sua naturalezza, allegria, nella sua solare bellezza e spensierata voglia di vivere e di essere. Ha sparso con la sua musica e il suo corpo elegante (ma senza freni), significati profondi e rivoluzionari che hanno fatto la storia e percorso le generazioni.
Tra canzoni e programmi televisivi che non invecchieranno mai, danze sfrenate e divertite, hit eterne che hanno fatto cantare a squarciagola tutti noi (nessuno escluso), quel caschetto biondo e quegli occhietti vispi hanno avuto (tra i tanti) il merito di far crollare muri bigotti altissimi.
Nell’Italia degli anni degli anni '70, il Tuca Tuca di Rai Canzonissima con Alberto Sordi (altro inconsapevole rivoluzionario) sfidò tabù e scosse benpensanti: l’ombelico della Carrà fu osteggiato dalla Chiesa, ma se a ballare in televisione erano "due icone popolari come Sordi e la Carrà, voleva dire che il mondo stava cambiando".
Nel 2017 Raffaella Carrà viene scelta come madrina del World Pride 2017, divenendo ufficialmente icona planetaria LGBT+. "Perché?", le chiedeva Gramellini sul Corriere, quattro anni fa: "La verità è che morirò senza saperlo. Sulla tomba lascerò scritto: 'Perché sono piaciuta tanto ai gay?'", rispondeva lei. Raffaella Carrà ha contribuito con le sue canzoni e la sua immagine a far progredire la società: è andata oltre i pregiudizi, i divieti, e ha anticipato dibattiti discussi (ahimé) ancora oggi. Se siamo un po' più libere, lo dobbiamo parecchio anche a lei.
Mentre riascoltiamo le sue canzoni per farci venire la voglia di ballare, scalpitando al momento del casqué dopo "com'è bello far l'amore da Trieste in giù", chiediamo tre pareri a Cmqmartina, Laila Al Habash e Lucia Manca. Tre giovani e talentuose artiste che in modi diversi sono state influenzate dalla Carrà, la sua libertà e la sua musica. Un modo per ricordare ancora (e per sempre) l’icona per antonomasia della tv, dello spettacolo, e dell’amore libero.
Raffaella sarà per sempre la donna più rivoluzionaria della musica italiana. Sognavo di conoscerla e di darle un abbraccio. Le sono immensamente grata perché se oggi salgo sul palco con l’ombelico scoperto è anche merito suo. È la mamma di tutte noi giovani cantanti. Instancabile e meravigliosa icona, dal primo giorno in cui ha avuto tra le mani un microfono. E con l’amore nel cuore, anima buona.
Cmqmartina
Raffaella Carrà per me è stata e sarà per sempre la mia più grande icona di riferimento. È stata la prima a parlare di sessualità liberamente, in modo giocoso e delicato. È riuscita ad essere rivoluzionaria rimanendo sempre accessibile, semplice e umana. Ha parlato alle casalinghe e al pubblico generalista, introducendo un cambiamento culturale enorme nel nostro Paese. E l'ha fatto in grande stile, con una presenza scenica irripetibile, dando vita a un'estetica unica e gestendo il suo lavoro con grandissima autorevolezza e controllo. Sinceramente ho il cuore a pezzi. È sempre stata la mia preferita da quando ero veramente piccola. All'Università avevo proposto una tesi di laurea su Raffaella Carrà che venne rifiutata: provo ancora rimpianto se penso a quanto sarebbe stato bello studiarla ancora più a fondo. Se sul palco è sempre stata maestosa e imponente, ieri se n'è andata nel modo opposto, cioè conservando l'eleganza di sempre, senza fare rumore. D'altronde era dei Gemelli.
Laila Al Habash
Una donna e un artista libera, un’icona rivoluzionaria in un Italia bacchettona. Riusciva a trasmettere tutte le sfaccettature della libertà attraverso la sua espressione artistica. Punto di riferimento assoluto di emancipazione e libertà sessuale. "Un cuore vagabondo che di regole non ne ha".
Lucia Manca
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L'articolo Mamma Raffaella, grazie a te siamo tutte più libere di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2021-07-06 12:30:00
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