Sanremo 2025: le pagelle di martedì, la prima serata del Festival

Il Festival di Sanremo è al via con tutti e 29 i concorrenti in gara. Ecco i nostri voti ai Big esibizione dopo esibizione, senza dimenticare Jovanotti e gli altri ospiti della serata

Sanremo 2025 (qua il nostro speciale): ora ci siamo davvero. La settimana più temibile dell'anno ha inizio, e con essa la 75esima edizione del Festival della Canzone italiana. Conducono Gerry Scotti e Antonella Clerici assieme a Carlo Conti, e si esibiranno tutti e 29 i cantanti in gara. Vedremo se dopo averli sentiti live cambierà il giudizio dato alle loro canzoni dopo il preascolto.

Se avete ansia di sapere cosa accadrà, qua trovate la scaletta. Possiamo dirvi che ci saranno Jovanotti con il suo ottimismo – e i Rockin'1000 –, un omaggio al Maestro Ezio Bosso, Imagine cantata da Noa, artista israeliana, assieme alla collega palestinese Mira Awad e in piazza Colombo, a prendere freddo, Raf, nel pieno delle celebrazioni per il quarantesimo anniversario di Self Control.

Come da tradizione, noi diamo il voto a tutto quello che ci passa a tiro, andando cauti, che è il primo ascolto, c'è l'emozione ed è "tutto amplificato". Voi fateci sapere cosa ne pensate.

Intro (omaggio a Ezio Bosso)

I tempi Contiani non permettono di avere un respiro più lungo all'omaggio a Ezio Bosso nei cinque anni dalla sua morte, sarebbe stato bello mantenere la composizione di Bosso – riarrangiandola, certo – fino all'entrata di Carlo, senza il solito parapimparapum alla Pirazzoli.

Gaia – Chiamo io chiami tu: SEI e samba

Una canzone ipercomplicata da cantare, tra parlato mezzo rap e parti in falsetto e anche uno specialone a voce piena. Che Gaia sappia cantare lo sappiamo, che abbia una passione per le canzoncine pop che ci si incollano alla testa pure. Dobbiamo vedere se cresce, per ora non la aggiungerei alla mia playlist, ben conscio che mi trapanerà l'autoradio in altri modi.

Francesco Gabbani – Viva la vita : 6

Carlo Conti corre così tanto che sale sul palco mentre c'è ancora la luce della performance di Gabbani. Non ho ancora capito bene, se non altro è una cosa ancora diversa dalle precedenti esibizioni. Poteva andare sul sicuro con la ballata a-la Viceversa o fare la mattata gimmick come Occidentali's Karma, e invece. Non è immediata, a metà tra Gravity di John Mayer e la Atlantic degli anni 60.

Rkomi – Il ritmo delle cose. :Sæi Mæno

Le gag di Gerry Scotti sulla maglietta della salute e sull'elenco degli autori lo distraggono, forse, ma di certo Mirko mi vuole far pesare l'addominale. Bro, io ho iniziato da un paio di mesi, dammi tempo. La canzone anche stavolta è programmata per entrare in playlist, e quando carbura – sul finale della performance – addirittura si capisce bene il testo.

Noemi – Se t’innamori muori: 6 e mezzo

Ho capito che il trend di quest'anno sono le aste custom, quella bianca di Rkomi e questa riccioluta di Noemi. Appoggiati sull'arrangiamento ipersanremese ci sono dei powerchord fortissimi su cui il graffiato nella voce sta benissimo. È una delle scelte più a fuoco della storia festivaliera di Noemi, questo è vero, ma anche una delle più contemporanee, e la scrittura di Mahmood, Blanco e Michelangelo è riconoscibilissima.

Irama – Lentamente: 5

Irama nel senso della terza persona singolare del verbo iramare, sinonimo di "andare a Sanremo e cantare una canzone molto intensa, che veramente mi fa esprimere quello che ho dentro, con un filo di autotune e un botto di compressione, che parla di ricordi, di una storia personale, che poi si apre e si aggiunge tutta l'orchestra". Diciamo che Irama ha iramato esattamente come le altre volte che ha iramato a Sanremo. A metà canzone ho sperato mettessero la prova generale del 2021.

