Chi segue il Festival di Sanremo per lavoro sa che da oggi in poi è tutta discesa: superati i primi tre giorni ne restano due di cui uno, quello dei duetti e delle cover di stasera, quantomeno rinfrescante rispetto al dover riascoltare la canzone di Aka7even. Nel report della seconda serata mi sono lasciato andare a considerazioni molto forti riguardo l'Ariston e i suoi artisti, da cui non viene neanche un accenno alla situazione dei lavoratori della musica che da due anni stanno con le mani in mano aspettando di tornare a lavorare, stavolta invece mi piacerebbe iniziare con un po' di bellezza che trapela dalle macerie.
"Promettetemi che ci doneremo agli altri, che accogliamo il dubbio anche solo per essere certi che le nostre convinzioni non siano solo delle convenzioni. Facciamo scorrere i pensieri in libertà e senza pregiudizio e senza vergogna. Facciamo scorrere i sentimenti con libertà e liberiamoci dalla prigionia dell'immobilità. Immaginate se il mondo non ruotasse e fisso stesse, se tutto il buio fosse nero pesto".
Così Drusilla Foer conclude il suo bellissimo monologo sull'unicità che potreste non aver visto dal momento che è andato in onda ben oltre la mezzanotte, perché guai a rovinare l'atmosfera della Costa Toscana o a togliere qualche minuto a Roberto Saviano che fa Roberto Saviano per presentare il suo programma. Non che ciò che dice Saviano sia una cosa da niente, ma venti minuti di memento mori quando devono esibirsi ancora 13 canzoni forse non era esattamente in linea con lo spettacolo.
Drusilla dicevamo, il personaggio dell'attore Gianluca Gori en travesti che vince su ogni fronte grazie alla sua innata classe, al suo charme e alla possibilità che si ricava tra il serio e il faceto di dire a tutti la verità. Mette a posto Amadeus e prende la parola per un discorso tra i più belli mai sentiti all'Ariston. Negli Stati Uniti presenterebbe Sanremo e Amadeus farebbe lo speaker in una radio di provincia, ma This is Italy e personaggi brillanti come Drusilla vengono fatti parlare solo per giustificare la propria presenza.
Non sto a parlare delle esibizioni dei cantanti che avrete di certo visto fino a metà prima che il sonno vi cogliesse o la sveglia vi ricordasse che la mattina lavorate, nel caso qui trovate le pagelle dettagliate. Dando uno sguardo alla classifica della terza serata, quella che mette insieme sala stampa, televoto e demoscopica, viene fuori un quadro piuttosto verosimile di come sarà la classifica finale: si preannuncia un testa testa tra Mahmood (mammut a mammt) + Blanco ed Elisa, mentre in terza posizione scalpitano Morandi con la sua manona on fire, Irama con gli outfit impossibili e Sangiovanni, che per ora è quinto ma sappiamo che arriverà sesto così tutti potranno fare la battuta.
Stranezze della classifica: La Rappresentante di Lista decisamente troppo bassa, per ora solo al nono posto, Dargen lo stesso al decimo, Ditonellapiaga + Rettore al dodicesimo, Highsnob e Hu addirittura ventesimi, speravo per tutti loro un piazzamento migliore. Il mio candidato a Presidente della Canzone Italiana Giovanni Truppi è al diciannovesimo posto e visto che si è esibito a notte fonda gli sta andando pure bene. Ultimo Tananai, così impara a fare il piacione senza ritegno. Sono molto felice che quest'anno ad Achille Lauro non stia riuscendo la stucchevole operazione pigliatutto e sia sul lato destro del tabellone. Forse il prossimo anno si prenderà una meritata pausa dal dover scandalizzare e riuscire solo nell'intento di annoiare a morte.
Cesare Cremonini super ospite live ha fatto le magie e ha scaldato i cuori in un medley dei suoi più grandi successi, prima di cambiarsi e tornare con una giacchetta tutta sbrilluccicante che vorrei possedere ora, per esibirsi nel nuovo singolo La ragazza del futuro e poi, a grande richiesta di Ama, in 50 special del Lunapop. E lì accade il miracolo di febbraio: Amadeus chiede a tutto il pubblico di alzarsi in piedi e ballare, perché Sanremo è Sanremo, perché qui si può fare. Mi alzo anch'io sul divano, facendomi prendere dalla retromania, dalla festa dal brivido del com'è bello andare in giro con le ali sotto i piedi, poi mi fermo e bestemmio sommessamente.
Amadeus, lo vedi com'è facile non rispettare le regole? Anche a te è venuta voglia di far festa, di vedere la gente che si alza e balla, ma quello in tutta Italia non si può fare, perché i teatri sono sì al 100% di capienza, ma seduti e se ti alzi arriva il personale preposto a farti il cazziatone. Però Sanremo è Sanremo e allora può pure diventare una discoteca. Faccio mie le parole dell'amico dj e producer Fabio Nirta che scrive dal suo Facebook:
L'anno scorso c'era in piedi una trattativa con lo Stato, oggi c'è solo una situazione di privilegio per chi va a Sanremo: ci puoi suonare anche da No Vax, hai il pubblico senza limitazioni che si alza e balla a piacimento. Tutto nella legalità, usando le pieghe del codice per fare quel cazzo che gli pare, le stesse pieghe che invece ci costringono a pensare di chiudere i Club per sempre o ad affrontare danni economici che nessuno si sarebbe meritato.
Per quanto mi piacerebbe essere più leggero e parlare di vestiti, stonature, gaffe e bla bla, per me il palco dell'Ariston durante questa settimana diventa quello più importante d'Italia, un luogo da cui veicolare messaggi vitali per il settore (ricordate l'anno scorso Lo Stato Sociale nella performance con i lavoratori dello spettacolo?), non solo lezioni di retorica. Allora artisti, stasera è la serata in cui potete fare un po' il cazzo che vi pare tra duetti, cover e microfoni aperti: abbiate il coraggio di parlare di una situazione diventata insostenibile, se non per voi, per chi lavora o lavorava con voi. Sperando davvero che dal letame possano rinascere bellissimi fiori, non i mazzetti posticci di Sanremo.
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L'articolo Sanremo 2022: dove si balla, e dove invece no di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2022-02-04 09:12:00
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