Il recappone #10: nubi di ieri sul nostro adesso odierno (e molto punk)

Vi raccontiamo la bellezza di nove tra ep e dischi molto interessanti usciti negli ultimi tempi. Si va dallo skate punk alla trap (ma un altro tipo di trap), dal trashcore a grunge e dintorni, se non siete tipi da Cantagiro questa roba potrebbe fare per voi

The Useless 4
The Useless 4

Essendo il Recappone una rubrica trù kraim (dove “true” sta a intendere che nessuno è stato spinto a parlare di un nome piuttosto che di un altro e spesso i diretti interessati non sanno - e in alcuni casi  manco vorrebbero - essere citanti, e “crime” perché spesso a scoprire certi dischi ci si domanda che tipo di “reato” deve aver commesso questa gente per essere messa sul libro nero della stampa upper class di cui ci compiaciamo di non appartenere) di solito lo spunto di partenza per il numero che ora voi state leggendo nel vostro presente (cioè fine marzo/inizio aprile) è dato dalla vita vissuta che il vostro affezionatissimo, come direbbe il caro Stanlio Kubrick, ha affrontato nel suo adesso (ossia il periodo che intercorre dall'ultimo Recappone e la prima ½  del mese in corso), ivi comprese decine di album, singoli e via immaginando che mi vengono proposti o in cui m'imbatto.

Però visto che nel mio adesso sono ricoverato da due settimane, devo fare una scelta su quale sia il mio adesso, prima che diventi il vostro adesso. E se dobbiamo fare di necessità Re Artù, la spada dalla roccia la tolgo pure io e per questo Recappone approfitto del tempo (che mi rimane?) a disposizione per dedicarmi solo ai dischi di lunghezza standard e agli EP. Del resto siamo oramai coscienti che, come non cielo dicono quei tali che scrivono sui giornali, la critica musicale è diventata il Regno del Vale Tutto, un blob dove l'uscita singola basta per giustificar(n)e l'esistenza, e tanto basta per palesarsi e circolare. Quindi appunto: “Circolare!”.

Questa volta porto una certain ratio a questa rubrica, proponendovi 9 mini-analisi di altrettanti gruppi che han dato l'idea di essersi sbattuti un po' per finirci. Con buona pace dei singoli e della loro oramai a tratti imbarazzante furberia - e a darmi il pio colpo di grazia il gruppo che me l'ha proprio scritto: “Eh ma ora i singoli tirano più del disco, quindi uscirà boh entro fine del 2025”, e nel mio adesso siamo a marzo. Erano quasi dieci anni che mi chiedevo quando la parentesi “adulta” di Diego e Matteo come Cacao avrebbe influenzato l'esperienzaactionmen.

Nel febbraio scorso le mie preghierine devono essere state ascoltate e Speed Of Life, nuova uscita dei ravennati in rinnovata e meno dispersiva formazione a tre, si scrolla di dosso una badilata e mezzo di quella “coglionaggine” (fuori tempo massimo) che aveva caratterizzato i lavori da che ne avevo memoria. Titoli e testi si fanno pesi e il cantato quasi estemporaneo rispetto ai pezzi, come se i due avessero fatto un pienone di black metal di quello pe(n)sato bene e suonato meglio, trasfigurandolo in una loro idea di skate punk. Rinunciamo in partenza a chiederci quale sia il target di un disco così elevato per qualità e ingegno ché, come direbbero Rob Wright, Mike Watt e Chris Hannah: il target siamo noi.

La copertina degli actionmen
La copertina degli actionmen

 

Temporalein inglese sarebbe Storm, ma in italiano assume tre sfaccettature o variabili di significato in un solo etimo. Può essere l'effetto meteorologico a tutti noto, può essere relativizzato alla durata o ai rapporti di successione o evoluzione instaurati all'interno della nozione di tempo e infine a ciò che ha una durata limitata, in contrapposizione con l'eterno che è solo per Dio o chi per lui. Vale quindi tutto ciò che ci siamo detti negli ultimi vent'anni dei Gazebo Penguins: la musica parte da un'idea quasi basica della materia emo e post-hardcore, filtrata con gli occhi e la mente e la passione dei reggiani verso una vita che non si è mai deciso di vivere appieno, in cui l'onirico (ma anche più scientificamente il cerebrale) a tratti sembra migliore del reale.

Giusto per ribadire anche l'irrilevanza di qualsiasi confine tra mainstreaming e underground e alla consequenziale necessità di legittimazione della critica musicale in quanto militante, per come scrissero illo tempore Bianciardi, Bangs, Borges e tanti altri senza B, basti pensare che laP38 è passata dall'esser band più sovversiva e antagonista d'Italia a suonare in posti anni luce distanti da qualsivoglia idea di CSO, tra una M¥SS  Keta e un Mister Pelù, e senza aver fatto neanche 1 dei giri di boa, che so, dei CCCP. Non che sia pentito di averne spinto il primo autoprodotto, Nuove BR, anche perché Dittatura, che è il sequel, ne conferma tutti i meriti in uno dei pochi esercizi di trap che qua valga la pena prendere in considerazione ma, se distinguere o non distinguere la vita dalle opere resta il primo tormento dei fan, per chi non vede tutto come una gag e fa critica che non voglia essere una boutade meramente pop, i tre la loro prima merdina se la sono schiacciata.

