L’ultima volta che abbiamo parlato con Esseho (nome d’arte di Matteo Montalesi), l’autore e produttore romano classe ’97 diceva di non essere mai uscito con la sua musica da Roma, la sua immensa città. A parte quando era venuto a Milano (durante la Milano Music Week digitale del 2020, in lockdown) il giovane col cappellino di Bomba Dischi aveva portato in giro la sua chitarra solamente nella capitale.
Arrivando, però, ovunque: aveva suonato tanto a Le Mura, nel quartiere San Lorenzo. Partecipato agli inizi della Garage Gang e a Ostia Male (collettivo attivo sul litorale romano), coverizzato pezzi del gruppo post-(lol) trap FuckYourClique, e prodotto Pillole e Insicuri di Ariete. Insomma: conosceva e movimentava la scena romana in silenzio. Dal quartiere Ostiense, o "dalle viscere di Roma sud", dove Matteo è nato e cresciuto facendo della musica la sua ragione di vita.
Negli ultimi anni ha collaborato con Amanda Lean e Not for Climbing (produttori di alcuni lavori di Venerus e Ginevra), Sine, Orang3 e Contessa. Con tutti loro Esseho ha lavorato ad Aspartame, il disco di debutto (anticipato dai singoli Bambi, Costellazioni e Michelle) con cui Matteo si è lanciato in orbita. "Un disco semplice, di pancia, dove si racchiude parte del mio vissuto", spiega il cantautore.
Quasi tutti i brani sono partiti da giri di chitarra acustica, per poi allinearsi a un pop sincero con cui l’artista è riuscito a "dolcificare" anche i ricordi e i pensieri più amari (l’aspartame, per chi non lo sapesse, è il comune dolcificante in commercio: un edulcorante chimico, ndr).
Nonostante i tocchi malinconici (nella traccia omonima, in Se tremi, nella distorsione di Bella e instabile e nella chiusura voce-piano di Tiro mancino), il primo disco di Esseho è un album preso a bene: "E non poteva essere altrimenti", afferma Matteo, "perché in questo periodo sto na crema, fammelo dire. Ci sono tracce tristone, ma il mood è quello che mi sono sempre immaginato per un primo disco: tranquillo e beverino".
Tra cantautorato, chitarre, beat, synth e intonazioni pop, il polistrumentista romano canta l’amore nei suoi attimi più dolci, ma esplora anche le difficoltà e le controversie di una relazione. In maniera semplice e diretta, mai banale: "Ho sempre bisogno di vivere le cose che canto e credo che questa cosa arrivi a chi ascolta. Non cerco di fare il pretenzioso, ma voglio essere onesto e fare musica autentica, sentita. Solo così sono contento", dice.
Sarà Aspartame, il suo primo disco, a far uscire la musica di Esseho per la prima volta fuori da Roma. Un debutto live che, inutile dirlo, verrà inaugurato proprio nella capitale: durante Spaghettiland Festival di Villa Ada, uno dei luoghi centrali dell’estate romana appena cominciata. Qui, il 24 giugno, ci sarà il suo primo concerto ufficiale: "Interpreterò i miei brani di pancia, senza troppi studi, ascoltandomi momento dopo momento".
Un live intimo, dove i testi si legheranno alla chitarra, lo strumento principale dell’immaginario sonoro di Esseho. "Suonare in compagnia dei miei strumenti a corda sarà emozionante", immagina Matteo. Che in questi giorni sta lavorando per cercare di sottolineare l’originalità di ogni pezzo, attraverso diversi strumenti musicali. In modo che ognuno abbia il suo "tocco magico", come lo chiama lui.
D’altronde, lui è un polistrumentista (ha studiato composizione e un po' di tutto alla Scuola Popolare di Musica a Testaccio al Macro, ndr). E oltre a produrre, comporre e scrivere, canta molto bene, con quella cadenza da "ultimo romantico" che è la parlata romana, ogni volta che si discute d’amore.
Roma, al centro di tutti i suoi discorsi: la città che ha formato Esseho e che inevitabilmente ha influito sulla sua musica. Ecco perché ci siamo fatti raccontare i luoghi che disegnano la Roma del cuore del giovane artista.
Gazometro (Ostiense)
Siamo nel mio quartiere. Spesso mi è capitato di scrivere canzoni sulla terrazza di un mio amico, che affaccia proprio sul "Colosseo di ferro". Il gazometro più grande d'Europa, tra i simboli indiscussi di Roma ed esempio importante di archeologia industriale.
Le Mura (San Lorenzo)
Siamo a Via di Porta Labicana, quartiere San Lorenzo. Ho suonato molte volte su questo palco. Una volta, fu poche settimane prima del live di Dargen D’Amico. L'idea di aver condiviso lo stesso palco ancora mi fomenta.
Parchetto FAO (San Paolo)
È il luogo in cui con i miei occhi ho visto due turisti sciacquarsi la testa con una bottiglia di Coca-Cola. Per anni ho pensato di dover scriverci una canzone, che poi è diventata Bollicine.
El Chiringuito Libre (San Paolo)
Un chiosco in mezzo a un parchetto dove il mercoledì fanno gli spritz a 2 euro (e ho detto tutto). È il posto dove ho vissuto tutti i mercoledì pomeriggio/sera degli ultimi anni. Tutta Roma sud si ritrova da queste parti a metà settimana (e recentemente la situazione si è allargata e in parte spostata a Parco Schuster, a pochi metri da qui, ndr).
Il box auto in affitto (Cristoforo Colombo/Garbatella)
Qui sono nate le mie prime canzoni, tra il freddo invernale e l’inferno estivo.
Il Colosseo
Per un breve periodo ho avuto uno studio di registrazione in zona. Qui sono riuscito a sperimentare nuovi modi di fare musica, curando alcune produzioni.
Villa Ada
La prima volta che ho ascoltato dal vivo i Daughter, una band inglese originaria di Londra, è stata qui.
Centocelle
Dove, durante il lockdown, ho registrato e prodotto il brano Pillole di Ariete.
Piazza Trilussa (Trastevere)
Qui ho scritto parte del brano di Bambi, prima che mi rubassero il cellulare.
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L'articolo Esseho: Roma Sud nun se batte di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2021-06-15 17:00:00
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