L'Omaggio a Fabrizio Frizzi

Era il terzo fratello della triade Conti-Clerici-Frizzi che avrebbe meritato il palco di Sanremo da conduttore. Amatissimo dai millennial, che a casa hanno giocattoli di Woody che parlano con la sua voce. Un momento semplice, con Un Amico In Me cantata dalla sua voce. Ma noi vecchi cuori anni '90, a terra.

Coma_Cose – Cuoricini: 8

Così si fa il pop, così, così! Sembra quasi di vedere un inedito duo Al Bano e Chappell Roan, con i suoni e i salti di ottava di Giuni Russo, l'immaginario danzereccio dei Ricchi e Poveri e il pubblico che non capirà la critica al mondo dei social, esattamente come non capì Musica Leggerissima, scambiandola per un inno alla leggerezza. 

Simone Cristicchi – Quando sarai piccola: 7

Una performance toccante ed emozionata per una delle canzoni meglio scritte: Cristicchi si emoziona così tanto da essere leggermente fuori fuoco rispetto alla sua solita precisione performativa. Questo non per sminuire questa esibizione: ma per dire che nelle prossime dovrebbe crescere. Non farà gli stream di Gaia o Tony Effe, ma è una canzone, un tema, una storia raccontata bene, con commozione ma senza pietismo.

Marcella Bella – Pelle diamante: 4

La quota legend al festival di Sanremo all'inizio sembra una mattata e poi a volte diventa, per dire, la buona figura dei Cugini di Campagna o il successone dei Ricchi e Poveri. Ma non è questo il caso: non credo che "forte / tosta / indipendente" sia 'sto gran servizio ad anni e anni di femminismo. 

Achille Lauro – Incoscienti giovani: 7-

Lauro, non aver paura di tirare un calcio di rigore. Le citazioni di cantautorato, o il forzarsi a fare quella-roba-là, almeno non ci ha dato l'ennesima ballata uguale a 16 Marzo. È abbastanza paraculo, esattamente come a X Factor, da aver provato la mossa Tango – gli autori quelli sono – e se la sta giocando bene.

Noa e Mira Awad

Se avessimo chiesto all'AI di generare un momento sulla pace, avrebbe risposto con questa roba. Noa e Mira Awad – bravissime, per carità – hanno già cantato insieme all'Eurovision 2016, ma era necessaria l'ennesima cover di Imagine, una canzone che pure il proprio autore ha schifato, in questa versione sbrodolata, lunghissima e impolverata? Compitino: portato a casa. Conflitto israelopalestinese: risolto. Più o meno. Con l'apparizione on screen del Papa per fare a gara con Mattarella due anni fa.

Giorgia – La cura per me:9

Quando è tornata a Sanremo 2023 con Parole Dette Male, l'emozione e la tensione hanno condizionato una prima performance che ha settato male il giudizio verso una canzone già non semplicissima. Stavolta la canzone è più larga e Giorgia è perfetta, non solo vocalmente, centrata, precisa, concentratissima. Wow. C'è un motivo per cui è una leggenda del pop italiano.

Willie Peyote – Grazie ma no grazie: 8

Il bassista s'è divertito, il chitarrista pure. Presumo anche Luca Ravenna (!) tra i coristi. E pure noi. Oltre ai Jalisse, anche una citazione degli Articolo 31. Una "solita" canzone di Willie Peyote. Ed è un bene, eh.

Rose Villain – Fuorilegge: 6 e Mezzo

Esattamente come l'anno scorso, Rose Villain era indecisa tra due o tre canzoni e allora le ha cantate tutte e tre. Il ritornello stavolta è ancora di più soltanto un drop rispetto a Click, Boom! ma la struttura della canzone che parte ballata, diventa urban e passa per il gospel vuole mostrare ancor di più la versatilità della signora Luini. Non mi piace, eh, ma sabato la ballerò sul divano e la ascolterò dentro la mia vroom vroom vroom.

Jovanotti feat. Rockin'1000 

Per festeggiare la musica, Lorenzo porta centinaia di batteristi e bassisti dei Rockin'1000 dal centro di Sanremo fino all'Ariston. Esibizione tecnicamente difficilissima e molto potente su L'Ombelico del mondo, Il più grande spettacolo dopo il big bang, Fuorionda e A te, rovinata da una regia tremenda e da fastidiose strobo. Molto meno belle l'intervista, Tamberi e la più debole Un Mondo A Parte e vabè. Troppa grazia.