I Gazebo Penguins
I Gazebo Penguins

 

Gli Spoiled sono una delle più belle e oramai consolidate realtà thrashcore dell'ultimo lustro, anche perché all'interno milita gentaccia come Yari, Pecchio e Zibbo, insomma non proprio novellini del movimento metal e hardcore italiano. Danny si sostituisce a Stefania ma restano 15 tracce per 25 minuti serrati e pachidermici, che ti schiacciano al suolo per poi sollevarti per il più figo dei crowdsurfing. Collapse è più canonico del precedente Anti Human Machine Gun ma una dichiarazione d'intenti fin dalla copertina: un bel prequel dell'energia sprigionata sul palco dal quartetto, sotto il quale sarà consigliabile andare muniti di antiproiettili.

A volere essere stronzi, i Lightinf. (che starebbe per fanteria leggera) potrebbero essere descritti come la risposta italiana agli High Vis. Figuratevi a volergli bene. All Conditions Gear, ed. limitata a 300 copie,  è il loro debutto su Hellnation e nasconde componenti di ED e Chains che, stufi dal perpetuo rigenerarsi e riciclarsi del circuito punk più canonico e inflazionato, ha deciso di sperimentare altro, unendolo al cameratismo stradaiolo lad rock e quello emotivo del primo post-punk. Parliamo di una band che è solita condividere i palchi con Grade2 e Soapbox, ma pure con Foreseen, perché come la metti, semplicemente, fa la sua figura.

Lightinf. live
Lightinf. live

Che sia per una serata del circuito VEHC con tutto quel che comporta, che un'altra dal sapore più albionico e strutturato, dove non di rado si può scorgere tra il pubblico più mod, skin, madferits e dark (...) che vecchi e nuovi (modaioli) del punk. Tolta quindi la maschera da quelli che ci fanno senza esserci nel club delle meraviglie o delle persone belle belle da morì entrano a gamba tesa i vicentini Hearts Apart che, per non farsi mancar nulla, comprendono un volto del affascinante giro del Bike Polo italiano - di cui prima o poi spero di riuscire a parlarvi. Il sound che esce dalle tracce di Summer Bummer sembra riprodurre (in musica) il triplo carpiato che ebbi l'occasione di vedere proprio durante una partita in quel del Leoncavallo a Milano. Punk rock dal fine accento svedese. Con linee di basso pastose e chitarre in presa benissimo, con più passione che mestiere o tecnica, il quartetto ci dimostra come, con un po' di immaginazione e buona musica, fra la fuga dalla nebbia svedese e quella veneta le differenze non sono poi troppe, nelle atmosfere, nel sound e nell'attitudine.

Riecco gli eroi apolidi di base a Roma che prendono nome di Thousand Oaks. Nightmare Fuel è il loro nuovo disco e mi accorgo di due cose importanti. La prima, ho perso il conto delle loro uscite, ma dovrebbe essere la quinta o sesta; la seconda, come per i Bolt Thrower nel metal ho seri problemi con l'accettazione delle vesti grafiche epiche/fantasy dei Thousand Oaks. Cazzi miei, avete ragione. Tanto più che musicalmente questo nuovo EP è una bella raccolta di inni in puro stile melodic hardcore/skate punk, con riff immediati, linee melodiche che si attaccano tipo colla e le classiche liriche da singalong coi lacrimoni sottopalco, ma io quando vedo sulle copertine draghi, teschi, guerrieri, fenici e via discorrendo ho sempre una voce che mi dice “guarda che la vita resta una merda pure con tutto 'sto stocazzismo”. Colpa mia, portate pazienza.

Hearts Apart
Hearts Apart

 

Molto più mia cup le The Useless 4 da Bergamo che, al debutto omonimo, con buona pace di quella sembra essere la loro età, giovanissima per davvero, voci dicono sedici anni, sembrano avere la maturità e soprattutto la knowledge della materia che quarantenni in giro ancora si sognano – o si sognano di palesare. A me che sono vecchio han ricordato il piccolo miracolo de Le Bambine Cattive nel 1993/4, ma per chi ha bisogno di poche chiare linee guida direi Bikini Kill, L7 e The 5 6 7 8's potrebbero dar l'idea. Sopra tutto, una naturalezza nell'esecuzione dei brani che ricorda Johnny Thunders periodo Heartbreakers. Semplice e diretta, di quelle che ti fa credere che queste ragazze sono nate per far questo e speriamo che non si stufino.

Concludo con i perugini Six Feet Tall. Arrivati al giro del terzo disco, DAILY WHISTLE (pare vada scritto maiuscolo) contiene sette brani che paiono piovuti da un cielo azzardo a dire “post-grunge” di piombo alla Melvins, ma anche piene di epos e noise, distorsioni, riverberi che sembrano tirate via dalle pagine migliori di Brutus e Big Brave. Se il precedente Be Grave With Your Life era più canonicamente 90's, le evoluzioni odierne sfociano nel post-hardcore e nel post-metal più contemporaneo. Ascoltare a volumi proibitivi una mina come Sad Crown Sad Town direi che sicuramente aiuterà la resa. I ragazzi in questione arrivano da Die Abete, Cayman the Animal e Northwoods, e non è un caso, quindi, che l'idea stessa di un genere univoco e sempliciotto non sia nelle loro corde da sempre. Motivo anche per cui è nella lunga durata che raggiungono lo spannung ottimale. E se gli arretrati dei singoli avanzati mi dovessero uccidere, vendicatemi ricordandogli che io stavo col Libanese e quindi sotto padrone non riesco proprio a stacce, mi spiace.

Pogone con i Gazebi
Pogone con i Gazebi

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L'articolo Il recappone #10: nubi di ieri sul nostro adesso odierno (e molto punk) di giorgiomoltisanti è apparso su Rockit.it il 2025-03-24 13:18:00

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