Il recappone #6: le migliori uscite punk (e dintorni) delle ultime settimane

Se aspettavi i Green Day per farti svegliare a fine mese, qua abbiamo uno scossone ben più estremo, ma altrettanto efficace per tirarti giù dal letto: ecco una bella tuonata di brani di hardcore e dintorni con cui far esplodere l'estate in fuga

Un po' di sano pogo
Un po' di sano pogo

Mettiamo subito in chiaro la faccenda del wake me up when september ends, erroneamente attribuito ai Green Day, ma credo in origine nato dal refuse/resist di chi al giornalismo cultura porta Sepultura davanti alle badilate di fuffa completamente a caso (e qualche volta anche a cazzo) di cui si ingolfa la mail redazionale dopo la lunga pausa estiva. Per cui, piuttosto che buttarci pure noi nella mischia della massa che dissa, preferiamo tornare alle roots Boldi roots della nicchia e dell'Ultrà nicchia da dove poi nasce tutto. Perché, come diceva Lino Beefheart: quel che tu sei io ero e quel che io sono tu sarai.

Armati come mai di proprietà di sintesi, ribaltiamo le regole del gioco tornando a includere - solo per questa volta - qualche gustoso singolo, dato che nel mese di agosto trovare temerari che si arrischino con album interi riporta alla mente le grafiche dei Bolt Thrower. Rigorosamente in ordine sparso, partiamo dalle coordinate post moderne virate verso la roba coatta - questa volta in accezione positiva - dei Megan Is Missing. Da Pozzuoli, con l'aiuto di Antonio Russo aka AcasadiUke (grazie all'internet per farmi arrivare dove la memoria onomastica non arriverebbe) ai synth e manipolatore del video a 8Bit, i MIM si sono palesati come nostri Linkin Park mesi prima della telenovela degli americani. Dopo la defezione del cantante per motivi di salute, Simona (Pinto, già bassista...) si è imposta come nostra piccola Emiy Armstrong senza Scientology tra le palle. Ed è un bell'imporsi, a sentire Antiposer, che gli stessi interessati, pur se avvezzi a maneggiar materiale raw, sintetizzano come “riff, urla e drumming ossessivo, abbandonando il garage e volgendosi più verso l'hardcore”. Fra tutti direi che il tag #godisgay (non vi sfugga la citazione ai Nirvana) è quello più azzeccato.

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Restando idealmente in territori ruvidi, alterati e possibilisti, la compagnia dell'indie ci suggerisce Gloom Box, primo disco dei genovesi Aware a due anni dal primo omonimo EP, sulla concittadina Flamingo Records, che ci ha oramai abituato a dischi sempre di qualità. Già in passato all'opera in concerti e festival con dire, fare baciare a confine tra Fat Wreck e Rise Against con ritmiche veloci e stop and go, Gloom Box è il loro gioco prolungato che attraversa la comfort zone dove le sonorità tribali clashano con l'aspetto più emo-tivo della faccenda, e arrivano in territori alt(r)i dove l'aspetto personale, melodico ma incazzato di Hüsker Dü e di Descendents ci porta a roba più moderna e strutturata.

Ritorno alle origini invece per gli Sludder che escono con You Got It, singolo mono-porzione così “alla vecchia” che appena premi Play ti si materializza uno skate sotto i piedi e una compilation di Thrasher Magazine nel Walkman – sì, ho detto Walkman. A proposito di “new old”, “modern classix” e altri ossimori che fanno godere il Fuzz (oh, te lo ricordi il Fuzz?), come direbbe Roberto Angela: "Prima degli Stegosauro ci furono i T-Rex Squad". Giunti al nuovo #Manifesto, i regaz tra Bologna city e Ferrara station, con costanza e impegno non comuni, si sono costruiti un seguito con un tiro grezzo, ruvido e punk in cui la voce alla Derozer incontra un impegno sociale votato al sing-a-long che nei veneti si sviluppò solo in età adulta. Pur non essendo mai stati la mia minestra (sia i classici che i contemporanei) è sempre giusto se lo spirito continuaaaargh.

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E se, come diceva Pessoa, lontano da me esisto, una prova concreta me la danno gli italiani trapiantati a Londra Qlowski che, con Surrender, fan tornare alla memoria quel piccolo colpo di genio che furono i Dial M For Murder!. E un grazie va alla Maple Death di averceli messi, once again, in circolo. Ristampata rigorosamente su nastro la cassetta dei trentini (di esportazione a Brighton) Livin Gag dopo la spalla agli smarmellatissimi Gel. La loro proposta è sbarazzina e bombarola, ricorda molto la presa a bene, ça va sans dire, di gente come Vivere Merda e Hobos. Descritti da qualcuno che sa fare i flyer come green rage punx, a riprova della veridicità di tale descrizione sfornano pezzi come Not Me, Never Again e Last con partecipato apprezzamento dei crust presenti.

