Nel 2022 ci siamo domandati se lo stadio San Siro a Milano avesse aperto le porte a tutta una serie di eventi musicali, di concerti, che mai ci saremmo aspettati sono qualche anno fa, quando gli stadi erano appannaggio di pochi big internazionali o dei mostri sacri tipo Vasco Rossi. Nella stagione estiva 2023 calcheranno il palco di San Siro i Pinguini Tattici Nucleari, Tiziano Ferro, Ligabue, Marco Mengoni, i Depeche Mode, i Coldplay, Ultimo, Blanco, i Muse, i Måneskin e pure la centesima reunion dei Pooh.
Al di là del rimanere sempre dubbiosi riguardo la facilità con cui Ultimo riesca a riempire gli stadi e poi quando domandi in giro a chi piace non trovi quasi mai nessuno che faccia il suo nome - un po' come accade in politica quando vince un qualche impresentabile - fanno scalpore la prima volta di Pinguini Tattici Nucleari e Blanco, assi pigliatutto delle classifiche, ma pure per i Måneskin che freschi di rottura con la poetessa attivista sono pronti per conquistare Milano. Tutto bello, ma sembra che ci siano già delle crepe nel sogno dei molti che vorrebbero fare meno tour nei palazzetti e più stadi, così da convogliare tutte le persone in uno o due luoghi, in modo da fatturare di più e spendere di meno.
Perché dietro il sogno dello stadio c'è anche la possibilità di non fare il giro d'Italia dei palasport, con conseguente risparmio di lavoratori (leggasi: professionisti dello spettacolo dietro le quinte che lavorano di meno), rendendo anche un disagio ai fan più lontani che vorrebbero vedere il tour che non passa dalle loro parti e che si devono accollare trasferte molto costose. Tutto per mettere un punto nella carriera, raggiungere un traguardo bello e importante quanto volete, ma sempre meno prezioso, visto che inizia ad essere alla portata di molti.
A questo proposito, ma per altre ragioni, la giunta comunale di Milano sta lavorando a un tetto per i concerti all'interno del quartiere, tra cui solo 16 allo Stadio San Siro nel 2024, contro i 20 di quest'anno, per un totale di 41 live annuali e non uno di più. L'obiettivo sembra quello di ridurre i rumori e ripristinare la vivibilità di alcuni quartieri per evitare che si ripeta il caos dell'ippodromo La Maura per il concerto di Vasco Rossi il 24 maggio 2022 a cui accorsero 80mila persone, la maggior parte da fuori Lombardia con mezzi propri, mettendo a dura prova il quartiere decisamente non abituato ad eventi di questa portata.
Chiunque sia mai stato a un concerto in uno stadio, in un autodromo o ippodromo, sa benissimo che, alla gioia di partecipare a un happening così colossale, c'è il disagio davvero enorme del ritorno, quando l'evento finisce e decine di migliaia di persone si riversano in strada allo stesso tempo creando code e imbottigliamenti nei centri abitati per ore. San Siro poi è da molto tempo al centro di una disputa tra Inter e Milan che lo vorrebbero di proprietà, ma sul tema calcio siamo meno preparati quindi lasciamo agli esperti il commento.
Il trend dei concertoni allo stadio da parte di quei big che potrebbero fare tour, invece, è una cosa che ci riguarda da vicino perché è in ascesa e rischia di diventare deleterio per tutti: lavoratori, fan, stessi artisti che arrivando così presto e così facilmente all'obiettivo più ambito, il concerto allo stadio, possano saltare un po' troppo velocemente le tappe per arrivare a non avere più traguardi da raggiungere, un fatto di cui può risentirne anche la creatività.
Inoltre, la gara al sold out nello stadio è figlia di quella logica che dalla seconda metà degli anni Dieci ha fatto sì che le band che fino a quel momento viaggiavano nel circuito dei club abbiano fatto a gara a chi riempiva prima i palasport, a volte con difficoltà, con aree chiuse o con moltissimi accrediti per ovviare alla mancanza di pubblico. Una challenge che ha portato gli artisti a passare da cachet bassi ad altissimi senza passare dalla normalità e che ha contribuito a distruggere, ben prima del covid, la scena dei club che ormai non potevano più permettersi act che hanno sempre girato in quel circuito.
Ecco perché, se da una parte il concerto allo stadio è la celebrazione di una carriera fantastica, dall'altra è auspicabile che il traguardo dello stadio sia raggiunto più tardi possibile: significherebbe che il progetto funziona da un sacco di tempo e, in qualche modo, aiuterebbe tutto il circuito musicale del live a rientrare in canoni meno pompati, più a misura di pubblico e, probabilmente, anche degli artisti.
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L'articolo San Siro non è mai stato così occupato di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2023-06-15 10:02:00
COMMENTI (1)
Sono scelte. Elisa non ha mai fatto un concerto allo stadio, nonostante i suoi concerti arrivano a sold out velocissimi. Lei ha scelto di favorire le piccole realtà.
Gli artisti che dopo 1-2 anni arrivano allo stadio sono quel che sono: di passaggio.