Sarà perchè ti amo

Un product placement che ricorda i momenti Tutti Cantano Sanremo dei Sanremo 2015/2017 col pubblico che karaoka a caso. Non brutti come il jingle del festival di quest'anno, ma quasi.

Olly – Balorda nostalgia: 7 e mezzo

Allora, diciamo che Olly è un filo il mio guilty pleasure perchè è difficile cantare in maniera "umana" con l'autotune, e la scrittura semplice non è detto che sia banale, la canzone mi sembra efficace da cantare a squarciagola. E se vincesse? Sarebbe il quarto in cinque anni managed by Marta Donà. Chissà.

Elodie – Dimenticarsi alle 7: Dimenticarsi alle 7 meno un quarto

La sintesi di tutte le canzoni cantate fin'ora da Elodie al festival, ma congegnate meglio, con le parti vocali più complicate – e che parti vocali e che voce – messe proprio quando tutti stanno aspettando di battere le mani, che si sta aprendo il pezzo e sta partendo tutto. Tutt'altro che immediata. È l'occasione per dire che gli stacchetti che introducono gli artisti fanno di un cacare rarissimo, Due è stata maciullata.

Shablo feat. Guè, Joshua e Tormento – La mia parola:5 e mezzo

Ora: Gerry, io ti voglio bene, ho anche comprato il Milionario per PS1, PS2 e il gioco in scatola di Passaparola. Ma è mai possibile che appena devi presentare un rapper cominci a fare Yo Bro? Eddai, su. La canzone si perde nella versione sanremese, sicuramente la versione studio migliorerà, e dopo averla ascoltata in studio la apprezzeremo di più sul palco dell'Ariston. Ci spero, eh.

Massimo Ranieri – Tra le mani un cuore:  

Decenni a dire che Tiziano è il nuovo Massimo Ranieri, e ora Massimo è il nuovo Tiziano Ferro. Un occhio lievemente più moderno ai suoni rispetto alla visita precedente all'Ariston, ma sempre la stessa maestria. Ci sono quote vintage e quote vintage. Massimo Ranieri è ancora un king assoluto, e piazza un paio di furbe citazioni di Perdere L'Amore nella canzone di quest'anno. Potrebbe prendere a colpi di voce tutti i cantanti ancora in volo, li farà cadere ad uno ad uno, spezzerà le ali del destino, e ci avrà vicino.

Raf

Condizionato dal voto dato a Massimo Ranieri, forse, ma Raffaele: potevi farcela Infinito, eh. Sennò mi tocca fare il direttore artistico di Sanremo 2042 e chiamarti per il 40° di quella canzone immensa. E sono certo che sarai ancora identico ad ora, a 20 anni fa, a 40 anni fa.

Tony Effe – Damme ‘na mano:(Il padrino Parte) 3

Uno dei rari casi in cui l'orribile stacchetto ha migliorato la canzone originale, il che è tutto dire. Poi è partita la canzone in gara, e che dire. Mutua il linguaggio di Califano – Califfo perdonami – per una colonna sonora del Padrino. Parte terza. Scaricato da torrent. In bassa definizione. CAMrip.

Serena Brancale – Anema e Core : 6+

Il riassunto in una canzone di tutto il percorso dell'ultimo anno, con Baccalà e La Zia: praticamente un best of in 3 minuti. La vedo già nello spot della FIAT, esattamente quello che piace agli americani. Raro vedere a Sanremo una grande musicista, che non interpreta il ruolo della grande musicista ma gioca a fare la popstar. Brava, la zì.

Brunori Sas – L’albero delle noci: VotoSAS

Avete presente quelle edizioni del festival degli anni 90 vinte da una ciofeca, e quando se ne parla si dice "però c'era anche questa", e si tira fuori un capolavoro nascosto del cantautorato che per sbaglio, per errore, era in gara lo stesso anno della suddetta ciofeca? Ecco, mi ha fatto quell'impressione. Magari non vince una ciofeca, ma ho l'impressione che tra qualche anno torneremo indietro e diremo "però nel 2025 c'era pure L'Albero Delle Noci". E, soprattutto, raro che una canzone dedicata a una figlia – tutto un genere nel nostro pop – non sia una lagna, ma solo una canzone emozionante, ora scusate non sto piangendo, ma mi è entrata una chitarra semiacustica nell'occhio. Il voto è sospeso, sarà lo stesso Dario Brunori a darsi un voto nella puntata di domani di Ostaggi dello stato il nostro podcast dedicato alla kermesse.

