Vi siete mai chiesti cosa spinga chi lavora nella musica a fare quello che fa ogni giorno? Ok, certo, è una figata sognare la vita da rockstar, ma quanto può essere difficile e frustrante intraprendere un percorso del genere? E per chi lavora dietro le quinte, invece? Sbattersi così tanto, investire tutto – e se non tutto, quasi – in un lavoro con pochissime certezze, come abbiamo imparato dal covid, qualcosa sempre in equilibrio precario dove le garanzie si contano sulle dita di una mano? Insomma: ma chi glielo fa fare?
È una domanda che anche noi ci facciamo spesso. Così come se la sono posta dei giovani aspiranti giornalisti che hanno il sogno di lavorare nella musica. Sono le ragazze e i ragazzi (anzi, il ragazzo) del programma di _reHUB reporter, un laboratorio intensivo sul giornalismo musicale e le nuove tecniche di racconto della musica e della discografia all'interno del _resetfestival, festival torinese che propone un nuovo modello di formazione musicale basata sull'incontro tra diversi mondi, la collaborazione, il mentoring e lo scambio tra generazioni.
Durante la settimana di festival a Off Topic, centro culturale di Torino dove si svolge il festival, il gruppo di reporter formato da Alessia Furriolo, Daniele Bianchi, Francesca Marchesini e Antonietta Napoli ha intercettato – sotto la nostra guida e quella di Roberto Ruben Ganzitti del podcast Pezzi di tutto – alcune delle persone ospiti del festival per farsi raccontare il loro percorso all'interno della musica. Si va da artisti come Davide Toffolo, fondatore dei Tre Allegri Ragazzi Morti, Aimone Romizi dei Fast Animals and Slow Kids, Alberto Bianco, ma anche chi ricopre ruoli diversi all'interno del settore musicale, come il discografico Emiliano Colasanti o la tour manager Alice Erspamer, o i vari ragazzi coinvolti negli altri laboratori di _resetfestival, che stanno muovendo i primi passi nel mondo della musica. Il risultato è un podcast che ora potete ascoltare all'interno di questo articolo, che si chiama come la domanda che accomuna queste esperienze di vita diverse: Chi te lo fa fare?
L'abbiamo chiesto anche ai reporter, che questo podcast – la cui sigla è degli Xylema e gli intermezzi di Alberto Moscone, entrambi progetti musicali selezionati per il laboratorio artistico _reHUB produzione creativa – l'hanno pensato e realizzato nell'arco di appena qualche giorno. Queste sono le loro risposte.
Me lo fa fare che in tutti questi anni ho fatto delle scelte che mi hanno sempre portato ad assecondare questa strada, e non me ne sono mai pentito perché penso che quello che faccio sia importante per me e possibilmente anche per altre persone.
Daniele Bianchi
Perché farlo? Me lo sono chiesta spesso ultimamente, ma dopo l'esperienza con il _resetfestival, ho avuto la conferma che voglio vivere di questo. Le emozioni che mi sono arrivate dagli altri ragazzi, che come me si stavano mettendo alla prova cercando di ritagliarsi uno spazio in questo settore, mi hanno fatto sentire meno sola. Parlando, capisci come ci accomunano gli stessi dubbi e paure, ma le sensazioni che ti tornano indietro sono inspiegabili. L'energia che ci si scambia, la connessione che si crea tra le persone con cui lavori. Sentirsi parte di qualcosa. Penso sia proprio questo che ti spinge a continuare anche quando non ti senti capita e ti aiuta a non ascoltare la vocina nella tua testa che ti dice che non fa per te, al contrario, ti dà la forza per continuare.
Alessia Furriolo
Ho ormai penso il conto di quante volte mio papà mi abbia chiesto "Chi te lo fa fare?" rispetto il mio voler diventare giornalista musicale. Data la momentanea mancanza di uno stipendio, direi sono soprattutto gli accrediti per i concerti.
Francesca Marchesini
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L'articolo Ma chi ce lo fa fare? di Redazione è apparso su Rockit.it il 2023-11-02 11:14:00
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