Supernaturalcat edita l'apripista del prossimo Gotho, Gothron Versus Fartark, ma Gothron ars, Gothron ars eem (Gothron rise, Gothron rise now!) sembra essere più titolo che arrosto. Ennesima variante di duo che suona all'unisono temi incalzanti e, in questo caso, non propriamente originalissimi (la 5° di Beethoven, veramente?). In attesa di capire se questo Gothron ha preso solo una buca o persevera proprio nell'errore, fiducia nel domani migliore ce lo danno con i soli cinque pezzi di compilation i Nukesoverlastsummer, progetto più “anti-estivo” che autunnale messo su così, de botto, senza senso da Nico dei Jorelia a Vittoria dei Rescue Cat - si vede non paghi del devasto già creato con le loro rispettive formazioni. Il risultato è dedito a un hardcore che deve tanto al sasscore quanto al deathcore, anche nei passaggi puliti di entrambi. I pezzi, nati a un tiro di schioppo dal primo EP dei Jorelia e quando i Rescue Cat devono ancora fare uscire il debutto, sono eseguiti con una precisione e una pulizia disarmanti. Questi due ragazzi sono fenomenali, anche solo per quella infaticabile voglia di fare e collaborare che in Italia non si rinnovava da tipo quindici anni.

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Di rimbalzo almeno una cit. per gli udinesi Bowie (come il coltello, non David) ci vuole. Anche loro inclini alla stagione degli ombrelloni e delle limonate manco per sbaglio, hanno sfornato due singoli dai titoli lunghi come racconti brevi (Wrecking ball by that famous artist they don't want us to mention, tirato, a luglio ed Hello? Yes, it's me. Yes, just fucking kill me, thanks, meditabondo, in agosto) ma che creano dipendenza come fossero gli Earth incarogniti (loro che di Dylan Carlson potrebbero essere tranquillamente i nipoti). Ma è sul serio come se nel protestantesimo del primo (che nel 1990 vestiva Morbid Angel, ricordiamocelo) abbiano fatto il nido per la nuova coscienza i secondi. Trasmutando lo sludge in deathcore o quel che sia.

Da quella provincia di Arezzo da tempo orfana della sua wave, quattro ragazzi che si erano già distinti per un EP autoprodotto dal titolo FELICE (vi avviso: gli piacciono i titoli in maiuscolo) tornano, sempre a nome canale (questo invece scritto minuscolo), con L’ULTIMO FIORE DEL MONDO (…) mostrando, a parte questi vezzi grafici già démodé anni fa, una classe cristallina nel mescolare post, emo e quello che un tempo si chiamava “indie” senza temere pernacchie, grazie soprattutto a un bel songwriting. Se ve lo state chiedendo, non è la solita minestra. O meglio, lo è ma è cucinata da paura da ragazzi che saltellano vispi tra quello che amano visceralmente. Cinque gioiellini già fuori dal tempo.

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In altro modo, sulla stessa lunghezza d'onda i Kodaclips da Cesena ma usciti con Gone Is The Day per Sister 9 di Manchester. Ci stuzzicano con dieci tracce avvolgenti in cui le nostalgiche soluzioni 'gaze fanno da contraltare all'agrodolce sensibilità post-punk, il tutto valorizzato da un background che si intravede più aulico: new wave, psichedelico, forse persino krauto. Il suono richiama comunque gli anni '90 con accenni dei 2000, che porta ulteriore dinamismo alla loro proposta.

A concludere gran spolvero con tre nomi di pregio. Lili Refrain, reduce dall'ottimo Live In London - Hammersmith Apollo (tra l'altro con un packaging enorme), si unisce agli Ottone Pesante per Battle Of Qadesh, estratto da quello che sarà un nuovo lavoro dei faentini. Ne viene fuori un brano da Neurot (intesa come l'etichetta) post apocalittica che ben si confà al concept, ispirato ai manoscritti non biblici di Qumran. I fiati si gonfiano fino a esplodere nei toni taglienti della voce di Liliana che rievoca la memorabile battaglia egiziana. È uscito il singolo Starkregen che anticipa il nuovo album, Christian & Mauro, di Blixa Barlgeld e Teho Teardo. Completano poi la formazione Gabriele Coen al clarinetto basso, Laura Bisceglia al violoncello e Susanna Buffa alla voce. La nuova duplice scrittura amplifica i confini, quelli più organici, che furono di Tabula Rasa, con la sensibilità romantica del compositore, tenendo però ben salda a prospettiva nei riguardi dell'epica e della spiritualità di una formula nuova rispetto ai ruoli consolidati di entrambi nell'immaginario globale.

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L'articolo Il recappone #6: le migliori uscite punk (e dintorni) delle ultime settimane di giorgiomoltisanti è apparso su Rockit.it il 2024-09-24 10:05:00

COMMENTI (2)

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  • giorgiomoltisanti 3 mesi fa Rispondi

    @luca12 grazie per la dritta, li avevo visti pre-Covid e poi persi. Per un articolo (grazie per la fiducia) credo oramai siamo fuori tempo massimo (il disco è di agosto) però li reinserisco nel radar di sicuro!

  • luca12 3 mesi fa Rispondi

    ho trovato qui su rockit una band interessante, drunkards. Non è Punk ma metal, dovreste scriverci un articolo, ho trovato informazioni interessanti su web. e a me piace.