I Subsonica sono ancora capaci di fare dischi potentissimi

"Realtà aumentata" è il decimo disco nei quasi trent'anni di carriera di una band unica. Che, un po' inevitabilmente, stava per perdersi, e invece si è ritrovata a tal punto da uscire con un album di spessore notevole: solido, maturo e originale. Lunga vita!

I Subsonica, foto di Ivan Cazzola
I Subsonica, foto di Ivan Cazzola

I Subsonica sono tornati. Decimo album per la band torinese, e una nuova serenità interna ritrovata come raccontato in conferenza stampa da Max, Samuel, Ninja, Vicio e Boosta. Proprio il tastierista, che ha raccontato di aver voluto fare il titolista nella vita, ha lanciato la provocazione “i Subsonica ci servono”.

Uno sguardo dentro e fuori la band, i Subsonica servono alla musica italiana, ma soprattutto i Subsonica servono ai Subsonica. E così le 11 tracce di Realtà Aumentata riportano il quintetto ai tempi dei primi dischi, non tanto nella sonorità che pur non tradendo il passato non prova a replicare quanto già battuto. Il ritorno è più nelle modalità di produzione e scrittura. Una settimana al mese, per diversi mesi, tutti e cinque a lavorare sulle canzoni. Il disco è così compatto, uniforme e potente. Non è in disco semplice, un disco che punta a scalare le classifiche.

È stato anticipato dai singoli Pugno di Sabbia, Mattino di Luce e Adagio, quest’ultimo parte della colonna sonora originale – scritta e composta dalla band – dell’omonimo film di Stefano Sollima, uscito nelle sale il 14 dicembre e presentato  all’80esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove il gruppo è stato insignito del Premio speciale Soundtrack Stars Awards.

Non mancano i temi sociali, i ritmi danzerecci, le sperimentazioni musicali, le chitarre distorte e l'energie dei vecchi tempi. Poche ma significative le collaborazioni, tutte made in Torino: Willie Peyote, Ensi, Paolo Parpaglione e Enrico Allavena (Scoppia la Bolla), Roberta Magnetti, Roberta Bacciolo e Elena Bacciolo (Cani Umani), Davide Rossi (Universo), e Vito Miccolis alle varie percussioni presenti nel disco.

Emozionate e potente è Nessuna Colpa, una canzone che guarda al dramma delle guerre e delle violente limitazione del diritto di migrare che miliardi di persone nel mondo subiscono. Tanto che nel ritornello Samuel canta “Se il mare affonda nella gola di un bambino/Se nello specchio si nasconde l’assassino/Negare sempre tutto ancora una volta/Nessuna colpa, nessuna colpa. Se l’aria brucia e il mondo/non sa respirare/Se per la dignità si torna anche a morire/Negare sempre tutto/un’ultima volta/Nessuna colpa, nessuna colpa”.video frame placeholder

Nella collaborazione con Willie Peyote ed Ensi i Subsonica sperimentano e paiono divertirsi tra funk, electro e rap. Una traccia speciale dall'approccio leggero ma anche profondamente provocatoria quando cantano “Hey, lo sai qual è un complotto a cui crederei/Il Covid l’ha inventato la Disney/Per vendervi gli stream ma mi faccio i cazzi miei/Se no faccio la fine di Mattei/Brutte notizie, che accolli/Foto in esclusiva, gli alieni, Red Ronnie/Titoli clickbaiting, catcalling/Vai per la tangente quando torni/Portati il cervello nel trolley”.

I Subsonica, foto di Francesco Dornetto
I Subsonica, foto di Francesco Dornetto

Un disco maturo, non scontanto, dove non c'è il super singolo da alta classifica ma c'è l'essenza di una band da sempre attenta a non ripetersi e che cerca di raccontare il mondo avendo una base solida e sicura: la loro città d'origine, di crescita e di vita. Un disco lontano da quelli in cui la band ha strizzato l'occhio più al “pop” e al consenso mediatico, un disco collage rappresentato da 8, ma un disco nettamente nel solco della storia dei Subsonica e così sempre intelligente e da ascoltare con attenzione. Torino è casa sicura che risuona e da tranquilla.