Modà – Non ti dimentico:5

Tutta la solidarietà del mondo a Kekko per aver sceso le scale dopo essersi fatto male a una costola nel tremendo backstage dell'Ariston. La canzone è, purtroppo, un passo indietro alla precedente partecipazione sanremese Lasciami. E sembra proprio una canzone dei Modà. Con due versi interessanti, due proprio. 

Clara – Febbre:6-

Clara sta studiando per diventare una popstar, e cresce costantemente. Sta parlando direttamente con la camera, con le persone a casa, senza perdere lucidità e cantando una canzone ritmicamente complicata e con un paio di momenti belli difficili vocalmente. C'è quel glitch che acchiappa all'ascolto come gimmick. Unico problemino? È un po' tanto simile all'anno scorso. Per me va bene, eh.

Lucio Corsi – Volevo essere un duro: 9

Che bella la fragilità, che belle le canzoni così. Che bello tutto. Nessuno lo capirà? Meglio.

Fedez – Battito: 7-

Federico Leonardo Lucia negli anni ha fatto qualunque cosa tranne che il rapper puro. Ora: tremava, ma la canzone regge, è difficile da cantare – con o senza autotune – e con una orchestrazione molto elaborata. Al netto del gimmick degli occhi neri, delle cagate, del gossip, del clamore. Crescerà con le performance e con gli ascolti. Poteva andare molto più sul semplice, e invece. Ah, se scrivesse e cantasse, e basta.

Bresh – La tana del granchio: 6 e mezzo

Dopo anni di "quest'anno è l'anno buono", alla fine, è arrivato sul palco dell'Ariston e cantando qualcosa di così personale, scritto bene, un po' estraneo alla massa, porta a casa una prima prova convincente. Certo, preferirei senza autotune così sparato, ma colpa mia eh, potrebbe crescere.

Sarah Toscano – Amarcord: 5-

C'è da sperare che fosse l'emozione per una performance così imprecisa e storta, che rende anche difficile trovare la canzone sotto l'arrangiamento da autoscontri. Un filo di ingenuità, qualche sovrastruttura di troppo

Joan Thiele – EcoBang bang 7 e mezzo

Che bella la naturalezza sul palco, fare la propria cosa semplicemente. Con l'assolo di chitarra e portando il proprio mondo sul palco di Sanremo e non il contrario.

Rocco Hunt – Mille volte ancora: 5

Diciamo che una canzone per metà in napoletano che inizia con un mandolino mi sembra, come dire, un filo stereotipata. E lo dico da napoletano.

Francesca Michielin – Fango in Paradiso: 7

Diversamente dalle due volte precedenti, torna al festival con una canzone d'amore pura. Ma si vede che la Maestra Michielin ha studiato bene le immagini del songwriting di alcuni dischi di Taylor Swift, il suo staging e l'ha applicato alle rock ballad struggenti a cui già ci aveva abituato nell'ultimo album Cani Sciolti. Nonostante la caviglia e le in ear dimenticate: voce molto più potente del solito e meno ansia.

The Kolors – Tu con chi fai l’amore: 6 e mezzo

Carlo Conti avrebbe potuto introdurre la performance con «Saluto Stash e dò il benvenuto a Michael Jackson» in stile Tale e Quale, ma la canzone è tutt'altro che i riccioli e il microfono vintage: anche questa andrà dritta nelle playlist, ci stordirà fino all'estate, ed è riconoscibilissima la scrittura di Calcutta sotto il danzare tipico dei Kolors, che qua si sposta più una Discoteca labirinto bianca senza luci colorate. Loro, sul palco, sempre dei draghi. Anche il radio-service va fatto bene, oh.

La classifica votata dalla Sala Stampa Radio-TV-Web vede nelle prime cinque posizioni (non in ordine di classifica): Achille Lauro, Simone Cristicchi, Lucio Corsi, Giorgia e Brunori SAS.

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L'articolo Sanremo 2025: le pagelle di martedì, la prima serata del Festival di Marco Mm Mennillo è apparso su Rockit.it il 2025-02-11 16:57:00

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