"2004-2021" segna la lapide della Sal. Un altro spazio che muore, dopo 17 anni di storia. Siamo su Corso Alba 79 a Canale (CN), più vicini a Torino che a Cuneo: "Qualche giorno fa la sala prove dove siamo nati e cresciuti è stata sgomberata", scrivono sui loro social i Byenow, una delle band della zona che frequentava la Sal, sede anche della label indipendente Canalese Noise* records.
La causa dello sgombero non va rintracciata nella crisi generata dalla pandemia, ma nella ben più remota e generale indifferenza nei confronti della cultura: "C'è un progetto più importante che ha a che fare con le nocciole", dichiara Nicolas J. Roncea, voce e bassista dei Fuh.
Band noise-rock con cui nasce la Sal nel 2004, da quando i Fuh prendono in gestione a costo zero lo spazio comunale (all'interno del mercato ortofrutticolo di Canale, di fianco al laboratorio di un marmista) e lo trasformano in una sala prove. Con il compromesso singolare di mettere, una volta al mese, il magazzino a disposizione della cittadinanza per l'inserimento del microchip ai cani.
Negli anni, la Sal è diventata centro di aggregazione culturale e punto di riferimento per la musica e gli artisti della zona. In quel posto sono nati, hanno provato e composto musica tantissimi gruppi: i Fuh, i Byenow, ma anche Io Monade Stanca, Ruggine, Treehorn, Roncea, Barbagallo, La Moncada, Tweeedo, Carillon e Carmelo Pipitone.
"Alcuni magari hanno fatto più strada di altri, ma la Sal è stata davvero importante per la creazione di una scena nella nostra provincia. Fa un po' strano parlare di 'scena' (soprattutto in provincia, e nel 2021), ma ora che questo spazio non esiste più abbiamo bisogno di dirlo: la Sal ha influenzato una generazione intera di musicisti", affermano i Byenow.
In queste quattro mura piene di strumenti, di casse, di amplificatori e batterie, è nata anche l’etichetta indipendente Canalese Noise* records (che ha prodotto e co-prodotto con altre label diversi dischi, alcuni registrati proprio nella Sal) e il festival OK Fest. Che a partire dal 2007 si è svolto ad Alba, Caramagna Piemonte e Corneliano, fino a divenire un vero e proprio punto di riferimento per la musica underground sul territorio.
Negli anni, i Fuh, i Byenow e gli altri musicisti della Sal si sono presi cura di questo luogo. Hanno cercato di renderlo il più consono possibile alle loro esigenze, investendo di tasca propria per il suo mantenimento. "Intorno a noi, nel frattempo, hanno riempito di spazzatura", dice Roncea dei Fuh, "e, come spesso accade in questo genere di spazi, abbiamo subito alcuni furti, l’ultimo dei quali particolarmente pesante", come riporta La Stampa nel 2019.
Dopo ogni amplificatore, chitarra e altri strumenti e attrezzature rubate, i ragazzi si sono rimboccati le maniche e hanno messo le mani in tasca per ripristinare la saletta. "L’abbiamo fatto per noi e per tutti quelli che in questo spazio hanno creato musica bellissima. Non abbiamo mai chiesto alcun tipo di aiuto al comune, perché ci siamo sempre ritenuti fortunati", spiega Roncea, e continua: "Avremmo, però, voluto un minimo di riconoscimento, forse. Perché abbiamo fatto davvero tante cose belle in questi 17 anni".
In giro per l'Italia si è parlato di Canale anche un po' grazie alla Sal. Anche se qui si spinge duro soprattutto sulla tradizione enogastronomica e sul turismo. Alba è a due passi, la manifestazione della Fiera del Tartufo è il fiore all'occhiello del territorio, e la cultura – "quella musicale, quella che piace a noi, per intenderci", specifica Roncea – ha pochi spazi: il Cinema Vekkio di Corneliano d'Alba, il Diavolo Rosso di Asti e il Citabiunda.
"Canale e dintorni non è un ambiente stimolante come quello di una città come Torino e il disagio della provincia si sente tutto", dice il cantante dei Fuh. La Sal rappresentava un’oasi florida da questo punto di vista: "Non era nulla di ultra-lussuoso, nulla di super high tech, ma è stato uno spazio libero e sicuro dove poter sperimentare e crescere", dicono i Byenow.
Che sui loro social scrivono: "Erano quattro mura piene di storie, piene di difetti, ma che ci hanno dato la possibilità di diventare quello che siamo. Dentro la Sal abbiamo scritto il nostro primo album, nello spazio appena fuori la Sal sono state scattate la copertina del disco e le foto promozionali. Era il modo più onesto per documentare e omaggiare un posto che, per noi e per tanti altri musicisti, ha avuto una potenza innegabile sul nostro percorso".
Quella dei Byenow è una delle ultime storie che sono passate per quella saletta, che ha visto nascere alcuni fra i progetti più interessanti della provincia: "Era il cuore di un intero modo di vivere la musica, qui. Ci mancherà. E se questa non è cultura, allora che il turismo vi divori le ossa", afferma la band piemontese.
E continua: "Ci dispiace che chi ha deciso per la fine della Sal non abbia minimamente dato valore a 17 anni di cultura, ma abbia preferito trasformarla in un magazzino per le nocciole, che qui insieme al vino e ai tartufi sono fra i prodotti che attirano maggiormente il turismo. Ha vinto il turismo sopra la cultura, sopra la musica", e non c’entra la pandemia e la crisi che stiamo vivendo.
Il problema è a monte: "Non vogliamo fare polemica, solo esprimere la nostra sincera preoccupazione per la mancanza di sensibilità e interesse da parte di chi dovrebbe riconoscere, tutelare e supportare progetti virtuosi come questo", dice Nicolas Roncea dei Fuh.
Conclude: "Sia chiaro, lo spazio ci è stato donato e noi ne abbiamo goduto. Siamo stati fortunati ad aver avuto uno spazio del genere a costo zero dove poterci incontrare, sviluppare i nostri progetti e fare musica. Siamo comunque riconoscenti. Tuttavia, la realtà provinciale è questa. Non sappiamo come stanno le cose altrove (per esempio in città), ma l'impressione è che con questi presupposti, almeno qui, possiamo solo pensare a un futuro muto". Tutto questo lascia un po' di amarezza: "Siamo dispiaciuti e un po' tristi, ma non arrabbiati".
Sono serviti una manciata di giorni per sgomberare 17 anni di vita passati alla Sal. Li salutiamo così, con le parole dei Fuh:
Uno spazio si può condividere, isolare, proteggere, attaccare, preservare, distruggere, ignorare, amare, tollerare, rispettare e perfino odiare.
Per noi questo spazio, doveva essere riempito: lo abbiamo fatto con musica, sogni, idee, progetti, ambizioni, speranze e delusioni.
Quattro mura definiscono un mondo di cui ci siamo presi cura e che si è preso cura di noi.
Ma esistono due mondi: anche quello fuori.
E noi che sul rumore ci abbiamo costruito una vita, lasciamo il "nostro" mondo in silenzio, nel silenzio.
"Cade l'acqua, ma non mi spegne" (Due mondi, Anima Latina, L.Battisti)
Grazie Sal.
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L'articolo La Sal sgomberata: quando le nocciole sono più importanti della cultura di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2021-03-25 09:00:00
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