Ed eccola materializzarsi: l'oasi in mezzo al deserto, la chimera, l'utopia di un mondo senza Festival. O per lo meno per 12 mesi. Dopo cinque serate infinite – e paradossalmente potevano fare di peggio – Sanremo arriva all'atto conclusivo. E noi con lui.
Come ogni sera diamo i nostri voti a caldo, al termine di ciascuna esibizione. Ormai li conosciamo, certi pezzi ci hanno convinto o addirittura conquistati, altri decisamente meno. Proveremo comunque a valutare non lo solo la canzone – che pur tende a contare, al Festival della Canzone –, ma anche la performance di questa serata. La più importante di tutte. Quella che potrebbe cambiare tutto, o non cambiare nulla (siamo pur sempre in Italia).
I voti sono a cura della redazione di Rockit. Dalla 1 alla 10 firma Dario Falcini, dalla 11 alla 16 Claudia Mazziotta, dalla 17 alla fine Vittorio Comand. Se siete tipi che si arrabbiano facilmente (tipo quello qua sotto), siete muscolosi o armati e avete l'autocertificazione che vi consente di venire a Milano con intenti bellicosi, fate che sono tutte di Vittorio Comand.
Ghemon – Momento perfetto 6,5
Ok, il pezzo a livello nazionalpopolare non ha attecchito (e ci mancherebbe altro). Però in tanti hanno notato che Ghemon non frequenta granché i parrucchieri ultimamente. Lui l'ha presa con super ironia come sempre (i suoi profili social fanno davvero molto ridere). Consapevole di aver portato all'Ariston un pezzo scritto molto bene, di cui c'era musicalmente bisogno.
Gaia – Cuore amaro 6,5
Dai talent (talvolta) nascono i fior. Non è la prima volta che accade, per cui facciamo la pace coi nostri pregiudizi. Gaia di talent ne ha fatti addirittura due, ed era facile appiccicarle addosso un'etichetta e spedirla via. Invece, lo ha dimostrato lungo le cinque serate del Festival, ha parecchio da dire e da dare al pop italiano del 2021.
Irama – La genesi del tuo colore 6,5
Pazzesco, una macchina. Ha suonato uguale identico all'altra volta.
Gio Evan – Arnica 5
Questo ragazzo ha subito mille attacchi ultimamente, pressoché tutti gratuiti. Gli hanno "contestato" il fatto che lo leggesse l'ex signora Salvini, che componga poesie vuote e sempliciotte (come se non avessimo trattato come Umberto Eco migliaia di fessi fin qua), che sia un "parruccone", uno che fa tutto perché non sa fare niente. Tutti preconcetti, in quanto tali insopportabili. Al contrario – e forse come reazione a tutto ciò – lo trovo un personaggio contemporaneo, certamente da approfondire. Questo per dire che non avevo un mirino puntato addosso, come molti altri. Il pezzo l'ho ascoltato per davvero, e lo boccio. Arruffone nel tentativo di "fittare" con quel palco, retorico al limite del "fabriziomorismo". Pretende troppo, e per questo finisce per cadere.
Ermal Meta – Un milione di cose da dirti 6,5
Madame, con cui abbiamo chiacchierato questa mattina, mi ha aperto gli occhi: "Ermal Meta si porta dietro una struggle che rende credibile quello che fa". Riprende un concetto che applicato a questo contesto – il pop e non il rap, l'Italia e non Atlanta – può sembrare assurdo, e invece è proprio quella roba lì. Da lì a piacermi ci passano un paio di sistemi solari, ma lui (oltre a essere bravo) crede in quello che fa, è tecnicamente molto bravo, e quindi fanculo per me è sì.
Fulminacci – Santa Marinella 7,5
Lui bello, pezzo bello. Ottimo Sanremo per Filippo e ne sono personalmente entusiasta. Inoltre questa esibizione mi permette di capire una cosa: la sensazione di generica insofferenza che ho provato per quel fenomeno che è stato chiamato prima indie e poi itpop derivava principalmente dalla sensazione di "scazzo" artistico che caratterizza molti tra gli artisti che ne hanno fatto o ne fanno parte. Sanremo 2021 dimostra che basterebbero un'orchestra, del vero talento e un po' di umana empatia per evitare quella spiacevole sensazione. Se si possiedono tutte e tre le cose, bingo.
Francesco Renga – Quando trovo te 5,5
Un voto in più per aver cantato una volta sola.
Extraliscio e Davide Toffolo – Bianca luce nera 10
Sempre meglio. Pezzo clamoroso, forse il migliore di questi 7 anni di Extraliscio. Esibizione tracimante. Vincitori morali e pure immorali.
Colapesce e Dimartino – Musica leggerissima 8
Se questo, come probabile, non è il pezzo migliore nella carriera del duo siciliano è perché – separati o in coppia – di piccole gemme ne hanno sganciate parecchie in questi anni. Ma è una super hit che fa felici tutti, aficionados e nuovi adepti.