Una casa che, citando Assalti Frontali, ha permesso ai Subsonica “di andare in giro per il mondo” e così farsi “masterizzare” il disco, ancora una volta, dalla bresciana, di stanza a Londra, Marta Salogni. Marta è, a oggi, una delle più rinomate music producer d'Europa. Una collaborazione che nuovamente regala alla band torinese un sound tutt'altro che italico ma molto internazionale. Collaborazioni importanti per un disco che serviva, serviva ai Subsonica, come detto da Boosta, ma serviva anche alla musica italiana oramai troppo attenta ai vincoli di genere e al “non disturbare troppo” con posizioni e testi “condivisibili” dalle masse.

I Subsonica, foto di Ivan Cazzola
I Subsonica, foto di Ivan Cazzola

I Subsonica, alla loro decima fatica discografica, ancora una volta si sono discostati dalla tipicità del music business. Molto interessante la traccia numero nove, Grandine, dove una storia d'amore estiva si fa disordinata e vive le complessità della città al tempo del disastro ambientale. Realtà Aumentata sarà anche un tour, nei palazzetti d'Italia, ad aprile.

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Un disco che pare pensato per finire su un palco. Vitiligine è perfetta per chiudere la prima parte del concerto e lasciare spazio ai “bis”, insomma un disco con brani pronti a mescolarsi con i grandi classici che hanno segnato quasi una trentina d'anni di questa band dall'animo underground ma con la capacità di piacere al grande pubblico.   

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L'articolo I Subsonica sono ancora capaci di fare dischi potentissimi di Andrea Cegna è apparso su Rockit.it il 2024-01-12 10:06:00

COMMENTI (4)

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  • ClarkKent 8 mesi fa Rispondi

    E basta con sta Marta, sembra che esista solo lei.E poi parliamo di Subsonica

  • Stefcanta 8 mesi fa Rispondi

    @invitatodelmarginifest l'unico modo per darti ragione è andare a sentirli dal vivo. Ma credo che dietro il tuo sfogo ci sia una forma di gelosia e/ o rancore.. forse sei un boosta o un Samuel che non ce l'ha fatta.. io li seguo dagli inizi e, credi mi, ho sempre avuto una vita privata soddisfacente, torno e vederli a Bologna. "Quasi quasi" mi divertirò come quando avevo i legamenti intatti😄🤙🏻

  • MariaElena1 11 mesi fa Rispondi

    @invitatodelmarginifest quanto hai scritto per un gruppo secondo te non degno di nota che ti dà fastidio. "ci serviva" il tuo commento ora dormi sEEEErEEEno

  • invitatodelmarginifest 11 mesi fa Rispondi

    Io credo che Boosta quando disse la frase "i Subsonica ci servono" doveva completarla e dire "i Subsonica ci servono....... a capire che i Subsonica potevano pure starsene a casa e che il panorama della musica italiana che è agonizzante tipo un gabbiano di quelli che vanno a morire sui tetti non aveva certo bisogno di sto disco".
    Possiamo tranquillamente dire che questa nuova uscita che voi ovviamente avete descritto come se fosse un mix tra il primo disco di Aphex Twin, Battisti, Tupac e Teknambul, in realtà è una roba che trasuda vecchiaia dalla prima nota, con il primo pezzo che inizia con quel synth di Boosta che come al solito sembra che dica "oooh senti che sound bomba che ho trovato vi gasate eh, ditelo che vi gasate, sentite come sò bravo" e Samuel (la voce "cantautorale" più fastidiosa della musica italiana) che come da 25 anni a questa parte ci vuole comunicare che lui pronunciando la lettera E EEEEE fa bagnare le 24enni, ma il problema è che non siamo più nel 2003, le 24enni sono tutte sposate e con in figli e lui ha 55 anni, quindi anche se alza di tono la voce risulta fastidioso comunque.

    Ho finito, ciao