Quando dicono che il rap non è cultura, che parla solo di temi un po' bulli un po' misogini, m'incazzo di brutto. Non solo perché in questi anni strani il rap ha dato voce a tutte le istanze che non hanno trovato posto in nessun altro contesto, ma anche perché ogni rapper porta la propria visione del mondo e il proprio messaggio. Non è un caso se la prima canzone di conscious hip hop (quello incentrato su temi sociali) sia The Message del profeta Grandmaster Flash (1982, ma non possiamo dimenticare il proto rap di The Revolution Will Not Be Televised di Gil Scott-Heron del 1971).
In questi giorni ho scoperto quanto sia facile imparare la storia dell'Antica Roma grazie a un rapper, Brakka, che col suo progetto Classic Sheee riporta in vita le grandi personalità dell'antichità e dà voce ai loro pensieri, immedesimandosi volta per volta in poeta, filosofo, guerriero o imperatore, a seconda delle persone che va ad interpretare. Un'operazione ad alto rischio di fallimento, che grazie all'esperienza di Brakka riesce a non passare mai per ridicola, anzi. Lui è in giro dal 1998, ha alle spalle collaborazioni con Mifrà e Kanaglia, ha fatto un disco con Pregioman, ha aperto per Kaos One e i Colle Der Fomento; insomma, non esattamente uno che col rap c'è capitato a caso.
L'operazione è musicale e culturale, certo, ma pure didattica: si parla di divulgazione, potete pensare a lui come a un Alessandro Barbero urbano, anche se il carattere del suo lavoro è strettamente celebrativo: laureato in storia, ama quello di cui parla e studia approfonditamente per ogni pezzo. Con Classic Sheee ha pubblicato due album, Mos Maiorvm del 2018 e Imperivm del 2019, più alcuni singoli: Lucrezio - Animo misero (2019) e Virgilio - Laocoonte (2020). Per descrivere la sua musica, fate finta che Cicerone, Catilina, Ovidio, Nerone, Vespasiano, Plinio il Vecchio, Seneca, Giulio Cesare, Virgilio e Catone siano moderni MC, Maestri di Cerimonie che rappano la propria vita e dissano i loro nemici storici (Fuck You Catilina, ripete Cicerone mentre lo denuncia), ma non solo. Ho vissuto l'angoscia del vecchio Imperatore Claudio conquistatore della Britannia, la tracotanza di Nerone reso cieco dalla passione, Marco Antonio colpito da damnatio memoriae a causa della sua esuberanza (vero king) e la morte di Giulio Cesare, piuttosto incazzato dopo le pugnalate alla schiena del suo popolo.
Incredibile quanto un argomento così vasto e interessante come la storia classica possa essere allo stesso tempo immensamente palloso se ripetuto a pappagallo da un professore annoiato dal proprio lavoro oppure pronto per essere imparato a memoria e capito se raccontato con un linguaggio aggiornato al 2020. Siamo pronti a credere che se le lezioni di medie e superiori fossero rappate, un sacco di giovani si appassionerebbero alle gesta di nobili, plebei e déi fino ad aprire i libri per approfondire le loro storie. L'ultima di Classic Sheee riguarda l'Antica Grecia, il veggente e gran sacerdote di Poseidone, il troiano Laocoonte, e di quando venne punito da Atena che mandò due enormi serpenti marini a stritolare i suoi due figli, per condannare l'affronto del cavallo di Troia. Visto, la so, almeno un 6 e mezzo 7 ce lo prendo.
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L'articolo Il rap italiano ha il suo Alessandro Barbero di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2020-02-19 09:37:00
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