Malika Ayane – Ti piaci così 7
Ci piace così, ci piace tanto.
Fedez e Francesca Michielin – Chiamami per nome 5
Loro sono emozionatissimi e molto sinceri, ma la commozione e l'autenticità non bastano per fare una bella canzone (e una bella performance). Il problema è il testo qualunque? Fedez che non sa cantare nemmeno con l'autotune? Alla fine, loro sono carini insieme e il picco del ritornello non è male (per essere trasmesso in radio, nei supermercati, questi posti qua).
Willie Peyote – Mai dire mai (la locura) 8
Posso dire? Meglio live che registrata. Sarà per la presenza scenica senza sforzo e inconsapevole del rapper torinese, che sottolineo anche stasera e che è un punto in più sempre e comunque.
Orietta Berti – Quando ti sei innamorato 7
Orietta nazionale resiste e conquista fino alla fine. Anche se il brano, ascoltato per la centesima volta, perde un po’ d’entusiasmo, lei rimane una delle cose più belle che ricorderemo di questo Festival.
Arisa – Potevi fare di più 6
Vince il Festival la canzone o l’artista? La canzone, come in questo caso. Arisa è tecnicamente di livello, ma la canzone non arriva oltre il bel canto.
Bugo – E invece sì 8
Non solo gli vogliamo bene, ma il pezzo è un gran pezzo: tutto il resto è noia.
Måneskin – Zitti e buoni 5
Eterna brutta copia di loro stessi, non sopporto la loro aria da belli e dannati borghesi, che cantano continuamente di quanto sia incredibile avere vent'anni, essere liberi, fregarsene delle regole e del giudizio altrui. Musicalmente apprezzo le loro chitarrone, riconosco il loro appeal e il fatto che i loro stylist sappiano fare molto bene il loro lavoro. Ma credibili, poco. E, vi prego, fatemelo un sorriso.
Madame – Voce 8,5
La cosa che più mi impressiona è quanto riesca a essere credibile, soprattutto dopo l'impietoso addomesticamento che l'Ariston ha fatto di Achille Lauro. Nonostante la scelta di regia ai limiti del boicottaggio con il suo effetto mal di mare, Madame è riuscita a convincere pure il mio animo da vecchio trombone mascherato da giovane.
La Rappresentante di Lista – Amare 9
"In Italia ci vorrebbero più band come La rappresentante di lista e meno come i Pinguini Tattici Nucleari", ci ha detto ridendo Riccardo Zanotti nella nostra ultima diretta Twitch sanremese. Vedere Veronica e soci splendere così (splendidamente) su questo palco è una delle pochissime cose per cui posso davvero essere grato ad Amadeus quest'anno.
Annalisa – Dieci 6
Vorrei davvero riuscisse a scollarsi da tutta quella patina di Amici che le rimane addosso perché è di una bravura spaventosa, ma temo non succederà mai. Il brano è generalmente insipido e non riesco a ricordare quasi nulla dopo averlo sentito 3 volte, però con la voce che si ritrova non riesco a bocciarla.
Coma_Cose – Fiamme negli occhi 7,5
Non riesco a capire perché e per come, ma all'ultima serata cado anch'io preda dell'incantesimo collettivo che ha preso poco a poco tutti quelli che hanno ascoltato questa canzone più di una volta. Pensavo funzionassero solo in Colonne con il vino in cartone, invece anche con l'Ariston a fargli da cornice riescono ad avere ragione.
Lo Stato Sociale – Combat Pop 5,5
Mi piace pensare che siano andati a Sanremo solo per portare quel capolavoro di esibizione della serata delle cover. Combat Pop è un gioco di specchi fatto di travestimenti e con pochissima ciccia, L'unica cosa che apprezzo davvero è quel "genere ragazzi, genere" di skiantosiana memoria.
Random – Torno a te 5
La cazzuola di Shpalman, la giacca Pollock di strass e non ricordo altro.
Max Gazzè – Il farmacista 6,5
Lo stage diving sul vuoto che va a male è un po' l'immagine stentata di questo festival. Poi Max è un fenomeno, però il fatto che serva il costume per spingerci ad arrivare alla fine del brano (che comunque è gradevole) è abbastanza sintomatico. In ogni caso, pensavo di trovarci scritto dietro Paolo Jannacci.
Noemi – Glicine 6
Vedi pagella della compagna di banco Annalisa.
Fasma – Parlami 5
Un musicista che poteva essere qualcosa di diverso e che si era presentato bene l'anno scorso, invece solo delusione.
Aiello – Ora 6
Compenso la troppa severità della serata cover. Continuo a non capire il senso di metterlo per ultimo, le sue urla diventano ancora più grottesche quando sono alle 2 di notte, però riconosco il fatto che "sesso ibuprofene" non lo dimenticherò mai.
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L'articolo Sanremo 2021: le pagelle della serata finale del Festival di Dario Falcini, Claudia Mazziotta, Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2021-03-06 20:52:00
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